STUDI – Food made in Italy a +15,2% rispetto i livelli pre-pandemia, trend della produzione migliore dei competitor europei
La guerra in Ucraina sta producendo straordinarie tensioni sui prezzi delle commodities agricole, in particolare il mais e, in misura maggiore il grano: come evidenziato nel recente World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, Russia e Ucraina insieme rappresentano quasi il 30% delle esportazioni globali di grano. Lo shock dei prezzi determinerà effetti di lungo periodo: secondo le proiezioni del Fmi, nel 2023 i prezzi delle commodities alimentari rimarranno superiori del 7,5% a quelle del 2021 e del 39,5% sopra ai livelli del 2019, precedenti allo scoppio della pandemia. L’aumento dei prezzi delle commodities agricole e dei beni alimentari è una criticità su scala mondiale e avrà i maggiori effetti sulle popolazioni più vulnerabili, in particolare nei paesi a basso reddito.
La componente alimentare, dopo quella energia, è quella che sta contribuendo all'aumento dei prezzi dei beni, un fenomeno generalizzato in Europa. In Italia i prezzi alla produzione dei prodotti alimentari a marzo salgono del 11,7%, un tasso di crescita che non si registrava da luglio 2008. Nel confronto internazionale, disponibile a febbraio, in Italia i prezzi alla produzione aumentano del 9,5%, un ritmo meno intenso del 10,4% dell'Eurozona: nonostante una maggiore crescita dei costi dell'energia, le imprese italiane trasferiscono con minore intensità i rincari delle commodities sui listini di vendita.
Sui prezzi al consumo, ad aprile si registra un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari del 6,3%, in accelerazione rispetto al 5,5% di marzo.
Alle tensioni lungo le filiere globali alimentari, aggravate con lo scoppio della guerra, sono esposte le circa 50 mila micro e piccole attive nel settore alimentare, che danno lavoro a 254 mila addetti, pari al 61,1% dell'occupazione del settore, nel quale è marcata la connotazione artigiana: sono circa 34 mila le imprese artigiane, con 148 mila addetti, pari ad oltre un terzo (35,7%) degli addetti del settore. Il settore rappresenta il perno della filiera dell’agroalimentare italiano, a cui è dedicata Cibus 2022, la manifestazione che si apre oggi, si tiene fino al 6 maggio a Parma, e che vede la partecipazione di Confartigianato Imprese Alimentazione, con il supporto di ConfExport, con una collettiva di 16 imprese.
Nonostante il succedersi di pandemia, crisi energetica e accelerazione dei costi delle materie prime determinata dalla guerra in Ucraina, le imprese italiane della produzione alimentare hanno registrato una migliore performance rispetto ai competitor europei.
Negli ultimi dodici mesi a febbraio 2022 in Italia la produzione alimentare è del 2,3% superiore al corrispondente periodo pre-pandemia (ultimi dodici mesi a febbraio 2020), facendo meglio dei produttori di Francia (+1,6%), Spagna (+1,0%) e di Germania (-0,1%).
Il food made in Italy si conferma protagonista sui mercati internazionali, con le esportazioni del 2021 che risultano del 15,2% superiori ai livelli pre-pandemia del 2019. Nel confronto internazionale, il recupero dell’Italia è migliore rispetto al +10,8% dell’Unione europea, del +9,7% della Francia e del +5,2% della Germania.
In chiave territoriale, tra le maggiori regioni la migliore performance è ottenuta dalla Campania dove l’export supera del 19,0% il livello del 2019, seguita da Emilia-Romagna con +16,7% e Lombardia con +15,6%.
Tra le province più rilevanti - con almeno 300 milioni di export di prodotti alimentari - si osserva un maggiore dinamismo a Milano dove si registra un livello di export del 35,0% superiore a quello del 2019, seguita da Ravenna con 32,7%, Bologna con 26,6%, Udine con 26,0%, Latina con 24,1%, Torino con 23,4%, Parma con 23,0%, Pavia con 22,3% e Bari con 22,2%.
I dati dell'export alimentare per regione e provincia sono contenuti nell'Appendice statistica ‘Export nei settori di MPI’ pubblicata il 30 marzo 2022.
Il quadro delle imprese e dell’artigianato alimentare nell’11° edizione del focus sull’artigianato alimentare pubblicato il 3 dicembre 2021 nell’Elaborazione Flash ‘Il valore dell'artigianato per un regalo di Natale-Focus Artigianato alimentare”. Per scaricarli accedi a 'Consultare ricerche e studi'
Prezzo delle commodities alimentari e previsioni 2022-2023
Gennaio 2019-dicembre 2021, previsioni I trimestre 2022-IV trimestre 2023, indice 2016=100 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fondo monetario internazionale
Tendenza dei prezzi alla produzione dei prodotti alimentari 2001-2022
Gennaio 2001-marzo 2022, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica 2019-2021 export alimentare per regione
2021, var. % rispetto al 2019, maggiori regioni: > 1 miliardo € - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica 2019-2021 export alimentare nelle principali province
2021, var. % rispetto al 2019, prov. con export > 300 milioni € - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI – La trasmissione dei segnali inflazionistici e gli effetti sui bilanci di famiglie e imprese nel 19° report Confartigianato
Il prolungamento della guerra in Ucraina e una interruzione delle forniture di gas russo amplierebbe gli effetti recessivi sull'economia italiana determinati dall'aumento del prezzo delle materie prime e dalla crisi energetica, fenomeni innescati già dai primi mesi dello scorso anno.
L'analisi dell’evoluzione dei prezzi nelle filiere produttive, la dinamica di domanda e offerta di energia nel contesto delle tensioni commerciali conseguenti al conflitto in corso, le tendenze del quadro macroeconomico e degli indicatori congiunturali sono stati i temi al centro dell’odierno webinar di presentazione del 19° report di Confartigianato ‘#wareconomy – la gelata della primavera e le sfide dell’inflazione’, introdotto da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale e concluso da Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche.
Nella presentazione del report di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi, sono stati esaminati i trend dell’economia reale, con le tendenze del commercio internazionale, caratterizzato dalla frenata dell’economia cinese, gli andamenti settoriali della produzione e delle vendite al dettaglio, l’evoluzione degli investimenti, tra cui quelli finanziati con il superbonus. Nel report viene poi esaminato l’andamento del made in Italy, gli start-up di impresa, le più recenti evidenze statistiche su prestiti bancari e gli impulsi alla trasformazione digitale dati dalla pandemia.
La maggiore domanda di competenze green delle MPI e dell’artigianato - Sul mercato del lavoro la ripresa presenta un persistente ritardo per la componente del lavoro indipendente, mentre il report ha messo in luce il maggiore dinamismo della domanda di lavoro delle piccole imprese e dell'artigianato, caratterizzata da una maggiore richiesta di competenze green. Nel 2021, per il 41,1% delle assunzioni nelle imprese artigiane italiane hanno una elevata importanza le competenze su risparmio energetico e sostenibilità ambientale, 3,2 punti superiore alla media. La presenza di competenze green è richiesta nel 43,6% delle entrate nelle micro imprese, nel 37,8% delle piccole e nel 32,4% delle medie e grandi.
Al centro della 19a edizione del Rapporto i meccanismi di trasmissione dei segnali inflazionistici e gli effetti sui bilanci di imprese e famiglie, con l'analisi dei prezzi ai differenti livelli: dalle quotazioni sui mercati internazionali, passando per i prezzi all’importazione e alla produzione, fino a quelli al consumo. La bolla dei prezzi dei prodotti energetici non si sgonfierà rapidamente, determinando effetti di lungo periodo: nel 2023 i prezzi delle commodities energetiche sono previsti in aumento del 42,3% rispetto al 2021, un livello più che doppio (+101,2%) rispetto a quello del 2019.
Infine, il capitolo del report dedicato alla sfide della politica economica evidenzia l’evoluzione della politica fiscale delineata nel DEF 2022, sottolineando la pericolosa sincronizzazione di politiche economiche restrittive, mentre per affrontare la grave crisi in corso servirebbe una risposta comune dell’Unione europea, articolata con interventi fiscali espansivi.
Nel focus presentato da Licia Redolfi, dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, sono esaminate le evidenze territoriali. Inizialmente viene delineato il pieno recupero nel 2021, sia rispetto al 2020 che al 2019, del fatturato delle imprese, spinto dalle buone performance dei tre mesi di fine anno. Alla dinamica dei prezzi per regioni e province a marzo 2022 è dedicata una Appendice statistica al 19° report: per scaricarla accedi a 'Consultare ricerche e studi'.
Sono poi esaminati gli effetti recessivi della maggior spesa per elettricità sostenuta nell’ultimo anno dalle famiglie e i diversi aspetti legati al mondo del lavoro: dall’evoluzione della domanda di lavoro ad aprile 2022, ponendo in evidenza i primi segnali di cedimento della domanda di lavoro per manifatturiero e costruzioni; al trend dei principali tassi del mercato del lavoro, evidenziando situazioni di peggioramento e miglioramento rispetto al 2019 (pre-crisi); alla dinamica 2019-2021 del fenomeno dei NEET che caratterizza la platea giovanile; fino alla costante e crescente difficoltà di reperimento di profili professionali di cui le imprese necessitano. La sezione territoriale si conclude con alcune evidenze sull’artigianato e sulla sua sempre maggior presenza nei settori dei servizi digitali, sulla dinamica delle start up e sul credito concesso alle micro-piccole imprese.
Per scaricare il 19° report di Confartigianato ‘#wareconomy – la gelata della primavera e le sfide dell’inflazione’ accedi a 'Consultare ricerche e studi'.
Prezzo delle commodities energetiche 2022-2023
Gennaio 2019-dicembre 2021, previsioni I trimestre 2022-IV trimestre 2023, indice 2016=100 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fondo monetario internazionale
Entrate previste dalle imprese nel 2021 con elevata importanza della competenze green per tipologie di impresa e settore
Anno 2021, % entrate con richiesta di attitudine a risparmio energetico e sostenibilità ambientale di importanza medio-alta e alta - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal, Sistema Excelsior
STUDI – PIL in calo, ma tiene la fiducia delle imprese. Incertezza pesa su domanda beni di investimento
Gli effetti dello scoppio della guerra segnano la dinamica del PIL che nel primo trimestre del 2022, secondo la stima preliminare diffusa stamane dell’Istat, è in discesa dello 0,2% rispetto al precedente trimestre, ritardando l’aggancio dei livelli pre-pandemia del quarto trimestre del 2019, che si sarebbe effettuato con l’aumento dello 0,3% stimato lo scorso 10 febbraio dalla Commissione europea.
In questa fase congiunturale difficile e caratterizzata da un’elevata incertezza, arriva un segnale di resilienza dai dati pubblicati ieri dall’Istituto di statistica che evidenziano ad aprile una risalita dell’indice di fiducia delle imprese che recupera, anche se parzialmente, il calo registrato lo scorso mese di marzo. Il lieve rialzo è dovuto principalmente ad un miglioramento delle attese sulla produzione nel manifatturiero, sugli ordini nei servizi di mercato e sulle vendite nel commercio al dettaglio. E’ un segnale di resilienza del sistema delle imprese, in un contesto caratterizzato dall’elevata incertezza sulla durata del conflitto in Ucraina.
E’ proprio l’incertezza che si riverbera sulla propensione ad investire delle imprese: ad aprile risultano in calo sia i giudizi che le attese sugli ordini di beni strumentali.
Sul fronte dei consumatori, ad aprile peggiorano i giudizi sulla situazione economica italiana, mentre si registra un leggero recupero delle attese, dopo il forte calo di marzo rilevato nei primi giorni successivi allo scoppio della guerra.
Persistono le difficoltà sulle filiere globali, acuite dai lockdown che stanno rallentando la domanda della Cina, come emerge dalla nostre evidenze pubblicate questa settimana. Sale la quota di imprese manifatturiere che segnala ostacoli all’attività produttiva causata dall’insufficienza di impianti e/o materiali, che passa dal 17,4% del quarto trimestre 2021 al 22,7% di primo trimestre del 2022.
Il focus sulle tendenze della congiuntura sulle imprese sarà al centro del webinar di lunedì prossimo, 2 maggio, in cui sarà presentato del 19° report di Confartigianato ‘#wareconomy – la gelata della primavera e le sfide dell’inflazione’, e che vedrà l’introduzione di Vincenzo Mamoli, Segretario Generale e le conclusioni di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche. Qui le info sul webinar.
PIL IV trimestre 2019- I trimestre 2022
indice IV 2019=100, prezzi costanti, destagionalizzati e corretti per il calendario - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Commissione europea
Clima di fiducia delle imprese 2021-2022
Gennaio 2021-aprile 2022, indice destag. 2016=100 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Giudizio ordini e attese su ordini interni nelle imprese dei beni strumentali
Aprile 2021-aprile 2022, saldi % - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI – La frenata dell’economia cinese e i riflessi sul made in Italy. Incertezze globali e #wareconomy nel webinar del 2 maggio
La crisi internazionale nel cuore d’Europa si riverbera sull’andamento dell’economia mondiale. Le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale di aprile indicano una minore crescita del PIL mondiale rispetto alle previsioni di gennaio di 0,8 punti nel 2022. La revisione al ribasso è ingente per la Russia (-11,3 punti) e più accentuata per le due economie europee maggiormente dipendenti dal gas russo, Germania (-1,7 punti) e Italia (-1,5 punti).
Si distinguono gli effetti della frenata dell’economia cinese, con il tasso di crescita che passa dal +8,1% del 2021 al +4,4% del 2022, addirittura inferiore al +4,8% della Spagna. Se escludiamo l’anno della pandemia (+2,2%) per trovare un altro anno in cui l’economia cinese è cresciuta di meno rispetto al 2022, bisogna tornare al 1990.
Già nella seconda metà del 2021 l'economia cinese ha vistosamente ridotto le importazioni e il riacutizzarsi dei contagi da Covid-19 a metà marzo ha portato a nuovi lockdown, riducendo l’attività produttiva e congestionato importanti porti, come quello di Shanghai.
L'analisi dei dati sul commercio estero extra Ue pubblicati oggi dall’Istat evidenzia che nel primo trimestre del 2022 il made in Italy nei paesi extra Ue sale del 21% rispetto allo stesso periodo di un anno prima; tra i paesi monitorati, si registra il tracollo dell'export in Russia (-50,9% a marzo, -8,4% nel primo trimestre) e la bassa performance del mercato cinese che a marzo segna un aumento che si ferma al +1,4% e nel primo trimestre del 2022 cresce di un limitato 2,1%. All’opposto, sono in forte i mercati di Stati Uniti (+34,4%), Regno Unito (+27,5%), India (+26,5%) e Turchia (+23,6%).
Le criticità sui mercati internazionali, acuite dal conflitto tra Russia e Ucraina e intrecciate con l’escalation dei prezzi delle materie prime e delle commodities energetiche saranno al centro del webinar di presentazione del 19° report ‘#wareconomy - la gelata della primavera e le sfide dell'inflazione’ organizzato lunedì 2 maggio 2022 dall’Ufficio Studi e dalla Direzione Politiche economiche, nell’ambito delle Sessioni streaming della Scuola di Sistema, con il seguente programma:
PROGRAMMA WEBINAR 2 MAGGIO 2022, ORE 12.00-13.15
Introduzione di Vincenzo Mamoli, Segretario Generale;
La gelata di primavera e le armi spuntate nella guerra all’inflazione di Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi;
Le tendenze sul territorio di Licia Redolfi, Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia;
Conclusioni di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche.
Iscriviti al webinar
Trend export nei principali paesi extra Ue nel primo trimestre 2022
Gennaio-marzo 2022, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI – Prezzi elettricità a marzo +82,3% in Italia, si ferma a +17,6% in Germania e +6% in Francia, effetti recessivi più pesanti nel Mezzogiorno
Il mix di generazione elettrica è alla base del divergente andamento dei prezzi al consumo dell’elettricità riscontrata nei maggiori paesi europei. Nonostante il deragliamento del prezzo del gas, in Italia l’utilizzo di questa commodity è aumentato a fronte di una riduzione nel resto d’Europa.
L’analisi del report mensile dell'Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) dell'Ocse evidenzia la differente reazione delle maggiori economie europee all'escalation dei prezzi del gas, letteralmente deragliati nella seconda metà del 2021. A gennaio 2022, sul totale di energia elettrica prodotta nei dodici mesi, in Germania il 42,6% proviene da rinnovabili, il 29,2% dal carbone, il 14,9% dal gas e l'11,1% dal nucleare. In Francia domina il nucleare, dal quale proviene il 67,4% della produzione di elettricità, seguito dalle rinnovabili con il 23,3% mentre l'uso del gas è limitato al 5,8%. Maggiore esposizione dell'Italia alla bolla dei prezzi del gas, fonte con cui viene prodotta la metà (48,4%) dell'elettricità, superiore al 41,5% della quota da rinnovabili, mente è basso l’utilizzo di carbone (5,4%) e petrolio (3,6%).
Anche l’analisi della tendenza nell’ultimo anno mostra ampie differenze tra i maggiori paesi europei. Sul fronte delle rinnovabili, la produzione eolica è in calo in Francia (-8,9%) e Germania (-5,7%), mentre è in controtendenza in Italia (+5,6%). La produzione da solare sale del 13,1% in Francia e del 4,0% in Germania, mentre ristagna (+0,8%) in Italia. I fenomeni di siccità hanno determinato una diffusa riduzione di produzione di energia idroelettrica.
Nel cuore green dell'Europa, in Germania, la produzione di elettricità con il carbone, oltre ad avere un peso più elevato, sale di molto nell’ultimo anno, segnando un aumento del 20,1%. La Francia, pur registrando un contributo del carbone più limitato, ha aumentato del 61,5% la produzione questa commodity, mentre per l'Italia la crescita si ferma al 5,6%.
E il gas? Costa troppo, e di conseguenza Francia e Germania, che peraltro già lo usano meno, ne riducono ulteriormente l'utilizzo, rispettivamente del 5,1% e del 6,0%. Al contrario l'Italia, con quasi metà dell'elettricità prodotta dalle centrali a gas, ne aumenta l'utilizzo, registrando una crescita del 5,6%; stiamo parlando di una commodity che a dicembre 2021 segna un aumento del 255% dei prezzi all'importazione.
Le differenti matrici di generazione elettrica e le loro evoluzioni nella crisi, determinano un divergente andamento dai prezzi dell'elettricità al consumo. Secondo i dati Eurostat pubblicati giovedì scorso, il prezzo dell'energia elettrica sale dell’82,3% in Italia, un ritmo doppio della media dell’Eurozona, a fronte di un più limitato dinamismo in Germania, dove i prezzi salgono del 17,6%, e in Francia, dove l’aumento si ferma al 6,0%.
Sulla base dell’evoluzione dei prezzi, a parità di consumo, le famiglie italiane nell’ultimo anno hanno speso per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto ai dodici mesi precedenti, pari allo 0,33% del PIL. In chiave territoriale, l’incremento di spesa più elevato in Lombardia con 939 milioni in più, seguita da Lazio con 534 milioni, Sicilia con 464 milioni, Veneto con 463 milioni, Campania con 453 milioni ed Emilia Romagna con 424 milioni.
Gli effetti recessivi sono più intensi nel Mezzogiorno, dove la maggiore spesa è pari allo 0,49% del PIL a fronte dello 0,30% del Centro e dello 0,28% del Nord; la ricaduta più intensa dello shock dei prezzi si registra in Sardegna con la maggiore spesa che è pari allo 0,57% del PIL regionale, seguita da Sicilia con 0,56%, Calabria con 0,54% e Puglia con 0,49%.
L’estensione di queste tendenze sul mercato elettrico delle imprese determinerebbe una perdita di competitività, aggravando la già fragile posizione precedente all’inasprirsi della crisi energetica: nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava un prezzo dell’elettricità del 12,9% superiore rispetto alla media dell’Eurozona.
L’analisi dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia.
Dinamica prezzi dell’energia elettrica nei maggiori paesi Ue
Marzo 2022, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Produzione elettricità per fonte in Francia, Germania e Italia
Gennaio 2022, ultimi 12 mesi, % sul totale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Aie
Peso sul PIL della maggiore spesa elettricità delle famiglie nell’ultimo anno per regione
marzo 2022, ultimi dodici mesi, % sul PIL - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Terna
CAAF - Avviata la campagna fiscale 2022. Confartigianato, la tua scelta migliore: competenza, consulenza e risparmio
Il CAAF Confartigianato ha lanciato la campagna fiscale 2022 per l’elaborazione del Modello 730, le Attestazioni ISEE, e tutti gli altri adempimenti rivolti a pensionati e lavoratori dipendenti.
Malgrado la proroga normativa prevista per la messa a disposizione dei dati della dichiarazione precompilata (quest’anno le informazioni saranno disponibili solo a fine maggio) l’attività del CAAF Confartigianato è già iniziata anche su questo fronte con la raccolta delle deleghe e la verifica della documentazione fiscale per l’apposizione del visto di conformità. Considerato che le certificazioni uniche sono disponibili da metà marzo ed i clienti sono obbligati all’esibizione della documentazione relativa agli oneri, l’indicazione fornita alle strutture territoriali è quella di procedere ad erogare il servizio per poi porre a confronto, in un successivo momento e massivamente, i dati della dichiarazione elaborata con quelli della precompilata.
Il termine ultimo per presentare e trasmettere in via telematica il Modello 730 è fissato al 30 settembre, con quattro “finestre temporali” intermedie che partono dal 15 giugno.
Anche quest’anno il CAAF Confartigianato si avvarrà di strumenti innovativi di dialogo con la pubblica amministrazione grazie al rinnovo della convenzione con l’INPS che permette agli operatori di ottenere in tempo reale il dato della Certificazione Unica, con la possibilità di stamparla a beneficio del cliente. Atteso a breve anche il rinnovo della convenzione con l’amministrazione finanziaria per i dati della precompilata.
L’innovazione e la qualità dei servizi sono di casa nei CAAF Confartigianato e un numero crescente di clienti stanno sperimentando la comodità di svolgere parte degli adempimenti direttamente da casa attraverso la piattaforma web Personal CAAF 2.0.
Facilità di utilizzo, semplicità e accesso all’archivio personale, oltre alla possibilità di inviare, con un semplice clic, direttamente all’operatore la documentazione necessaria per l’adempimento ed il servizio richiesto, sono le caratteristiche principali della piattaforma che ogni giorno si arricchisce di nuove funzionalità. E' in arrivo, ad esempio, la possibilità di prenotare direttamente l’appuntamento con il nostro operatore, nel giorno e orario preferito, senza alcuna coda.
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