STUDI – Dazi e made in Italy negli USA. Granelli: 'Puntare su eccellenza manifatturiera'
Lunedì prossimo, 20 gennaio, si inaugura il quadriennio della Presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump. La nuova amministrazione USA potrebbe caratterizzarsi, tra l'altro, per un inasprimento della guerra commerciale con la Cina, che potrebbe estendersi anche alle esportazioni dell'Unione europea. Un inasprimento dei dazi USA sui prodotti esportati dall’UE rallenterebbe la ripresa del commercio internazionale, penalizzando le esportazioni negli Stati Uniti, il secondo mercato delle made in Italy dietro alla Germania, con esportazioni che nel 2024 (ultimi dodici mesi a settembre) ammontano a 66,4 miliardi di euro, pari al 10,7% del totale delle vendite all’estero dell’Italia.
L’analisi del commercio Italia-USA è proposta nell’Elaborazione Flash ‘Made in Italy in USA e i rischi dei dazi. Il grado di esposizione dei territori sul mercato statunitense’ pubblicata oggi dall’Ufficio Studi. Qui per scaricarla. Il lavoro è aperto dall’articolo ‘Dazi USA, maneggiare con cautela’, di Giulio Sapelli in cui si esamina il ruolo delle piccole imprese nelle trasformazioni globali e le cautele con cui vanno applicati i dazi, con una prospettiva storica che esamina le tariffe statunitensi varate negli anni Trenta del secolo scorso e che delinea la necessita di innovare le politiche economiche globali, per affrontare i problemi strutturali delle economie europee, aggravati dalle crisi energetiche e dagli effetti sui salari delle politiche export lead. Inoltre, il lavoro contiene una approfondita analisi territoriale dei flussi di export negli USA predisposta in collaborazione con l’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza.
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I dazi USA - Secondo le stime dal National Board of Trade Sweden - agenzia governativa svedese per il commercio internazionale - una applicazione di dazi addizionali tra il 10% e il 20% sulle importazioni degli USA causerebbe un calo dell’export totale dell’Italia verso gli Stati Uniti, rispettivamente, del -4,3% e del -16,8%. Nel report di Confartigianato si esamina il recente dibattito sulle evoluzioni delle politica commerciale degli USA, nel quale si è delineato sia nell’intervento del neo eletto Trump che nell’intervista al Financial Times della Presidente della Bce Lagarde, un possibile scambio tra minori dazi per i prodotti UE e maggiori acquisti di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, un mercato esaminato nell’ultima analisi dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia.
Le tendenze del made in Italy negli USA – Una politica commerciale aggressiva da parte degli Stati Uniti peggiorerebbe ulteriormente il trend negativo del made in Italy negli USA. La debolezza del commercio internazionale sta pesando sulla dinamica dell’export manifatturiero negli USA che nei primi dieci mesi del 2024 diminuisce del 2,7% facendo peggio rispetto alla tenuta (-0,6%) del totale del made in Italy. In controtendenza, crescono (+3,9% nei primi nove mesi del 2024) le esportazioni negli USA nei settori a maggior presenza di micro e piccole imprese (MPI). Si tratta di prodotti alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, soprattutto gioielleria ed occhialeria, settori in cui l’occupazione nelle imprese con meno di 50 addetti supera il 60%, che nel 2024 (ultimi dodici mesi a settembre) ammonta a 17,9 miliardi di euro, rappresenta oltre un quarto (27,1%) delle esportazioni manifatturiere nel paese in esame.
“La politica dei dazi – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - può forse pagare nel breve periodo, ma l’esperienza insegna che le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Per le nostre imprese si apre una sfida da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare. Ma è anche fondamentale muoversi come Sistema Paese, con un impegno deciso da parte del Governo e delle istituzioni a sostegno delle aziende e della competitività dei nostri prodotti”.
Nell’analisi settoriale sono esaminate le interazioni tra la domanda USA e la crisi della moda e meccanica, che evidenziano una tenuta per l’abbigliamento mentre crolla la domanda di autoveicoli. Inoltre, gli USA rappresentano il primo mercato per 43 prodotti del made in Italy, una ampia gamma che comprende medicinali e preparati farmaceutici, navi e imbarcazioni da diporto e sportive, prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, strumenti e forniture mediche e dentistiche (per circa i tre quarti costituito dell’occhialeria), vini da uve, oggetti di gioielleria e oreficeria. Inoltre, gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione dei macchinari made in Italy.
L’analisi territoriale evidenzia che le maggiori regioni esportatrici negli USA sono Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale) nel 2024 (ultimi dodici mesi a settembre), Emilia-Romagna con 10.754 milioni (16,3%), Toscana con 10.251 milioni (15,6%), Veneto con 7.174 milioni (10,9%), Piemonte con 5.189 milioni (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%).
Il grado di esposizione sul mercato statunitense, misurato come rapporto tra le esportazioni nel periodo sul valore aggiunto del 2021, è pari al 4,0%, con valori sopra alla media in Toscana con il 9,6%, Emilia-Romagna con il 7,1%, Friuli-Venezia Giulia con 6,2%, Abruzzo con 5,8%, Veneto con 4,8%, Marche con 4,7% e Piemonte con 4,2%.
Per quanto riguarda la dinamica dell’export manifatturiero verso gli USA nei primi nove mesi del 2024, a fronte del calo tendenziale dell’1,5%, tra le prime sei regioni esportatrici sono in controtendenza, con crescite a doppia cifra, il Lazio con il +40,5% e la Toscana con il +18,5% mentre è più contenuto l’aumento dell’Emilia-Romagna che si attesta sul +4,9%.
Gli altri temi del report – Inoltre, il lavoro esamina la recente dinamica del cambio euro/dollaro, il posizionamento dell’UE e dell’Italia rispetto agli acquisti di GNL dagli Stati Uniti e propone una appendice nella quale, in relazione agli orientamenti della nuova Amministrazione USA, si esamina la spesa pubblica per la difesa dei paesi Nato e la struttura di offerta della filiera dell’aero-spazio e difesa, che include l’insieme delle attività che compongono l’intera catena del valore, dalla progettazione alla vendita, per aeromobili, elicotteri, cingolati, droni, armamenti, satelliti, razzi, arredamento per aeromobili, sistemi per la sicurezza cibernetica, macchine e attrezzature dedicate alla filiera.
Grado di esposizione sul mercato statunitense per regione
Ultimi 12 mesi a settembre 2024. % export manifatturiero su valore aggiunto 2021 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
CAAF - Successo per il corso online sulle novità fiscali 2025, oltre 470 partecipanti
Grande partecipazione al momento formativo organizzato dal CAAF Confartigianato il 16 gennaio, che ha visto coinvolti oltre 470 operatori territoriali in modalità streaming e una ventina di delegati presenti in aula. L’elevato numero di adesioni conferma l’interesse per l’aggiornamento professionale sulle novità fiscali del 2025 e sottolinea l’importanza di eventi formativi di questo tipo per la rete del CAAF Confartigianato.
L’incontro è stato realizzato per garantire il conseguimento dei crediti formativi obbligatori e fornire strumenti utili per affrontare i prossimi scenari legati alla fiscalità delle persone fisiche. Particolare attenzione è stata dedicata ai nuovi provvedimenti normativi introdotti con la legge di riforma fiscale (n. 111/2022) e alle sanzioni tributarie disciplinate dal D. Lgs. n. 87/2024, caratterizzate da criteri di proporzionalità. Tra i temi affrontati, particolare attenzione è stata dedicata alle nuove sanzioni tributarie previste dal D. Lgs. n. 87/2024, approfondite da Duilio Liburdi, dottore commercialista e collaboratore di testate specialistiche come Italia Oggi, Il Fisco ed Eutekne.
Il Direttore del CAAF, Roberto Chiumiento, ha illustrato i risultati raggiunti nel 2024 dagli sportelli territoriali, analizzando dati relativi a servizi come assistenza fiscale, ISEE, successioni e gestione del lavoro domestico /(colf e badanti). È stata inoltre tracciata una prima linea guida per la campagna di comunicazione del 2025.
La durata di quattro ore e il ricco programma formativo, curato da tre relatori, hanno contribuito al successo dell’iniziativa. La registrazione integrale dell’evento sarà resa disponibile sulla piattaforma interna per garantire massima diffusione dei contenuti.
INNOVAZIONE - A Terni, l’Intelligenza Artificiale nella micro e piccola impresa
Il 13 e 15 gennaio 2025, presso la sede di Confartigianato Terni, si è svolto un corso di formazione dedicato all’intelligenza artificiale (AI) e al suo ruolo strategico per le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI). L’evento, condotto da Andrea Scalia e Vittorio Blasoni, esperti di innovazione e trasformazione digitale, ha rappresentato un’importante occasione di aggiornamento per i funzionari della sede di Terni.
Il corso è stato strutturato in due giornate ricche di contenuti formativi e pratici. Durante gli incontri, Scalia e Blasoni hanno illustrato i concetti generali dell’intelligenza artificiale, rendendo maggiormente comprensibili le basi di questa tecnologia rivoluzionaria, esaminando casi concreti di applicazione dell’AI nel contesto quotidiano, evidenziando come queste soluzioni possano contribuire a migliorare l’efficienza operativa, ottimizzare i processi e rispondere con maggiore rapidità alle richieste del mercato.
Uno dei punti centrali della formazione è stato il progetto “Gate for Innovation” (G4I), un’iniziativa promossa dalla Confederazione per sostenere le MPMI nel percorso di trasformazione digitale. Durante la presentazione, Blasoni ha spiegato come il Polo G4I si proponga di effettuare un’analisi approfondita del livello di digitalizzazione delle imprese, fornendo strumenti personalizzati per accelerare l’adozione di tecnologie avanzate. Scalia, da parte sua, ha sottolineato il valore di un approccio pragmatico, in cui la tecnologia si integra perfettamente con i processi tradizionali, valorizzando le competenze già presenti nelle aziende.
L’entusiasmo dei partecipanti ha trovato conferma nelle numerose domande e discussioni emerse durante le sessioni, segno di un interesse crescente della Confederazione verso l’AI e le sue applicazioni. Tra le applicazioni più apprezzate, quelle relative all’automazione dei processi, alla gestione intelligente dei dati e alla creazione di immagini e video partendo da una base testuale.
“Questa formazione rappresenta solo l’inizio di un percorso più ampio”, ha dichiarato Andrea Scalia a margine dell’evento. “L’innovazione non è più una scelta, ma una necessità per le imprese che vogliono rimanere competitive. Il nostro compito è fornire loro il supporto e le conoscenze necessarie per affrontare questa sfida.”
L’iniziativa ha ribadito il ruolo della Confederazione come punto di riferimento per l’innovazione e il supporto alle imprese del territorio, consolidando il legame tra tradizione imprenditoriale e nuove tecnologie. I partecipanti hanno lasciato il corso con strumenti concreti e una rinnovata fiducia nelle opportunità offerte dalla digitalizzazione.
STUDI – Dazi Usa e costi energia tra i rischi per le imprese nel 2025 esaminati nel 32° report di Confartigianato
Nel 2024 l’economia italiana è stata caratterizzata da una crescita moderata (PIL a +0,5%), con una debolezza degli investimenti a seguito della stretta monetaria e un ritardo della ripresa della domanda internazionale. Per il 2025 si prospetta un’accentuazione della crescita (PIL a +0,8%), sostenuta dai consumi privati e una ripresa della domanda internazionale. Persistono dei rischi orientati al ribasso sulle previsioni. Tra questi una persistente debolezza della manifattura e le incertezza sulle prospettive dell’edilizia nell’era del post-Superbonus. Altri fattori di rischio sono riferiti all’impatto economico delle guerre in corso e alle tensioni geopolitiche che rallentano gli scambi internazionali. Effetti negativi sul sistema delle imprese italiane potrebbero derivare dall’inasprimento della guerra commerciale Usa-Cina, l’estensione delle misure protezionistiche estese alle esportazioni dell’Ue e un aumento del prezzi delle commodities energetiche.
L’analisi degli scenari del 2025 per le imprese italiane sono stati al centro del 32° report di Confartigianato su trend economia, congiuntura e MPI, presentato stamane in un webinar aperto dal Segretario Generale Vincenzo Mamoli e concluso da Bruno Panieri, Direttore delle Politiche economiche Qui per scaricare il 32° report.
Nell’intervento di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, sono state presentate le prospettive del 2025 alla luce delle più recenti tendenze della congiuntura e del quadro macroeconomico caratterizzate dalle crisi di natura geopolitica, con una specifica attenzione alla direzione del commercio internazionale, alla luce dei possibili dazi Usa, le ricadute su made in Italy e manifattura, con un aggiornamento sull’evoluzione delle crisi della moda e della meccanica. L’analisi territoriale, presentata da Carlotta Andracco dell’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza, propone le ultime tendenze dell’export - con un approfondimento sul grado di esposizione dei territori sul mercato degli Stati Uniti - del mercato del lavoro, del credito alle MPI, nel contesto della crisi demografica.
Dazi e prezzi del gas - I dazi annunciati dagli Stati Uniti potrebbero ulteriormente rallentare la ripresa delle vendite del made in Italy. Ricordiamo che gli Stati Uniti, superando la Francia nel 2022, sono il secondo mercato delle esportazioni italiane, che nel 2024 (ultimi dodici mesi a settembre) sono pari a 66.422 milioni di euro di cui 17.851 milioni sono prodotti in settori con una maggior concentrazione di micro e piccola impresa (MPI): alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, tra cui gioielleria ed occhialeria. Secondo le stime dal National Board of Trade Sweden - agenzia governativa svedese per il commercio internazionale - in uno scenario più sfavorevole, con l'applicazione di dazi addizionali del 20% sulle importazioni degli Usa (del 60% su quelle dalla Cina), si avrebbe un calo del 16,8% dell’export totale dell’Italia verso gli Stati Uniti e nello scenario di una applicazione di dazi aggiuntivi del 10% il calo sarebbe del 4,3%.
Sul fronte delle commodities energetiche si registrano tensioni sui prezzi del mercato elettrico e del gas. Mentre i prezzi retail di energia elettrica e gas nel 2024 rimangono superiori del +46,9% ai livelli del 2021 - anno precedente allo scoppio della crisi energetica - a gennaio 2025 il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica è del 55,1% superiore ai minimi di aprile 2024, mentre l' Italian Gas Index elaborato da GME risulta superiore del 76,1% rispetto i minimi di febbraio dello scorso anno.
Inoltre, nel 32° report sono delineate le prospettive del ciclo dell’edilizia e le tendenze del mercato del lavoro. Sulle politiche economiche è stato analizzato l’andamento dei prestiti e degli investimenti delle imprese alla luce della decisione sui tassi da parte della BCE dello scorso 12 dicembre e i nodi della finanza pubblica dopo il varo della manovra di bilancio. Il lavoro si conclude con l’elenco aggiornato con link delle News Studi sul portale confederale, le pubblicazioni dell’Ufficio Studi in area ‘Studi e ricerche’ e gli articoli su QE-Quotidiano Energia.
Prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (PUN) e Italian Gas Index (scala dx)
Gennaio 2023-gennaio 2025: media mensile, gennaio 2025 al 13/1, euro al MWh Gas, IGI da 20 luglio 2023 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Gme