STUDI – Verso G7 lavoro. In Italia calo della disoccupazione più ampio in Ue a 27 e 60,2% delle assunzioni nelle MPI

 

Mercoledì 11 settembre a Cagliari si apre la riunione ministeriale del G7 su Lavoro e Occupazione, centrata sugli effetti della demografia e dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro e sulle sfide per le competenze derivanti dalla rapida evoluzione tecnologica.

L’analisi degli ultimi dati disponibili conferma per l’Italia la prosecuzione della fase espansiva del mercato del lavoro italiano, pur in un clima economico incerto.

A luglio 2024 sono gli autonomi a spingere al rialzo il numero di occupati, che raggiunge i 24 milioni e 9 mila di unità. Nell’arco degli ultimi dodici mesi l’occupazione sale di 490 mila unità (+2,1%), a cui contribuiscono gli aumenti di 437 mila dipendenti permanenti (+1,3%) e di 249 mila autonomi (+5,0%), più che compensando la diminuzione di 196 mila dipendenti a termine (-6,6%). Dopo aver registrato attese della domanda di lavoro più contenute in estate, si delinea un inizio di autunno più dinamico, con le previsioni di assunzione nel trimestre agosto-ottobre in salita del 2,3% su base annua. Il 60,2% delle assunzioni nel periodo in esame sono effettuate dalla micro e piccole imprese (MPI), una quota di oltre dieci punti superiore al 49,6% dei dipendenti che lavorano nelle MPI.

La persistenza di una elevata difficoltà di reperimento del personale, ad agosto 2024 pari al 48,9% dei lavoratori richiesti, porta le imprese ad investire nel personale anche durante una fase congiunturale debole. Come evidenziato da una recente analisi di Confartigianato, l’implementazione dei sistemi di IA e lo sviluppo delle tecnologie 4.0, driver della transizione digitale, sono frenati dalla mancanza di lavoratori qualificati.

Il calo della disoccupazione più ampio in Europa - Grazie al buon andamento della domanda di lavoro delle imprese, a luglio 2024 il tasso di disoccupazione scende al 6,5% a fronte dello 6,0% della media Ue: era da oltre undici anni che non si registrava un divario così basso con il benchmark europeo. In dodici mesi il tasso di disoccupazione in Italia scende di 1,3 punti, il calo più ampio tra tutti i 27 paesi dell’Ue. Nell’ultimo anno la disoccupazione è stabile nella media dell’Ue a 27, scende di 0,5 punti in Spagna, è stazionaria (+0,1 punti) in Francia e sale di 0,4 punti in Germania, la cui economia segna un calo del PIL dello 0,1% nel secondo trimestre del 2024.

La migliore performance del mercato del lavoro italiano si associa ad una maggiore presenza di micro e piccole imprese. In Italia la quota di occupati – dipendenti e indipendenti – nelle MPI è del 61,8%, a fronte del 52,8% della Spagna, del 44,5% della Francia  e del 40,6% della Germania. Nelle MPI italiane lavorano 11 milioni 432mila addetti – dipendenti e indipendenti -di cui 2 milioni 641mila nelle imprese artigiane.

Un approfondimento nel rapporto “La ricerca del lavoro perduto” presentato dall’Ufficio Studi lo scorso giugno nel corso dell’Assemblea di Confartigianato alla quale è intervenuta Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

 

 

 
Dinamica occupazione a luglio 2024
Luglio 2024, var. % e ass. (.000) rispetto luglio 2023 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Variazione del tasso di disoccupazione nell’ultimo anno nei paesi Ue
Luglio 2024, variazione in p.p. in 12 mesi  - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


ICT - Confartigianato ICT conferma alla presidenza Fabrizio Peresson

Il friulano Fabrizio Peresson è stato confermato per acclamazione alla guida di Confartigianato ICT, la sigla che rappresenta le imprese delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, alla cui guida sarà affiancato dai Vice Presidenti Andrea Dini di Confartigianato Marche e Davide Meani (Lombardia).

A completare il Consiglio nazionale, con il compito di definire le linee politiche generali di azione dell’Organizzazione, i Presidenti regionali Giovanni di Battista (Abruzzo), Andrea Procopio (Calabria), Gianluca Pompei (Lazio), Davide Fornaca (Piemonte), Pasquale Gnoni (Puglia), Andrea Scarimbolo (Toscana), Loretta Vicentini (Trento) e Fabio Cerisara (Veneto).

L’articolato ed ambizioso programma di mandato del Presidente spazia dalle attività di rappresentanza sindacale volte a mitigare le difficoltà reali o potenziali che impattano sulle imprese dell’ICT ad una serie di azioni orientate alla crescita del settore e all’espansione del mercato di riferimento, da sviluppare attraverso la promozione dell’innovazione in tutti i settori dell’artigianato.

In questo contesto, particolare importanza viene attribuita alle figure professionali e all’appetibilità del CCNL di riferimento.

“Già nel precedente mandato – ha detto Peresson - abbiamo posto le basi affinchè nell’ambito della classificazione del personale vengano adottati profili riconoscibili e spendibili anche nei confronti della PA. Al fine, inoltre, di rendere il nostro contratto appetibile, è necessario introdurre elementi legati al wellbeing che abbiano un significativo impatto personale e sociale sui lavoratori, senza penalizzare le imprese sul piano economico. Dobbiamo prendere atto che tempi sono cambiati e che sempre più la qualità della vita acquisisce importanza rispetto alla mera retribuzione e, quindi, preparare il settore ad accogliere nel modo giusto i nostri collaboratori, che sono la risorsa più preziosa delle nostre aziende”.

Grande attenzione anche al tema della Privacy, sul quale la Categoria è impegnata all’elaborazione di un Codice di Condotta ai fine di agevolare le imprese ad adeguarsi al Regolamento europeo in materia, e al presidio delle attività di normazione relative alla digitalizzazione, particolarmente importante per l’impatto che le norme stesse hanno sulle attività della Categoria. Prioritaria anche la collaborazione con l’Autorità Garante delle Comunicazioni sui Regolamenti europei P2B e DSA, e indispensabile un nuovo approccio rispetto alle tematiche ed alle iniziative legate all’innovazione e lo sviluppo di sinergie con i principali parchi tecnologici, centri di ricerca e università del Paese.

“So che si tratta di sfide impegnative, ma so anche di non essere solo a perseguire questi obiettivi” ha aggiunto il Presidente. “La nostra Associazione ha sempre privilegiato il lavoro di team e sono certo che ciascuno farà la propria parte per creare un ambiente del quale le imprese potranno sentirsi parte e opportunità di business che potranno aiutarci ad avvicinare nuovi associati e ad aumentare massa critica nell’ottica della crescita della Categoria”.


STUDI – Attesa per decisione BCE del 12 settembre. Caro-tassi più pesante per imprese italiane: +371 punti base vs +323 Ue

È particolarmente attesa dalle imprese europee la decisione sui tassi del Consiglio direttivo della BCE del prossimo 12 settembre, dopo che a luglio è stata confermata una ‘navigazione a vista’ dell’ autorità monetaria europea. Una riduzione del costo del denaro diventa essenziale, in un contesto in cui si registra il rallentamento dell'inflazione dell’Eurozona, che ad agosto scende al 2,2% (era 2,6% a luglio). Un eccessivo prolungamento della stretta monetaria comprometterebbe i processi di crescita. Le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale indicano un debole aumento del PIL dell’Eurozona (+0,9%), dinamica appesantita dalla stagnazione (+0,2%) della Germania. Come evidenziato nella recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, anche in Italia si delinea un quadro congiunturale debole. La decisione sui tassi è di particolare rilievo per le imprese italiane, maggiormente penalizzate dal caro-tassi durante la stretta monetaria, sia per le scelte di investimento che per i maggiori oneri finanziari, come evidenziato dall’intervento del Presidente di Confartigianato Marco Granelli.

A luglio 2024 il costo del credito per le imprese è del 5,34% (era 5,33% a giugno), superiore di 28 punti base al tasso medio di 5,06% (era 5,07% a giugno) rilevato nell’Eurozona e risultando superiore al costo registrato nei maggiori paesi europei. Nei due anni di stretta monetaria le imprese italiane hanno visto salire gli oneri finanziari sui prestiti di 371 punti base, 48 punti in più dell'incremento di 323 punti registrato in Eurozona.

Le tensioni sul costo del credito riducono la domanda di prestiti delle imprese, i quali in Italia a luglio sono in flessione del 4,1% su base annua, mentre nell'Eurozona si rileva un aumento dello 0,6%.

In parallelo, gli investimenti delle imprese nel primo trimestre del 2024 calano del 2,7% su base annua, mentre nel secondo trimestre del 2024 gli investimenti in impianti e macchinari, privati e pubblici, scendono del 2,8%. La frenata degli investimenti compromette la twin transition, digitale e green.

Il trend dei prestiti alla MPI per regione - Gli ultimi dati disponibili sulla dinamica trimestrale del credito  per dimensione d’impresa e territorio relativi a marzo 2024 evidenziano che i prestiti alle micro e piccole imprese fino a 20 addetti diminuiscono dell'8,1% peggiorando rispetto al -7,6% della precedente rilevazione di dicembre 2023. L’analisi territoriale, proposta nel 30° report su trend economia, congiuntura e MPI, evidenzia una flessione diffusa, sia per i prestiti alle piccole imprese sia per quelli al totale imprese.

Focalizzando l’attenzione sul prestiti alle piccole imprese nelle principali regioni - ognuna con un ammontare di prestiti a tali imprese di almeno 3 miliardi di euro -, si rilevano flessioni inferiori alla media per: Provincia Autonoma di Bolzano con il -4,9% (vs -8,0% totale imprese), Sicilia con il -6,0% (vs -1,3% totale imprese), Lazio con il -6,0% (vs -2,2% totale imprese), Campania con il -6,7% (vs -1,4% totale imprese) e Puglia con il -6,9% (vs -2,3% totale imprese). I cali più marcati dei prestiti alle piccole imprese si segnalano in Lombardia (-9,3% vs -2,7% totale imprese), Marche (-9,7% vs -7,3% totale imprese) e Veneto (-9,9% vs -7,6% totale imprese).

 

 
Livello e dinamica del costo del credito bancario nella stretta monetaria nei principali paesi dell’Eurozona
luglio 2024. Tasso % su nuove operazioni e variazione % tendenziale delle società non finanziarie - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca centrale europea e Banca d'Italia
 
Dinamica* trimestrale dei prestiti bancari a piccole imprese e totale imprese nelle regioni
Marzo 2024. Var. % tendenziali corrette, piccole imprese (società di persone e di fatto e imprese individuali <20 addetti) decrescenti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia

 


STUDI – Le incertezze di fine estate per economia e imprese. L’analisi su IlSussidario.net

Gli indicatori statistici disponibili a fine estate delineano una ripresa del commercio internazionale più lenta del previsto e un clima di incertezza che sta frenando l’attività e gli investimenti delle imprese. In flessione la manifattura e le vendite del made in Italy, rallenta l’edilizia, mentre tengono i servizi e il turismo. Rimane tonica la domanda di lavoro e gli occupati superano la soglia dei 24 milioni. Si prospetta un ciclo di politica fiscale restrittiva mentre sale la probabilità di un ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE. Il caro tassi è stato più pesante per le imprese italiane, compromettendo gli investimenti necessari per le transizioni digitale e green. Le politiche europee delineano per l’Italia obiettivi ambiziosi su mobilità elettrica e risparmio energetico degli edifici, mentre la bolla dei prezzi dell’energia non si è sgonfiata del tutto. L’analisi delle tendenze di fine estate dell’economia è proposta nell’articolo ‘I NUMERI/ Produzione, energia, costruzioni, lavoro: le imprese e le incertezze di fine estate’ a firma di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, pubblicato oggi su il Sussidiario.net.

I conti nazionali pubblicati il 2 settembre dall’Istat confermano per il secondo trimestre 2024 una crescita del PIL dello 0,2% sul trimestre precedente e dello 0,9% su base annua. Ad inizio agosto l'Ufficio parlamentare di bilancio indica una crescita dell'1,0% nel 2024 e nel 2025 – tassi raggiungibili solo a condizione del completo utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) - mentre è più contenuta la stima di luglio del Fondo monetario internazionale (+0,7% quest'anno, +0,9% nel 2025).
Migliora la fiducia delle imprese
Ad agosto 2024 il clima di fiducia delle imprese torna a salire dopo il calo registrato nel periodo aprile-luglio 2024. L’incremento dell’indice è dovuto essenzialmente al miglioramento nel comparto dei servizi di mercato, trainato da quelli turistici e digitali. Il prolungamento dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente contribuiscono ad indebolire l’attesa ripresa del commercio internazionale. Nel secondo trimestre del 2024 l'export dei paesi del G20 è a 'crescita zero', con un segno negativo in Ue a 27 (-0,9%), diffuso in Francia (-1,0%), Italia (-1,2%) e Germania (-2,3%). A giugno 2024 il volume delle esportazioni italiane scende dell'8,6% su base annua e nei primi sei mesi del 2024 il calo è del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Cala la produzione manifatturiera
La debole domanda estera ricade sulla produzione manifatturiera che nei primi sei mesi del 2024 in Italia scende del 3,1% su base annua. Calo più marcato in UE (-3,6%), appesantito dalla flessione del 5,2% della Germania, mentre si registra un calo più contenuto (-0,6%) in Francia. Nella prima metà dell’anno la produzione ristagna (-0,1%) anche negli Stati Uniti, mentre cresce e migliora (+3,8%, era +2,9% nel 2023) nelle economie emergenti, trainate dalla Cina (+6,0%, era +4,3% nel 2023). Ad agosto scende l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere mentre sono in calo anche le attese sugli ordini.
In forte crisi automotive e moda, si raffreddano le costruzioni
In forte crisi l’automotive e la moda, che nella prima metà del 2024 segnano cali di produzione rispettivamente del 7,6% e del 9,4%. La transizione verso la mobilità elettrica è particolarmente complessa in Italia. Sul fronte della filiera dell’auto, nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) inviato a luglio alla Commissione europea, si indica l’obiettivo di circa 4,3 milioni di auto elettriche pure (BEV) circolanti al 2030: per raggiungere il target servirebbero 49 mila auto elettriche in più al mese, ma nei primi sette mesi del 2024 se ne sono immatricolate meno di 6 mila al mese. La crisi della moda, secondo l’analisi che Confartigianato ha presentato lo scorso 6 agosto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sta generando per le imprese del tessile, abbigliamento e pelli una perdita di ricavi di 23 milioni di euro al giorno.

Nell’era del post-superbonus, si avvertono i primi segnali di raffreddamento congiunturale nelle costruzioni. Nel trimestre marzo–maggio 2024 la produzione nelle costruzioni diminuisce dell’1,4% nel confronto con il trimestre precedente. Nel comparto dell’edilizia, ad agosto scende la fiducia delle imprese, mentre nel secondo trimestre del 2024 tiene il valore aggiunto (+0,6% rispetto al trimestre precedente). Nei prossimi anni gli interventi sulla casa per l’attuazione della direttiva green degli edifici  - che prevede una riduzione del consumo energetico di quelli residenziali di almeno il 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 – interesseranno una platea di 25,7 milioni di abitazioni occupate, di cui oltre due terzi (17,5 milioni, pari al 68,0%) costruite entro il 1980, prima dello sviluppo della legislazione sul risparmio energetico degli edifici.
La spesa delle famiglie
La crescita del PIL è sostenuta dai servizi, il cui valore aggiunto nel secondo trimestre del 2024 sale dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Sul fronte dei consumi, ad agosto l’indice di fiducia dei consumatori diminuisce, evidenziando un’inversione di tendenza, per la prima volta, dallo scorso maggio. La spesa delle famiglie nel secondo trimestre del 2024 aumenta dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, dinamica sostenuta dall’aumento dell’1,3% della spesa per i servizi mentre quella per beni scende dello 0,7%. Il basso profilo dei consumi di beni è confermato dalla debolezza delle vendite al dettaglio, il cui volume a giugno 2024 scende dello 0,2% rispetto al mese precedente e nei primi sei mesi dell'anno segna un calo dell'1,1% su base annua. Il turismo stimola la crescita: nei primi cinque mesi del 2024 le presenze turistiche salgono del 3,4% su base annua, sostenute dall’aumento dell’8,4% delle presenze degli stranieri.
Aumentano gli occupati
Nonostante il clima economico incerto, prosegue la fase espansiva del mercato del lavoro. A luglio 2024 sono gli autonomi a spingere al rialzo il numero di occupati, che raggiunge i 24 milioni e 9 mila di unità. Il numero di occupati supera quello di luglio 2023 di 490 mila unità (+2,1%), a cui contribuiscono gli aumenti di 437 mila dipendenti permanenti (+1,3%) e di 249 mila autonomi (+5,0%), compensando la diminuzione di 196 mila dipendenti a termine (-6,6%). La persistenza di una elevata difficoltà di reperimento del personale, ad agosto 2024 pari al 48,9% dei lavoratori richiesti, porta le imprese ad investire nel personale anche durante una fase congiunturale debole. Dopo aver registrato attese della domanda di lavoro più contenute in estate, si delinea un inizio di autunno più dinamico, con le previsioni di assunzione nel trimestre agosto-ottobre in salita del 2,3% su base annua.
Credito e investimenti
In attesa delle decisioni sui tassi del Consiglio direttivo della BCE del prossimo 12 settembre, a giugno 2024 il costo del credito per le imprese è del 5,33% (era 5,45% a maggio), superiore di 25 punti base al tasso medio di 5,06% rilevato nell'Eurozona. Nei due anni di stretta monetaria le imprese italiane hanno visto salire gli oneri finanziari sui prestiti di 370 punti base, 47 punti in più dell'incremento di 323 punti registrato in Eurozona.

Le tensioni sul costo del credito riducono la domanda di prestiti delle imprese, i quali in Italia a luglio sono in flessione del 4,1% su base annua, mentre nell'Eurozona si rileva un aumento dello 0,6%.

In parallelo, gli investimenti delle imprese nel primo trimestre del 2024 calano del 2,7% su base annua, mentre nel secondo trimestre del 2024 gli investimenti in impianti e macchinari, privati e pubblici, scendono del 2,8%. La frenata degli investimenti compromette la twin transition, digitale e green. Sulla prossima decisione della BCE sui tassi potrebbe influire il rallentamento dell'inflazione dell’Eurozona, che ad agosto scende al 2,2% (era 2,6% a luglio).
Si sgonfia la bolla dell'energia
La bolla dei prezzi dell’energia non è ancora completamente sgonfiata. Arera parla di un ritorno a una “nuova normalità”, in cui i prezzi si sono assestati su livelli più alti del passato. A luglio 2024, il terzo luglio più caldo dal 1800, la richiesta di energia elettrica è salita del 4,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre i prezzi dell’elettricità per l’utilizzo degli impianti per il raffrescamento sono risultati del 49,9% superiori alla media del 2021, anno precedente della crisi energetica. La vischiosità dei prezzi dell’energia è confermata dall’andamento delle quotazioni all’ingrosso dell’energia elettrica che, sempre a luglio 2024, risultano del 10,5% inferiori alla media del 2021. Un ambiente scarsamente concorrenziale può influire sull’elasticità dei prezzi. Nel corso del 2023 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato, in diversi settori di mercato, 14 istruttorie per presunte intese restrittive della concorrenza e abuso di posizione dominante, di cui 5 nel settore dell’energia.

(Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Aci, Agcm, Bce, Cnr-Isac, Commissione europea, Cpb, Eurostat, Fondo monetario internazionale, Gme, Istat, Mase, Ocse, Terna, Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Unrae e Ufficio parlamentare di bilancio)