STUDI – Made in Italy in settori di MPI: nel 2021 al top del 7,9% del PIL. Pesa la guerra e il ritardo della moda

 

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha accelerato la crisi energetica iniziata nel 2021, generando segnali recessivi che influenzano negativamente la competitività delle imprese e compromettono i buoni risultati conseguiti nel 2021, come nel caso delle esportazioni. In particolare, nei settori a maggior concentrazione di MPI - alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, quali soprattutto gioielleria ed occhialeria – l’export lo scorso anno è salito a 141,2 miliardi di euro, raggiungendo il massimo storico del 7,9% del PIL. Nonostante il pesante ritardo della moda, le esportazioni in questi settori recuperano completamente la crisi causata dalla pandemia, superando del 4,2% i livelli del 2019: la crescita del +18,3% nel 2021, leggermente più accentuata del +17,5% del Manifatturiero, più che compensa il calo del 12,0% del 2020. L’analisi delle vendite all’estero di questo rilevante cluster della manifattura italiana è proposta nell’ultima Elaborazione Flash curata dall’Ufficio Studi ‘Made in Italy nei settori di MPI, tra pandemia e guerra in Ucraina’. Per scaricarla accedi a ‘Consultare ricerche e studi’.

Pesanti effetti della guerra in Ucraina – Il report di Confartigianato evidenzia che l’Italia è il terzo fornitore europeo di prodotti nei settori di MPI nei mercati di Russia e Ucraina, per salire al primo posto per i prodotti della moda, mobili e gioielleria. In questi ultimi due settori il report propone due focus sul made in Italy nei mercati coinvolti dalla guerra. Inoltre, viene registrato che nel 2021 ammontano a 2,2 miliardi di euro le esportazioni dei beni di lusso oggetto di sanzioni Ue contro la Russia (qualora superino una soglia, di norma, di 300 euro di valore unitario). La guerra ha amplificato gli effetti negativi di alcune criticità manifestate nel corso del 2021 e che stavano compromettendo la ripresa della manifattura: la scarsità di materiali, l’allungamento dei tempi di consegna, l’aumento dei prezzi delle commodities e del costo del nolo di container, a cui si è affiancato il rallentamento dell’import cinese.

Nel 2021 recupero diffuso tra i settori, ma pesa il ritardo della moda – La performance positiva è diffusa tra i settori, ad eccezione della moda che, come anticipato nell’ultimo report settoriale, registra un calo dell’export del 4,4% rispetto ai livelli pre-pandemia. Tra i principali settori di MPI superano i livelli pre-crisi l'alimentare con il +15,2%, i mobili con il +8,3%, i metalli con il +7,8%, le altre manifatture con il +7,6% e il legno con il +6,6%. Sono invece sotto i livelli di due anni prima il tessile con -5,1%, la pelle (prevalentemente calzature e borse) con -5,0% e l’abbigliamento con -3,5%.

Il trend dei territori - Tra le principali regioni si rileva un recupero a doppia cifra per l’export di MPI nel Lazio (+23,4% rispetto al 2019), in Friuli-Venezia Giulia (+15,4%) e Trentino-Alto Adige (+14,5%). Si registrano, inoltre, aumenti sopra alla media in Campania (+8,0%), Veneto (+5,4%) e Lombardia (+4,6%).

Sempre tra le principali regioni, i settori di MPI mostrano una dinamica migliore rispetto a quella del Manifatturiero nel Lazio (il +23,4% dei settori in esame supera nettamente il +3,5% del manifatturiero) in Trentino-Alto Adige (+14,5% vs. +10,5%), in Campania (+8,0% vs. +5,8%) e in Puglia (+1,0% in controtendenza rispetto al -8,9% della manifattura).

Tra le principali province, si registra una crescita a doppia cifra dell’export 2021 rispetto il 2019 a Pordenone (+23,0%), Torino (+17,8%), Roma (+17,7%), Salerno (+17,6%), Parma (+17,1%), Verona (+13,8%), Provincia Autonoma di Bolzano (+13,3%), Modena (+10,4%) e Udine (+10,3%).

I dati territoriali sono proposti dall'Appendice statistica ‘Esportazioni dei settori MPI nel 2021 per regione e provincia’. Per scaricarla accedi a ‘Consultare ricerche e studi’.

 
Peso sul PIL export in settori a maggior concentrazione di MPI
Anni 1995-2021. % su PIL. 9 divisioni Ateco 2007 con % add. in MPI su add. div.>=60% nel 2019 (10,13,14,15,16,18,25,31 e 32) - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
 

Export dei settori di MPI con dettaglio dei principali comparti e Manifatturiero: dinamica annuale e su pre-crisi
Anno 2021. Variazione % su 2020 e su 2019 (pre-crisi) decrescente. Stampa (0,01% del Manifatturiero) non presente nel grafico - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 
Dinamica su pre-crisi dell'export dei settori di MPI e del Manifatturiero per regione
Anno 2021. Variazione % su 2019 (pre-crisi), settori di MPI decrescenti. Primo gruppo: oltre l'1% di export MPI - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 
 

Dinamica su pre-pandemia dell'export dei settori di MPI nelle 31 principali province
Anno 2021. Variazione % su 2019 (pre-crisi). Province con oltre l'1% di export MPI - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


EVENTI - Oggi il debutto di Spirito artigiano, la piattaforma web che valorizza la cultura dell’Italia artigiana

Spirito artigiano, la nuova piattaforma digitale sviluppata dalla Fondazione Manlio Germozzi sulla base del progetto culturale di Confartigianato teso a valorizzare il ruolo centrale dell’artigianato nel Paese, non solo a livello economico, ma anche sociale e culturale, approda oggi sul web.

“Spirito Artigiano – sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese, Marco Granelli - nasce per creare un luogo di riflessione, di condivisione e di confronto sulla cultura dell’artigianato. Un luogo virtuale, un magazine digitale, un’agorà contemporanea in cui produrre pensiero sul presente e futuro del lavoro artigiano, sulla sua complessità e bellezza, sui valori che esso esprime, ben oltre il significato puramente economico”.

“Si parlerà di valore artigiano - prosegue - e si cercherà di prendere la guida di un dibattito culturale che accompagni la trasformazione dell’essere artigiani oggi. E del Paese”.

Un sito innovativo, dall’approccio molto editoriale, colloca la piattaforma nel solco della grande tradizione dei magazine anglosassoni, puntando all’uso di grandi illustrazioni realizzate ad hoc per la notizia di apertura che cambierà con cadenza quindicinale. L’uso di illustrazioni conferisce alla homepage grande impatto, ed è accompagnato da una scelta tipografica forte e moderna.

La navigazione avviene attraverso un menu fluido, con poche voci a copertura delle aree tematiche individuate. La vera articolazione dei contenuti è affidata a un sistema di tag che permette di leggere trasversalmente i temi delle notizie collegando opinioni, ricerche, discussioni, articoli di rassegna stampa, storie di imprenditori, libri, webinar e approfondimenti redatti da firme del mondo accademico e del giornalismo.

La piattaforma è stata presentata in occasione della Giornata del Valore artigiano, promossa da Confartigianato lo scorso 19 marzo per celebrare l’identità e l’orgoglio dell’Italia artigiana.

“Non si tratta – ha spiegato il professore Mauro Magatti  – di una ‘vetrina’, ma di un grande archivio di strumenti per valorizzare la qualità dell’artigianato nelle sue molteplici forme ed espressioni. L’Italia è il valore artigiano, ma occorre farlo comprendere con un’azione di accompagnamento culturale e di formazione, coinvolgendo i giovani e favorendo la trasmissione di conoscenza”.

“Abbiamo voluto denominarla ‘Spirito Artigiano’ – ha sottolineato nell'evento di lancio il professore Giulio Sapelli, Presidente della Fondazione Germozzi – perché la parola spirito richiama una forza di popolo, di persone e di imprese che sono legate e tenute insieme dallo spirito artigiano, il quale esprime la vocazione originaria incline alla creatività e all’amore per la bellezza. La missione della Fondazione Germozzi è proprio quella di valorizzare l’artigianato come persona, come opportunità per i giovani, come spinta al perfezionamento culturale e individuale”.

 

Naviga al sito Spirito Artigiano


STUDI – Verso il DEF 2022: le opzioni di marzo della politica economica. Servono interventi anticiclici contro la crisi energetica

 

In questo drammatico mese di marzo, sullo sfondo degli eventi della guerra in Ucraina, si sono delineate le opzioni di politica economica del prossimo futuro. Gli orientamenti non appaiono favorevoli per l'economia italiana, che nella crisi energetica in corso registra una forte perdita di competitività delle imprese. L’Italia, inoltre, registra il più ampio deterioramento del saldo import-export di energia tra i 27 paesi dell’Ue. DopoLeggere di più