AUTOTRASPORTO - UNATRAS: “Incontro col governo senza soluzioni concrete, prosegue la trattativa a oltranza”
"L’incontro al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, presieduto dalla viceministra Teresa Bellanova, si è concluso senza aver ancora prodotto i risultati tangibili che UNATRAS e gli autotrasportatori che autonomamente hanno deciso di attuare azioni di protesta, si attendevano".
Lo comunica UNATRAS, il coordinamento delle maggiori associazioni dell’autotrasporto in Italia guidato dal Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani.
"UNATRAS - prosegue il comunicato - riconferma la propria disponibilità a proseguire il confronto con le istituzioni, tenendo aperto il dialogo con le imprese per individuare le iniziative più efficaci e opportune per raggiungere le soluzioni auspicate dalla categoria".
Sul tavolo, le richieste di un sostegno economico adeguato ad affrontare l’eccezionale aumento dei costi e di un intervento concreto ed efficiente sulle norme per garantire una maggiore regolarità del mercato dell’autotrasporto.
"UNATRAS, che non si riconosce minimamente nelle azioni di violenza che hanno avuto luogo in questi giorni, non esclude comunque il ricorso al fermo nazionale dei servizi, ma sempre nel rispetto delle regole e dei codici di autoregolamentazione".
STUDI – Oreficeria made in Italy, 3 imprese su 4 sono artigiane. Il report Confartigianato presentato a Dubai
Confartigianato Imprese ha preso parte all’Innovation Talk “Italian Sustainable Jewelry” organizzato da ICE il 21 febbraio 2022 a Dubai, nell’ambito degli eventi di ExpoDubai dedicati al comparto orafo. La presenza di Confartigianato ha visto l’intervento del Prof. Lorenzo Zanni (Professore Ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università di Siena), dal titolo “The challenge of sustainability for Made in Italy jewelry – gold industry: from a single business strategy to a collective strategy”, centrato sul tema della sostenibilità ambientale e sociale nel comparto orafo. Nell’intervento sono stati richiamati alcuni dati del report settoriale dell’Ufficio Studi ‘Key data - Oreficeria’, con evidenze su struttura imprenditoriale, esportazioni e imprese certificate RJC. Per scaricarlo accedi a 'Consultare ricerche e studi'.
Il comparto orafo conta 11.389 imprese a fine a fine 2021 che danno lavoro a quasi 31 mila addetti e nel confronto internazionale l'Italia è prima per addetti in Ue, con ampio distacco rispetto a Francia (19,9 mila addetti) e Germania (16,8 mila addetti). Spiccata la vocazione artigiana dell’oreficeria italiana che conta 8.642 imprese artigiane e rappresenta i tre quarti (75,9%) delle imprese del comparto, quota ampiamente superiore rispetto al 21,2% osservato nel totale economia; in termini occupazionali i quasi 16 mila addetti dell'artigianato del comparto sono il 51,9% del comparto e anche in questo caso si supera nettamente la media del 15,0%.
Nei primi 11 mesi del 2021 la produzione del comparto orafo è ai massimi dal 2007 e supera del 31,3% quella dell'Ue: il comparto supera inoltre dell'11,4% il livello pre-crisi dello stesso periodo del 2019 mentre l'Ue si ferma a +2,3% ed è in controtendenza rispetto al Manifatturiero italiano che inferiore al livello pre-crisi dell'1,0%.
L'Italia primeggia in Ue anche per valore delle esportazioni che ammontano a 8 miliardi nei 12 mesi tra novembre 2020 e ottobre 2021 e superano i 5,6 miliardi della Francia, i 3,4 miliardi del Belgio ed i 3,4 miliardi della Germania. Rispetto allo stesso periodo di due anni prima le vendite italiane all'estero di questi prodotti crescono del 6,7% in controtendenza rispetto al -0,8% dell'Ue a 27 e facendo meglio rispetto all'intero made in Italy che registra un +4,9%.
L’analisi dei mercati di destinazione dei prodotti dell’oreficeria made in Italy mostra che il primo cliente di prodotti orafi del nostro Paese sono gli USA con acquisti per 1,3 miliardi di euro ed una quota del 16,3%, seguiti dalla Svizzera con 1 miliardo (13,6%) e dagli Emirati Arabi Unito con 876 milioni (10,9%). Il comparto orafo è fortemente presente nei mercati extra Ue che assorbono tre quarti (76,2%) delle esportazioni, a fronte del 67,5% dell'Ue e del 47,9% del made in Italy: rispetto al pre-crisi i mercati extra Ue crescono del 5,0% e vengono superati dai mercati Ue con un aumento del +12,7%.
Il settore presenta un marcata specializzazione distrettuale, con una forte concentrazione nelle province di Arezzo, Vicenza e Alessandria: gli ultimi dati disponibili per i dodici mesi terminanti a settembre 2021 le indicano come le prime province esportatrici italiane rispettivamente con 2.398 milioni di euro, 1.574 milioni e 1.388 milioni che complessivamente rappresentano il 69,2% delle vendite italiane all'estero del comparto. In termini di dinamica nei primi 9 mesi del 2019 si rileva una crescita del comparto orafo del 68,1%, molto più vivace rispetto al +19,5% del made in Italy, con in particolare un rimbalzo del +92,4% per Arezzo. Il comparto supera inoltre il livello pre-crisi del 7,1% - contribuendo inoltre al +4,0% delle altre manifatture, uno dei settori a maggior concentrazione di MPI - mentre il made in Italy si ferma sul +5,2% ed anche in questo caso tra le prime tre province esportatrici primeggia Arezzo con il +17,3% seguita da Vicenza con il +16,7% mentre Alessandria è in ritardo con un calo del 36,2%.
Il Prof. Zanni ha presentato, come case study, una nostra impresa associata del distretto aretino che ha ottenuto la certificazione RJC (Responsible Jewellery Council) e ha illustrato una panoramica sulla propensione delle imprese verso questo tipo di certificazione e sugli effetti positivi in termini economici e di percezione dell’affidabilità dell’impresa da parte del consumatore che la certificazione RJC (o altre), può fornire alle PMI. Nella ricerca della qualità produttiva e di design che da sempre caratterizza il comparto si sta ampliando l'aspetto etico ed ambientale: dal report di Confartigianato si evince che l’Italia è prima al mondo per imprese certificate da RJC con 210 delle 1.411 imprese totali che per i tre quarti (76,7%) sono produttori e/o grossisti di gioielli e orologi (161 imprese), quota di ben 22,4 punti percentuali più alta rispetto a quella media mondiale (54,2%).
Livello della produzione: confronto tra comparto orafo e Manifatturiero in Italia e comparto orafo in Ue a 27
Anni 2007 (anno pre-Grande crisi)-2020 e primi 11 mesi 2021. Indici medi 2015=100 corretti per gli effetti di calendario. Nace 32.1 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Esportazioni del comparto orafo e dinamica su pre-crisi nei paesi Ue
12 mesi novembre 2020-ottobre 2021. Milioni di euro e variazione percentuale su 2 ani prima (nov. 2018-ott. 2019). Nace 32.1 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Principali province export comparto orafo (oltre 10 mln euro) e dinamica nei primi 9 mesi 2021 nelle prime 7 province
Primi 9 mesi 2021. Var. % tendenziale e su stesso periodo 2019. Ateco 32.1. Prime 7 province: >100 mln export in 12 mesi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI – Manifattura vicina (-0,4%) ai livelli pre-Covid. Nei settori in recupero il 73% dell’artigianato, pesante ritardo per la moda
L’analisi delle più recenti tendenze su crescita, prezzi e congiuntura evidenzia che la produzione manifatturiera, grazie al rimbalzo del +13% nel 2021, ha quasi completamente recuperato i livelli di attività pre-pandemia, (-0,4% rispetto al 2019).
Nel confronto internazionale basato sui dati Eurostat pubblicato nei giorni scorsi e centrato sulle prime dieci economie manifatturiere europee - rappresentative dell'84,5% del valore della produzione Ue – si osserva che a fronte del recupero dell’Italia, si registrano ancora ampi ritardi sia per la Francia (-5,6%) che per la Germania (-5,8%). In territorio negativo anche la Spagna (-2,8%), mentre segnano un maggiore dinamismo della produzione i paesi dell’Unione di fascia intermedia, con Polonia e Belgio che nel 2021 segnano un +13,4% rispetto il 2019, Paesi Bassi con +5,3%, Svezia con +3,8% e Austria con +3,2%, mentre per la Repubblica ceca, come per l'Italia, il recupero è quasi completato (-0,5%).
Trend dei dieci settori con più alta presenza di imprese artigiane - Nei dieci settori principali, dove si addensa l'84% dell'occupazione manifatturiera artigiana – anche grazie al traino della domanda di materiali per l'edilizia - si registra un recupero a doppia cifra per il legno, che segna una produzione 2021 del 12,4% superiore a quella del 2019 mentre il settore del vetro, cemento, ceramica, ecc.. segna un +8,9%. Design e valore artigiano del made in Italy di alta qualità contraddistinguono i settori delle altre manifatture (occhialeria, gioielleria, ecc.. con +7,32%) e dei mobili (+5,8%). In territorio positivo anche alimentare (+2,2%) e prodotti in metallo (+2,0%), mentre oscilla attorno alla parità la filiera dei macchinari, con la riparazione e installazione macchinari che segna un +0,2% mentre i macchinari registrano un -0,8%. In pesante ritardo, invece, i settori della moda – con 155 mila addetti rappresenta un sesto (17,2%) della manifattura artigiana -, con la pelle che segna una riduzione del 18,6% del volume di produzione rispetto a quello di due anni prima, e l'abbigliamento nel quale la produzione si è ridotta di oltre un terzo (-35,4%).
Nel complesso dei settori in recupero rispetto ai livelli pre-Covid-19, si concentra il 72,6% dell’occupazione delle imprese artigiane manifatturiere.
Sentiero di recupero irto di ostacoli – Sulla buona performance della manifattura e del made in Italya gravano alcune gravi criticità: il rincaro delle materie prime, il deragliamento dei prezzi dell’energia, le ombre della crisi ucraina, la difficoltà di reperire il personale specializzato e, come conseguenza dei colli di bottiglia sulle filiere globali, scarsità dei materiali e lunghi tempi di consegna, che si affiancano ad aumenti ‘a tripla cifra’ del costi dei noli marittimi. L’analisi di questi indicatori critici è contenuta nel 17° report di Confartigianato ‘Le tendenze a inizio 2022, tra rischi e opportunità per le imprese’ per scaricarlo accedi a 'Consultare ricerche e studi'.
Il peso della manifattura artigiana sul territorio - In It alia sono attive 232 mila imprese artigiane manifatturiere, che danno lavoro a 899 mila addetti, pari al 23,9% dell'occupazione del settore e il 5,2% dell'occupazione delle imprese in tutti i settori.
Le regioni - Il peso maggiore della manifattura artigiana sull’economia regionale è nelle Marche dove gli addetti delle imprese artigiane manifatturiere sono l’11,3% dell'occupazione delle imprese in tutti i settori della regione. Seguono la Toscana con il 9,4%, il Veneto con il 7,9%, l'Umbria con il 7,7%, l'Emilia Romagna con il 6,3%, la P.a. Bolzano con il 6,2% e il Friuli Venezia Giulia con il 5,5%.
La top ten delle province – L’apporto dell’artigianato manifatturiero all’economia del territorio è più elevato a Prato, provincia nella quale gli addetti delle imprese artigiane manifatturiere sono il 22,7% dell’occupazione delle imprese in tutti i settori della provincia. Seguono Fermo con il 19,6%, Arezzo con il 14,7%, Macerata con il 13,4%, Pistoia con l’11,3%, Vicenza con l'11,0%, Pesaro Urbino con il 10,8%, Rovigo con il 10,1% Barletta-Andria e Trani con il 9,1% e Padova con il 9,0%.
È disponibile nella intranet l'Appendice statistica con il quadro aggiornato per regione e provincia, delle imprese artigiane e totale imprese della manifattura e relativi addetti. Per scaricarla accedi a 'Consultare ricerche e studi'.
Produzione manifatturiera: le tendenze rispetto il pre-Covid-19 per i paesi UE
2021, var. % rispetto 2019, dati grezzi, per Ue a 27 dati corretti con calendario - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Peso manifattura artigiana sull’economia per regione
2019, % addetti imprese artigiane manifatturieri su addetti totale imprese del territorio - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Le prime 40 province per peso della manifattura artigiana sull’economia
2019, % addetti imprese artigiane manifatturieri su addetti totale imprese del territorio - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI – Lavoro, tra crisi occupazione autonoma (-6,2%) e 41,4% assunzioni nelle imprese artigiane di difficile reperimento
Il segnale di recupero dell’occupazione indipendente che avevamo registrato a novembre 2021, non si è confermato nella successiva rilevazione dell’Istat di dicembre. La crisi del lavoro da Covid-19 continua a scaricarsi integralmente su imprenditori, collaboratori e lavoratori autonomi. Sul fronte della domanda le piccole imprese sono protagoniste, ma faticano a trovare manodopera, quelle artigiane in maniera più accentuata.
Le ultime tendenze del mercato del lavoro - La ripresa in corso – seppur ‘raffreddata’ dalla pressione di maggiori costi per le imprese e dal calo del volume dei consumi determinato dall’inflazione - si riverbera sul completo recupero dei livelli pre-crisi dell’occupazione dipendente, che a dicembre 2021 segna un +0,2% (+34 mila unità) rispetto a febbraio 2020, precedente allo scoppio dei contagi da Covid-19. Il calo di 286 mila occupati totali cumulato in 22 mesi di pandemia è tutto determinato dal lavoro indipendente che registra una caduta del 6,2%, pari a 320 mila occupati in meno.
Nel solo mese di dicembre 2021, l’effetto dell’aumento del lavoro dipendente di 52 mila unità è azzerato dalla caduta di 51 mila occupati indipendenti, delineando una stazionarietà dell’occupazione totale rispetto al mese precedente.
Imprese artigiane con più difficoltà a reperire personale - Mentre le micro e piccole imprese sono protagoniste della ripresa post-pandemia della domanda di lavoro, sale la difficoltà di reperimento del personale. L'esame dei dati del sistema Excelsior di Unioncamere-Anpal evidenzia che nel 2021 il 32,2% delle entrate previste dalle imprese sono di difficile reperimento, in aumento rispetto al 29,7% del 2020 e al 26,4% del 2019. Si osserva una maggiore accentuazione per le imprese artigiane, per le quali la quota di entrate di difficile reperimento nel 2021 sale al 41,4%, 3,2 punti in più del 38,2% del 2020 e 8,6 punti in più del 32,8% del 2019. Altre evidenze - come riportato dalla Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana dell'Istat – segnalano una diffusione di questo aspetto critico della domanda di lavoro: quasi i due terzi delle imprese che hanno aumentato o hanno intenzione di aumentare l’occupazione trovano difficoltà nel reperire lavoratori con competenze adeguate.
I settori - Nella manifattura la quota di imprese che segnalano ostacoli all’attività causata dalla scarsità di manodopera sale al 6,1% - il massimo degli ultimi 20 anni – con una forte accentuazione per il settore dei Macchinari dove la quota di imprese interessate dal fenomeno sale al 12,1%, come già messo in evidenza nell’ultimo Rapporto Meccanica di Confartigianato. Seguono, con valori superiori alla media, Mobili con 11,0%, Legno con 9,7%, Prodotti metallo con 9,3%, Gomma e materie plastiche e Riparazione macchinari, entrambi con l’8,0%.
All’opposto, i segnali di scarsità sono più attenuati per Tessile e Farmaceutici, e Autoveicoli con 2,2%, Alimentari con 1,5% e Altri mezzi trasporto con 1,1%.
Dinamica occupazione in 22 mesi di pandemia per posizione professionale
Febbraio 2020 - dicembre 2021, var. ass. e %. dati destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Entrate di difficile reperimento per totale imprese e imprese artigiane
2021, % entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere - ANPAL
Imprese manifatturiere con attività ostacolata da scarsità di manodopera per settore
IV trim. 2021, % imprese - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
BERGAMO - Al via la realizzazione della prima comunità energetica bergamasca
Confartigianato imprese Bergamo, in collaborazione con LIA - Liberi Imprenditori Associati, ha messo a punto uno studio di fattibilità per la realizzazione della prima comunità energetica della provincia di Bergamo.
Si tratta di un progetto pilota che, grazie anche ad incontri con le istituzioni del territorio, verrà realizzato nel PIP di via Canovine a Bergamo e che interesserà diverse imprese artigiane della zona che potranno con questo progetto avere importanti occasioni di risparmio attraverso la produzione di energie rinnovabili da utilizzare in condivisione.
Le "comunità energetiche rinnovabili", introdotte nel nostro Paese dal Decreto Milleproroghe 162/2019, sono infatti nuove forme di aggregazioni tra cittadini, attività commerciali, autorità locali e imprese, che uniscono le forze, dotandosi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
Ed è proprio di oggi l'approvazione della Legge Regionale “Promozione e sviluppo di un sistema di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Lombardia. Verso l'autonomia energetica” che, grazie ad un investimento complessivo di 22 milioni e mezzo di euro, permetterà di avviare la realizzazione di una rete diffusa di impianti di produzione energetica per abitazioni private, imprese e istituzioni, con l’obiettivo di far sorgere 6mila comunità energetiche in Lombardia entro i prossimi cinque anni.
Si inserisce quindi in questo contesto il progetto pilota che verrà avviato da Confartigianato Bergamo e Lia e che, partendo dal coinvolgimento delle aziende del PIP, ha l’obiettivo di estendere queste opportunità ad altre realtà produttive del territorio bergamasco.
“Si tratta di un’iniziativa che attesta la grande sensibilità e attenzione che il mondo artigiano bergamasco da sempre manifesta verso i temi della transizione energetica, del risparmio energetico e dell’ambiente– affermano il presidente di Confartigianato Imprese Bergamo, Giacinto Giambellini e il presidente di LIA, Marco Amigoni -. Uno studio del Politecnico di Milano (Electricity Market Report) reputa che entro il 2025 le comunità energetiche italiane saranno circa 40mila e coinvolgeranno circa 1,2 milioni di famiglie e 10mila PMI. Noi artigiani, che da 13 anni, anche attraverso la Settimana per l’energia, portiamo avanti queste tematiche e sensibilizziamo la cittadinanza e le imprese a mettere in atto comportamenti green, siamo davvero orgogliosi di questo progetto pilota, che ci rende un esempio di buone prassi e di innovazione, un progetto che auspico tanti altri vorranno seguire”.
CAAF - Disponibili su Personal Caf 2.0 le liste dei documenti per l’elaborazione delle pratiche ISEE e 730 2022, con le principali novità normative. Entra anche tu nel nostro mondo!
In attesa dell’avvio della campagna fiscale 2022, il Caaf Confartigianato ha messo a disposizione dei propri clienti iscritti al portale “Personal CAF 2.0” la lista dei documenti per la DSU 2022, al fine di ottenere l'Attestazione ISEE e la lista dei documenti per l’elaborazione del Modello 730/2022. Si ricorda che, quest’anno l’Attestazione ISEE è funzionale anche per il corretto calcolo dell’ammontare dell’assegno unico universale per i figli.
L’elenco della documentazione necessaria per l’erogazione di questi servizi è visualizzabile e scaricabile dal portale. Inoltre, i contribuenti, come ogni anno, avranno la possibilità di trasmetterli all’operatore territoriale del CAAF, senza muoversi da casa. Questo il percorso del portale per inviare la documentazione: "Il mio caf on line", "i miei documenti", "DSU ISEE 2022" o "730 2022", "carica documento".
Il portale riservato ai clienti iscritti rappresenta un utile strumento, disponibile 24h su 24h, a cui si accede mediante qualsiasi supporto (PC, smartphone o tablet) connesso ad internet. Un servizio prezioso che consente ai clienti di fruire di un’ampia offerta di servizi (alcuni dei quali previa abilitazione dello Sportello territoriale):
Accesso archivio e scarico dei documenti archiviati, limitatamente a: Modello 730 stampato e ricevuta presentazione, CU INPS, Attestazione ISEE stampata, Modello INVCIV stampato, RED (ordinario e sollecito) stampato, Reddito di cittadinanza stampato e Comunicazione opzione cessione Superbonus e Altre detrazioni, con relativa ricevuta di presentazione;
Lettura news (predisposte e pubblicate dalla sede nazionale del CAAF ed avente carattere informativo generale per tutti i contribuenti);
Invio documenti al portale da parte del cliente, dopo preventiva scansione o anche via foto, utili per i servizi erogati dalla sede territoriale (esempio scontrini o documenti fiscali per l’elaborazione del Modello 730/2022);
Prenotazione e richiesta appuntamenti per i servizi erogati dalla sede territoriale tramite l’agenda (previa configurazione/abilitazione della stessa da parte dello Sportello territoriale);
Utilizzo tipologie più diffuse di modelli di autocertificazione.
Iscriversi a CAF 2.0 è semplice, gratuito, richiede solo pochi attimi. Vuoi iscriverti? Clicca QUI