PULITINTOLAVANDERIE - Dal 20 gennaio obbligo green pass “base” anche per clienti delle Pulitintolavanderie? Lunardon: “Siamo un servizio essenziale sin dal marzo 2020"

 

L’evoluzione della pandemia e la diffusione rapida della variante Omicron ha indotto il Governo ad attuare provvedimenti di maggiore protezione per evitare la diffusione incontrollata del Covid-19, che avrebbe effetti fortemente negativi anche sulle attività economiche. E così, a partire da giovedì 20 gennaio, anche i clienti delle attività di servizio alla persona (saloni di acconciatura, centri estetici, studi di tatuaggi, attività simili e anche pulitintolavanderie e onoranze funebri) per accedervi probabilmente saranno tenuti ad esibire il Green Pass nella versione “base”, cioè a seguito di avvenuta vaccinazione o guarigione da Covid oppure per effetto di tampone eseguito nelle precedenti 24 ore.

“Comprendiamo l’esigenza di attivare tutte le soluzioni possibili per evitare il ritorno ai lockdown, che tanto hanno penalizzato le nostre attività negli anni scorsi – spiega Carla Lunardon, Presidente della categoria Pulitintolavanderie di Confartigianato – ma riteniamo che l’introduzione dell’obbligo per i nostri laboratori sia una svista se non un errore per tre motivi. Primo le nostre aziende di pulitintolavanderia sono state considerate dal Governo essenziali a partire dai primi DPCM e DM che ci hanno lasciati aperti anche nelle fasi di lockdown a marzo 2020. D’altro canto la manutenzione e pulizia dei capi di abbigliamento è un servizio decisamente essenziale, specie in periodo di pandemia, sia nel caso in cui un cittadino non abbia una lavatrice in casa sia che debba manutenere capi che possono essere lavati solo a secco. Ciò premesso potrebbe essere plausibile che il Governo ci inserisca anche questa volta tra quelle necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona quando andrà ad individuarle nel  DPCM da emanare entro il 23 gennaio p.v. Sarebbe spiacevole avere l’obbligo per soli tre giorni”.

“Secondo motivo - prosegue - il servizio di pulitura a secco che eroghiamo non prevede lo stazionamento del cliente per periodi lunghi all'interno dei locali, cosa che avviene invece nei saloni di acconciatura, nei centri estetici, etc. Ed infine la recente distinzione dei codici ATECO tra lavanderie self service e tradizionali potrebbe permettere al Governo di prevedere obblighi diversi tra il servizio artigiano di pulitura e quello commerciale di self”.

“Sono certa - sottolinea - che la vaccinazione estesa a tutti sia la strada maestra da percorrere per mettere definitivamente in sicurezza la salute dei cittadini e consentire una ripresa lineare delle attività economiche. Ci aspettiamo però che la politica si assuma la responsabilità di mettere in campo gli interventi adeguati a sconfiggere il virus e soprattutto che non crei confusioni inutili”.


ARTISTICO - Nella Legge di Bilancio 15 milioni di euro per valorizzare l'artigianato artistico e tradizionale. Colì: "Un risultato che premia mesi di interlocuzione con i Ministeri competenti"

Il Presidente di Confartigianato Artistico Antonio Donato Colì esprime grande soddisfazione per l’inserimento in Legge di Bilancio degli articoli che finanziano azioni per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo dell’artigianato artistico e tradizionale, misure sollecitate e ottenute da Confartigianato.

Nello specifico la Legge di Bilancio prevede 5 milioni di euro per la valorizzazione delle produzioni di beni, anche semilavorati, con processo di lavorazione manuale applicato e particolare valore creativo ed estetico; 5 milioni di euro per il rifinanziamento della L. 188/1990 per la valorizzazione della ceramica artistica e tradizionale e della ceramica di qualità, nonché ulteriori 5 milioni di euro per scongiurare il fermo produttivo e tutelare il marchio nel settore della ceramica artistica e del vetro artistico di Murano.

Le misure rispondono alle molteplici sollecitazioni della Federazione Artistico di Confartigianato alle istituzioni competenti, non da ultima la richiesta al MiSE di prevedere un sistema di sostegno per le numerose imprese dei settori della ceramica e del vetro a rischio chiusura.

 “Dopo mesi di interlocuzione con i Ministeri competenti e con tutte le correnti politiche che si sono dimostrate sensibili al tema della valorizzazione dell’artigianato artistico e della salvaguardia della sopravvivenza delle imprese della ceramica e del vetro di Murano - sottolinea il Presidente di Confartigianato Artistico Antonio Colì - accogliamo con soddisfazione lo stanziamento di questi 15 milioni, ripartiti su tre diverse misure. Sarà fondamentale programmare coralmente modalità e progettualità che abbiano come fine ultimo il miglior impiego di questi fondi, destinati ad un settore fortemente identitario e caratterizzante le diverse anime artistiche del nostro Paese. La ripresa dello sviluppo imprenditoriale dei comparti dell’artigianato artistico sono sempre stati e possono ancora essere propulsori di una ricaduta positiva anche i termini di economia turistica, da sempre strettamente legata alla manifattura artistica.”

In attesa del Decreto Ministeriale che individui i criteri, le finalità e le modalità di riparto, di monitoraggio, di rendicontazione e di verifica delle risorse, verrà sollecitata nuovamente la convocazione del Consiglio Nazionale Ceramico, l’organo atto alla valutazione dei progetti destinati al sostegno e alla valorizzazione dell'attività nel settore della ceramica artistica e tradizionale e della ceramica di qualità.

(Foto di Azerbaijan_stockers - it.freepik.com)

Guarda le schede che riassumono i provvedimenti della manovra economica e il loro impatto sulle imprese

 


STUDI – Nel 2022 occupazione a +1,5%. MPI protagoniste, creano l’80% dei posti di lavoro a tempo indeterminato

La ripresa dell’economia delineata nelle ultime proiezioni macroeconomiche della Banca d'Italia scarica effetti positivi anche sul mercato del lavoro, con un incremento dell’1% degli occupati nel 2021 e  dell’1,5% nel 2022.

Il recupero della domanda di lavoro è confermato dall’analisi dei dati pubblicati ieri dall’Istat: a novembre 2021 si registra una crescita dell’occupazione del +0,3% rispetto al mese precedente, pari a +64 mila unità, con un segnale di recupero per l’occupazione indipendente (+1,3%), il semento del mercato del lavoro che, come evidenziato dalle nostre analisi, ha maggiormente sofferto gli effetti della pandemia.

Le micro e piccole imprese sono protagoniste della ripresa post-pandemia, come si conferma dall’esame dei dati della 'Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione III trimestre 2021' dell'Istat, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Inps, Inail e Anpal. Nel terzo trimestre del 2021 le posizioni lavorative - il saldo tra le attivazioni e le cessazioni -  salgono per tutte le classi dimensionali d’impresa, e il maggiore aumento, in termini assoluti, si riscontra nella classe fino a nove dipendenti (+192 mila). Come evidenziato dalla nota dell’Inps, il numero di posizioni lavorative corrisponde al numero di dipendenti delle imprese e rappresenta, in altri termini, il numero di “posti di lavoro”.

Nell’arco dell’anno terminante nel terzo trimestre del 2021 le micro e piccole imprese (MPI) fino a 49 dipendenti determinano il 60,1% del totale, ben 10,9 punti più elevata della quota del 49,2% delle posizioni lavorative dipendenti in forza nelle MPI. La quota relativa alle micro e piccole imprese sale al 79,7% per le posizioni a tempo indeterminato, mentre è al 50,7% per la posizioni a tempo determinato.”

Alla ripresa della domanda di lavoro si associa la difficoltà di reperimento del personale specializzato. L'esame dei dati del sistema Excelsior di Unioncamere-Anpal evidenzia che il 46,6% delle entrate previste a gennaio 2022 per operai specializzati e conduttori di impianti e macchine sono di difficile reperimento, in aumento rispetto al 42,3% del mese precedente e al 38,8% di un anno prima. La quota di micro e piccole imprese manifatturiere che segnalano ostacoli all’attività causata dalla scarsità di manodopera sale ai massimi degli ultimi 19 anni.

Per approfondire le tendenze della congiuntura, le prospettive 2022 e i rischi sulla ripresa: l’ultima analisi dall’Ufficio Studi  pubblicata su IlSussidiario.net e il Rapporto annuale ‘NOI R-ESISTIAMO. Dalla parte delle piccole imprese’.

 

 
Flussi e stock delle posizioni lavorative per tipologia e classe dimensionale
III trimestre 2021, flussi ultimi quattro trim. e stock 2020, imprese provate non agricole – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Inps

 

 
Micro e piccole imprese manifatturiere ostacolate dalla scarsità di manodopera
I trim. 2000-III trim. 2021, % imprese - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


STUDI – La straordinaria azione della politica fiscale: interventi anticrisi del 2021 e legge di bilancio 2022

La pandemia ha generato effetti senza precedenti sull’economia e sul bilancio pubblico. Nel 2020, per contrastare il calo del PIL, che nell’anno segna una diminuzione di 8,9 punti, i decreti emergenziali emanati nel corso di quell’anno hanno generato effetti sul deficit del 2020 per 108,1 miliardi di euro. L’82,4% del maggiore indebitamento, pari a 89,1 miliardi di euro, sono stati determinati da interventi a sostegno delle imprese, dell’attività economica e del lavoro. Una analisi controfattuale condotta da Banca d’Italia evidenzia che l’azione delle politiche economiche - espansione monetaria e le misure di bilancio - ha mitigato l’impatto della crisi, sostenendo il PIL per 2,1 punti percentuali.

Dopo la legge di bilancio 2021, che amplia il deficit di 24,5 miliardi nel 2021 e di ulteriori 11,8 miliardi nel 2022, nel corso del 2021 si è prolungata l'azione straordinaria della politica fiscale per contenere gli effetti della pandemia e sostenere la ripresa.

Nel 2021 il PIL è previsto risalire del 6,2%, consolidando una crescita del 4,0% per l'anno successivo. Gli interventi anticrisi nel corso del 2021 hanno mobilitato risorse per 71,9 miliardi di euro nel 2021, mentre la manovra di bilancio 2022-2024 varata dal Governo ha generato effetti sull'indebitamento netto per 23,2 miliardi nel 2022, 29,9 miliardi nel 2023 e 25,7 miliardi nel 2024.

Per approfondire gli effetti sulle imprese della manovra 2022, vai alle schede ‘Legge di bilancio 2022 - Le misure e i risultati di Confartigianato per artigiani e MPI’.

A seguito degli ingenti interventi per contrastare la recessione il bilancio pubblico, dopo aver registrato un disavanzo di 9,6 punti di PIL nel 2020, nel 2021 segna un deficit del 9,4% del PIL, in progressiva riduzione nel 2022 (-5,6%), 2023 (-3,9%) e 2024 (-3,3%).

L’ampliamento del deficit si ribalta in un aumento del debito pubblico, salito al 155,6% del PIL, nel 2020, per poi iniziare un percorso di diminuzione, grazie alla rafforzata crescita economica, scendendo al 153,5% nel 2021 e 149,4% nel 2022.

Le prospettive della politica fiscale saranno condizionate dal ripristino nel 2023 delle regole europee di bilancio. Il recente intervento di Draghi e Macron ha evidenziato la necessità di nuove risposte di politica fiscale europea, senza le quali conseguirebbe una diffusa austerità fiscale che si sincronizzerebbe pericolosamente con la politica monetaria restrittiva conseguente ad una persistente ondata inflazionistica.  Come abbiamo evidenziato nel Rapporto ‘Noi R-esistiamo. Dalla parte delle piccole Imprese’, appare opportuno l’acquisto di spazi di flessibilità della leva fiscale in relazione alla spesa per investimenti, l’adozione di strumenti finanziari innovativi di carattere sovranazionale per la gestione dell’esplosione del debito pubblico nei paesi dell’Eurozona, mentre vanno auspicati tempi più lunghi per la riduzione del rapporto debito/PIL.

 

 
Indebitamento netto dell’Italia
1995-2020, previsioni Nadef 2021-2024, in % del PIL - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Mef


STUDI – Macchinari, domanda interna +8,1% in volume vs pre-Covid, con MPI più diffuse in Emilia Romagna e Veneto

L'investimento in macchinari determina diffusi benefici sul sistema produttivo. I nuovi macchinari rappresentano, soprattutto per le piccole imprese, un rilevante componente della spesa per l'innovazione, aumentano la sicurezza sul lavoro, adottano tecnologie energy saving,  contribuendo al calo del 17,7% dell'intensità energetica delle imprese manifatturiere nell’ultimo decennio e alla riduzione delle emissioni di gas serra. La crescente digitalizzazione di macchine e impianti per la produzione manifatturiera - incentivata da interventi per la Transizione 4.0 - favorisce la crescita della produttività e genera una domanda di lavoro qualificata, attivando processi formativi per il consolidamento di competenze digitali.

La ripresa in corso è associata ad una robusta crescita degli investimenti in macchinari e impianti, che nel terzo trimestre 2021 si collocano al di sopra dell'11,2% rispetto ai livelli del quarto trimestre del 2019, precedente allo scoppio della pandemia.

Domanda interna e incentivi fiscali - Il credito di imposta per investimenti in beni materiali e immateriali, tradizionali e 4.0 sta sostenendo la domanda interna di macchinari, determinante per la crescita dei ricavi del settore. Il volume di fatturato, stimato al netto della tendenza dei prezzi, nei primi dieci mesi del 2021 registra un aumento del 3,0% rispetto allo stesso periodo del 2019, interamente determinato dall’aumento dell’8,1% del mercato interno, mentre ristagna (-0,8%) il mercato estero.

Come ha evidenziato il recente Rapporto Confartigianato Meccanica 2021, sulla fase ciclica favorevole si delineano i rischi e incertezze determinati dalla crescita dei prezzi dei metalli, della scarsità di materie prime, della difficoltà di reperimento della manodopera specializzata e della frenata estiva delle importazioni della Cina, il quarto mercato per valore del made in Italy dei macchinari.

Il peso nei territori delle MPI nella produzione di macchinari – Le 18.693 micro e piccole imprese attive nella produzione di Macchinari ed apparecchiature contano 179.357 addetti che rappresentano l'1% degli addetti del totale economia, quota che sale al 4,8% in rapporto agli addetti del Manifatturiero.

A livello regionale la quota media viene superata dall'Emilia-Romagna con il 2,0%, dal Veneto con l'1,7%, dal Piemonte e dalla Lombardia, entrambe con l'1,4%, dal Friuli-Venezia Giulia con l'1,3% e dalle Marche con l'1,1%. A livello provinciale una quota doppia rispetto alla media si rileva per: Novara (3,5%), Lecco, Modena, Parma , Reggio Emilia, Varese e Vicenza (tutte con il 2,6%), Brescia e Cremona (entrambe con il 2,5%), Pavia e Vercelli (entrambe con il 2,3%), Asti, Padova e Verbano-Cusio Ossola (tutte con il 2,2%), Piacenza (2,1%) e Ferrara e Mantova (entrambe con il 2,0%).

Per approfondire l'analisi si veda il Rapporto Confartigianato Meccanica 2021 “Meccanica e digitale economy, tra i driver della ripresa” con l'Appendice contenente il quadro territoriale delle imprese del settore nell’Elaborazione Flash “Imprese e artigianato della Meccanica nei territori”. Per scaricare il report e l’Appendice accedi a 'Consultare ricerche e studi'.

 

 
Volume fatturato macchinari nell’arco di dieci anni 2012-2021
Gennaio-ottobre 2012-2021, indice 2012=100 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 
Peso addetti in MPI di Macchinari e apparecchiature fino a 49 addetti per regione
Anno 2019. % addetti in MPI del C28 su addetti totale economia non agricola regionale in imprese attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 
 
37 province con peso addetti in MPI di Macchinari e apparecchiature fino a 49 addetti su addetti totale economia > media
Anno 2019. % addetti in MPI del C28 su addetti totale economia non agricola provinciale in imprese attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


STUDI - 2022, sul recupero pesano i rischi da varianti del virus e inflazione. L’analisi dell’Ufficio Studi su IlSussidiario.net

 
Le ultime previsioni indicano che nel 2022 il PIL salirà del 4%, recuperando completamente i livelli pre Covid-19. Gli investimenti in costruzioni stanno trainano la ripresa, mentre la manifattura presenta indicatori di produzione ed export migliori di quelli della Germania. Il fatturato dei servizi recupera i livelli precedenti allo scoppio della crisi.

L’analisi delle previsioni per il 2022 e delle ultime tendenze settoriali  è proposta dall’Ufficio Studi nell’articolo I numeri del 2022/ Il doppio pericolo dell’inflazione per l’Italia a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato su IlSussidiario.net.

Nell’articolo si esaminano le marcate eterogeneità settoriali che emergono nella fase di recupero posta-pandemia, con alcuni comparti in sensibile ritardo: moda, automotive e i servizi legati alla mobilità e al turismo.

L’articolo delinea alcune ombre che gravano sulla ripresa. In primo luogo l’ondata invernale di contagi, il rallentamento degli scambi internazionali e la maggiore inflazione, per oltre due terzi derivata dai beni energetici. L’escalation delle tariffe di elettricità e gas, e la crescita a doppia cifra dei prezzi dei carburanti impone una riduzione della spesa delle famiglie per altri beni e servizi. Per le imprese l’improvvisa esplosione dei costi energetici, insostenibile in alcuni settori, sta riducendo il valore aggiunto della manifattura.

L’Italia, con una elevata dipendenza energetica dall'estero, sta subendo un pesante aumento della bolletta energetica. Sulle bollette di imprese e famiglie pesa il deragliamento del prezzo del gas europeo, mentre, in parallelo, è salita la dipendenza dal gas proveniente dalla Russia.

Un’ondata inflazionistica diffusa potrebbe accelerare il ritorno a politiche monetarie restrittive che dal 2023, con il ripristino delle regole europee di bilancio, si sincronizzerebbero pericolosamente con un maggiore rigore della politica fiscale, con insostenibili effetti recessivi.  Infine nel 2022 vi sono altri 102 target del PNRR da raggiungere, per serve una pubblica amministrazione all’altezza: va migliorata l’attuale organizzazione del lavoro nella Pa e migliorata la qualità dei servizi pubblici, con l’Italia che è all'ultimo posto nell'Unione europea per fiducia dei cittadini nei confronti della Pa.