STUDI – BCE mantiene la politica monetaria espansiva. Le tendenze del credito alle imprese nel report Confartigianato
Il ciclo economico in corso è caratterizzato da una ripresa economica associata ad un aumento delle pressioni inflazionistiche dovute alle tensioni sui prezzi dell'energia e a strozzature sul lato dell’offerta. Le decisioni odierne del Consiglio direttivo della Bce confermano le condizioni espansive della politica monetaria, mantenendo una adeguata flessibilità nel caso sia messo a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi”. L’autorità monetaria europea si dichiara pronta “ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine”. Una spinta persistente sui prezzi potrebbe accelerare il ritorno ad una politica monetaria restrittiva, con effetti recessivi sulla domanda delle famiglie, sui ricavi e gli investimenti delle imprese.
Le condizioni di finanza d’impresa e l’evoluzione del mercato del credito, alla luce del caotico andamento dei prezzi e dell’orientamento della politica monetaria, sono esaminate nell’Elaborazione Flash ‘Le tendenze del credito alle piccole imprese a settembre 2021’ pubblicata oggi. Per scaricarla accedi all’area riservata e vai a 'Consultare ricerche e studi'.
La domanda di credito delle imprese è contenuta, a fronte della normalizzazione delle tensioni sulla liquidità esplose con la pandemia, con un rallentamento del tasso di crescita dei prestiti per tutte le classi dimensionali. A settembre 2021 i prestiti alle piccole imprese crescono del 2,3% (+5,6% un anno prima), dinamica più robusta rispetto al +1,0% del totale imprese.
I dati di dettaglio regionale evidenziano un aumento dei prestiti alle piccole imprese in diciotto regioni con una crescita più che doppia rispetto alla media per Campania (+6,7%), Valle d'Aosta (+6,6%) e Sardegna (+5,1%). All’opposto, si rilevano flessioni per Friuli-Venezia Giulia (-1,3%) e , più contenute, per la Provincia Autonoma di Trento (-0,4%) e Veneto (-0,3%).
Il report dell’Ufficio Studi propone elementi di valutazione delle tendenze del credito alle imprese artigiane e della qualità del credito, evidenziando una curva dei tassi di deterioramento dei prestiti alle imprese su livelli molto bassi e di gran lunga inferiori rispetto a quelli registrati al termine delle precedenti recessioni del 2008-2009 e del 2011-2012.
Sugli andamenti dei prestiti bancari influiscono, da un lato l’attenuazione della crisi di liquidità causati dalla pandemia e dall’altro l’evoluzione degli interventi anticrisi delle garanzie e della moratoria. Il termine della moratoria ed il progressivo riallineamento del sistema pubblico delle garanzie possono accentuare l’instabilità finanziaria delle imprese, impedendo il graduale ritorno alla normalità, come indicato nelle scorse settimane da Confartigianato e le altre Confederazioni dell’artigianato e delle piccole imprese in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il costo del credito per le imprese è stabilizzato su livelli contenuti, anche se persistono le strutturali condizioni più gravose per le micro e piccole imprese, in particolare nel Mezzogiorno. Nel lavoro si evidenziano i segnali statistici di una risalita della percentuale netta di imprese manifatturiere che riportano difficoltà di accesso al credito, che risulta più elevata per le micro, piccole e medie imprese.
Il report è completato da una ampia dotazione di dati per territorio contenuti nell’Appendice statistica "Fondo di garanzia e fonti e scelta di finanziamento delle imprese: dati territoriali". Per scaricarla accedi all’area riservata.
Trend dei prestiti bancari per piccole imprese e totale imprese
Marzo 2012-settembre 2021. Variazioni % - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia
Dinamica dei prestiti bancari alle piccole imprese ed al totale imprese per regione
Settembre 2021. Variazione % su settembre 2020. Variazioni piccole imprese decrescenti. Punto verde: MPI>totale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia
BERGAMO - Gli artigiani dell’ospedale in Fiera vincono il premio “Buona notizia dell'anno 2021”
Gli artigiani bergamaschi, coordinati dal presidente di Confartigianato Imprese Bergamo Giacinto Giambellini, che, nel corso dell’anno più nero per la nostra provincia, hanno costruito insieme agli alpini l’eccellenza dell’ospedale da campo alla Fiera di Bergamo, hanno vinto il premio “Buona notizia dell'anno 2021”.
L’annuncio è stato dato lo scorso 29 gennaio, a Caserta, durante la celebrazione per San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, officiata dal vescovo del capoluogo, monsignor Pietro Lagnese.
La motivazione del premio è che gli artigiani bergamaschi “hanno saputo costruire la speranza” nei momenti più cupi nella nostra città duramente piegata dal Covid.
Insieme a loro, hanno vinto l'edizione 2022 del “Premio Buone Notizie”: Alberto Ceresoli, direttore de “L’Eco di Bergamo”, il giornale che è stato capace di fare comunità e che ha aiutato Bergamo ad essere resiliente contro la pandemia; Ivan Zazzaroni, direttore del “Corriere dello Sport / Stadio”, che ha saputo interpretare il 2021 come l’anno dei grandi trionfi dello sport azzurro; Angela Frenda, direttore del mensile di cucina “Cook” del Corriere della Sera che con le buone notizie del territorio e della cucina ha reso più leggero un periodo cupo.
Il prestigioso “Premio Buone Notizie - Civitas Casertana”, giunto alla tredicesima edizione, è organizzato dal Comitato omonimo ed è l'unico in Italia a premiare le «buone notizie», cioè quell’informazione pronta a fare un passo in più, che racconta la normalità positiva della società. Accanto al riconoscimento “Buone notizie” viene poi scelto anche il premio della “Buona notizia dell'anno” appena trascorso, che, come detto, è andato al presidente Giambellini e alle nostre imprese artigiane.
L’iniziativa gode del patrocinio dell'Ordine dei Giornalisti nazionale e della Campania; della Fisc, Federazione italiana settimanali cattolici italiani; del Sindacato dei giornalisti campani; con partner e media partner «Il Corriere Buone Notizie del Corriere della Sera», «Il Mattino», «Famiglia Cristiana», «Tutto il bello che c'è-Tg2 Rai», «Tv2000» e «Inblu2000» Radio.
Il premio è realizzato in partnership con Confindustria Caserta, il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop e la Bcc San Vincenzo De Paoli Terra di Lavoro - è sostenuto anche dallo Studio Legale Iaselli; dal Gruppo Mgt; dalla Reale Mutua Assicurazioni-Agenzia Generale di Caserta e da «Esagono».
La consegna del riconoscimento, una scultura in bronzo, fusa appositamente dall'artista Battista Marello, normalmente si sarebbe dovuta tenere nel pomeriggio del giorno della celebrazione di San Francesco di Sales, ma, a causa della pandemia in corso, avverrà in primavera.
STUDI – Per 2 piccole imprese su 3 (67%) lo shock da caro-commodities mette a rischio la ripresa
La diffusione della variante Omicron Covid-19, le interruzioni delle filiere globali, associate al boom dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, stanno rallentando il ritmo della ripresa in corso. Il 17° report congiunturale, che Confartigianato ha presentato nei giorni scorsi, tratteggia i caratteri della turbolenta evoluzione dei prezzi delle commodities che sta coinvolgendo le imprese italiane.
L’analisi delle cause della bolla dei prezzi delle materie prime e gli effetti sulle imprese è proposta nell’articolo ‘Chi paga il rally dei costi delle commodities non energetiche?’ pubblicato su RiEnergia a firma di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi e Licia Redolfi dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia.
Per 2 piccole imprese su 3 il car-commodities mette a rischio la ripresa – L’articolo propone alcune anticipazioni di una survey appena conclusa, condotta dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, a cui hanno partecipato oltre 1.800 micro e piccole imprese (MPI) lombarde, da cui merge che le due criticità più aggressive a inizio 2022 e che stanno mettendo a rischio la ripresa sono l’incremento dei prezzi delle commodities non energetiche (indicato dal 64,7% degli imprenditori manifatturieri intervistati, 11,2 punti sopra alla media) e quello delle commodities energetiche (64,3% dei casi, 4,1 punti sopra alla media). Oltre un terzo delle MPI manifatturiere lamenta scarsità di materiali e tempi dilatati di consegna e difficoltà nel reperire personale. In questo inizio d’anno ricco di incognite, torna a crescere la quota di MPI che esprime incertezza rispetto all’andamento futuro del mercato (i dati di dettaglio nell’articolo), una tendenza della survey sulle imprese lombarde confermata dal calo della fiducia delle imprese manifatturiere del Nord-Ovest rilevato dall’Istat nella rilevazione pubblicata venerdì scorso.
Solo il 37% della spinta dei prezzi delle materie prime si trasla sui prezzi di vendita – L’articolo propone i risultati di una simulazione controfattuale in cui si evidenzia che nel 2021 le imprese manifatturiere hanno traslato sui prezzi di vendita circa un terzo (37,4%) dello shock dei prezzi delle commodities non energetiche, con una riduzione di margini che comprime la creazione di valore aggiunto, con conseguenze negative su investimenti, domanda di lavoro, innovazione e crescita del PIL.
L’articolo esamina i numerosi fattori che stanno sostenendo la fiammata dei prezzi delle commodities tra i quali la ripresa della produzione mondiale, le strettoie dell’offerta, le difficoltà nella logistica e nel trasporto merci via mare, l’aumento dei tempi di consegna – che diventa un ostacolo per le imprese esportatrici (vedi grafico qui sotto) -, la domanda di materie prime per produrre beni necessari durante l’emergenza sanitaria e per il packaging dei prodotti alimentari per asporto e dei prodotti venduti tramite e-commerce.
Si sovrappongono, inoltre, determinanti specifiche per alcune commodities, come l’aumento della domanda di ‘minerali critici’ utilizzati nei processi della transizione green, la carenza di semiconduttori, la forte domanda di materiali per l’edilizia.
Le previsioni delle autorità monetarie rimangono orientate ad una temporaneità delle spinte inflazionistiche. Una spinta persistente sui prezzi potrebbe accelerare il ritorno a politiche monetarie restrittive, con effetti recessivi sulla domanda delle famiglie e ricavi e gli investimenti delle imprese.
Ostacoli all'esportazione delle imprese manifatturiere 2011-2021
I trim- 2014-IV trim. 2021, saldi %, dati grezzi - Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
BENESSERE - Cosmoprof Worldwide slitta a maggio. Nuovo rinvio per la manifestazione bolognese
La 53^ edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna è stata riposizionata dal 28 aprile al 2 maggio 2022 a Bologna, al fine di agevolare il più possibile la partecipazione in presenza degli operatori internazionali.
"La decisione di posticipare la manifestazione in presenza al 28 aprile - 2 maggio, seppur sofferta, è il frutto di un dialogo continuo e responsabile con i nostri player, per agevolare la presenza degli operatori internazionali, che potranno organizzare la visita all’evento con maggior agio e vivere con maggiore serenità il loro ritorno a Cosmoprof” ha spiegato Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere.
Resta confermata l’opportunità di fruire di transfer gratuito per acconciatori ed estetisti associati a Confartigianato, secondo le modalità di prenotazione già comunicate, mentre il termine per l'acquisto dei biglietti per coloro che fruiranno di tale agevolazione è stato differito all’8 aprile p.v., come da informativa diffusa da Confartigianato Benessere.
Confermata anche l'Hair Ring Selected -la performance per giovani talenti organizzata da Camera Italiana dell'Acconciatura alla quale prende parte Confartigianato Acconciatori sotto il coordinamento della Presidente Tiziana Chiorboli - che si svolgerà lunedì 2 maggio dalle ore 15.30 alle ore 17.
STUDI – I 10 paradossi e dilemmi della transizione energetica. L’analisi dell’Ufficio Studi su IlSussidiario.net
L’ipotesi di includere nucleare e gas nella tassonomia green, l’elenco delle attività classificate dall’Unione europea come sostenibili dal punto di vista ambientale, delinea solo l’ultimo paradosso che si aggiunge ad altri aspetti contraddittori che la transizione energetica sta mettendo in evidenza. L’analisi dei dilemmi della transizione green, è proposta dall’Ufficio Studi nell’articolo Transizione green/ I 10 paradossi verdi che pesano su Ue e Italia a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato oggi su IlSussidiario.net.
Nel dettaglio sono esaminati e incrociate evidenze statistiche relative a dipendenza energetica dall'estero, emissioni di gas serra, prezzi del gas naturale, dell'elettricità e del gasolio, bolletta energetica, produzione di autovetture, l’utilizzo delle fonti energetica, con un focus su carbone e solare, dipendenza dal gas per la produzione elettrica, le quote dei paesi fornitori di gas e flussi di import diretti ai rigassificatori.
Last but not least l'analisi dei dati sulla tassazione ambientale, da cui emerge che il principio 'chi inquina paga' alla base della politica ambientale europea, risulta ampiamente disatteso. L’Italia si colloca al 6° posto tra i 27 paesi dell'Unione europea per livello di tassazione green, mentre è relativamente più virtuosa in termini di emissioni, posizionandosi al 18° posto per emissioni di CO2 per abitante. Nel confronto tra le due maggiori economie manifatturiere europee, l'Italia registra una intensità di emissioni del 28,7% inferiori a quelle della Germania a fronte di una tassazione ambientale superiore del 77,8% (1,3 punti di PIL in più rispetto all’1,7% della Germania).
I DIECI PARADOSSI
1 | Obiettivi green a somma zero
2 | Politiche europee poco efficaci per target globali
3 | Ripresa e competitività a rischio con il boom dei prezzi decisi fuori dall'Ue
4 | Transizione verso l’auto elettrica, tra maggiori costi e crollo della produzione
5 | Sale l'uso del carbone
6 | Elettricità ad alta dipendenza dal gas
7 | Gas: sale la concentrazione dei fornitori e la dipendenza dalla Russia
8 | Dipendenza dal ‘tubo', pochi i benefici della concorrenza del gas liquefatto
9 | 'Chi inquina paga' , ma solo sulla carta
10 | Solare, la Spagna sorpassa l’Italia
STUDI - Trasporto persone: mancano 2,3 miliardi di euro di ricavi rispetto i livelli pre-crisi. Con la Moda, il settore con maggiore ritardo nella ripresa
La nostra economia è in ripresa, trainata dalle costruzioni e dai settori della digital economy che nei primi nove mesi del 2021 segnano un aumento del volume del valore aggiunto rispetto ai livelli pre crisi, rispettivamente, del +10,7% del +5,7%. Il recupero è frenato dal calo del 4,9% nei servizi, con il maggiore ritardo (-9,8%) nel commercio, trasporto e alloggio.
La caduta della mobilità dovuta alle restrizioni per contrastare l'epidemia da Covid-19 ha impattato fortemente sui trasporti. Mentre la ripresa dell’economia, il recupero della manifattura e la crescita delle vendite dell’e-commerce hanno attutito l’impatto della crisi sul trasporto merci, permangono forti criticità nel settore del trasporto persone. Le principali tendenze del settore sono state anticipate ieri nel corso del Consiglio Direttivo, tenuto in videoconferenza, di Confartigianato Auto-Bus Operator.
L’analisi dei dati sulla struttura imprenditoriale delinea il settore del trasporto persone composto da 29 mila imprese e con 80 mila addetti, nel perimetro delle attività di trasporto con taxi, trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente e di autobus turistici e scuolabus. Nell’appendice statistica predisposta dall’Ufficio Studi – per scaricarla accedere a 'Consultare ricerche e studi' – il quadro territoriale di imprese e addetti del settore.
Nel 2021 si stima, sulla base dei risultati della survey condotta dall'Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia a settembre 2021, per le imprese del trasporto persone una caduta dei ricavi del 21,8%. Si tratta del settore che, con la moda, registra il ritardo più accentuato del recupero successivo alla recessione causata dal Covid-19. In valore assoluto, nel settore del trasporto persone i ricavi del 2021 sono inferiori di 2.284 milioni di euro rispetto al livello pre-crisi.
Il trend degli indicatori chiave per il settore - L’analisi condotta dall’Ufficio Studi di alcune delle variabili di riferimento per le imprese del trasporto persone delinea un quadro fortemente critico.
Al 21 gennaio 2022 l’indicatore degli spostamenti relativi agli hub di trasporto – tra i quali, stazioni ferroviarie, della metropolitana, dei taxi e degli autobus, porti – basato sui dati di mobilità di Google registra una diminuzione del 31,7% rispetto ai livelli pre-pandemia.
Per quanto riguarda il traffico aereo e ferroviario, i passeggeri movimentati dal trasporto aereo nei primi nove mesi del 2021 sono crollati del 65,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 e i viaggiatori che vanno in treno negli ultimi quattro trimestri - anno mobile tra il secondo trimestre 2020 ed il primo trimestre 2021 - sono inferiori del 63,1% rispetto al 2019.
Sul comparto del trasporto persone pesa il ritardo del ritorno alla normalità dei flussi turistici. Nei primi dieci mesi del 2021 si registra una perdita di 53 milioni di arrivi turistici (-45,0%) e di 150 milioni di presenze (-37,2%) rispetto allo stesso periodo del 2019. Particolarmente critica la situazione del turismo straniero - che nel nostro Paese ha un peso superiore rispetto alla media Ue - i cui arrivi sono il calo del 62,2% nel periodo in esame, e le cui presenze risultano più che dimezzate (-54,5%).
In chiave territoriale, nei primi nove mesi del 2021 sono lontane dai livelli pre-crisi le presenze turistiche di Lazio (73,8%), Campania (-60,1%), Valle d'Aosta (-54,0%) e Lombardia (-47,6%), quattro regioni che insieme concentrano il 24,1% delle presenze nazionali.
L’analisi dei flussi turistici delle grandi città - 12 comuni italiani con più di 250mila abitanti che nel 2019 concentravano circa un quinto delle presenze e in cui è maggiore la domanda di servizi di mobilità delle persone - evidenzia che nei primi nove mesi del 2021 le presenze turistiche sono inferiori del 71,0% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nei primi nove mesi del 2021 il fatturato dei servizi segna un -1,1% rispetto lo stesso periodo del 2019, appesantito dal calo del 36,2% dei ricavi nei settori di turismo, alloggio e ristorazione, composizione di un calo del 72,3% per agenzie di viaggio e tour operator, di un calo del 35,8% alloggio e di una diminuzione del 28,2% per la ristorazione.
Dopo il forte calo nel 2020 dei pernottamenti per viaggi di lavoro (-67,5%), nei primi nove mesi del 2021 i viaggi di lavoro non recuperano, attestandosi sugli stessi livelli del 2020, con un persistente ritardo delle riunioni d’affari (-46,5% rispetto al 2020), mentre rimbalzano le attività di rappresentanza, vendita e installazione (+67% nell’anno), ma rimanendo su livelli dimezzati rispetto al 2019.
Sul calo della domanda per i servizi di trasporto persone ha drammaticamente pesato anche la rarefazione della didattica scolastica in presenza e la sospensione diffusa dei viaggi di istruzione, fenomeni che hanno fatto crollare gli spostamenti non solo degli studenti ma anche del corpo docente ed amministrativo e limitato anche quelli dei lavoratori impegnati nella manutenzione e pulizia dei luoghi di istruzione.
Per scaricare l’appendice statistica ‘Imprese e addetti del trasporto persone per territorio’ accedere a 'Consultare ricerche e studi'.
Indice Google Mobility per hub di trasporto: confronto 2021 fino al 22 gennaio rispetto ad un anno prima
21 feb. 2020 (inizio rilevazioni)-22 gen. 2021 e 1 gen. 2021-22 gen. 2022. Media mobile a 7 giorni della var. % rispetto alla baseline* - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Google
Dinamica delle presenze negli esercizi ricettivi rispetto al pre-crisi nelle regioni
Primi 9 mesi del 2021. Variazione percentuale su stesso periodo del 2019 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Presenze turistiche: dinamica tendenziale e pre-crisi nei primi 10 mesi e in estate (giu.-set.) del 2021 per cittadinanza
Primi 10 mesi 2021 ed estate (giugno-settembre) 2021. Variazioni %. Dati provvisori soggetti a revisione - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat