24 Marzo 2014, h. 00:00
Arriva la IUC e cambiano ancora le tasse locali
Non c’è pace per le tasse locali su immobili, rifiuti e servizi pubblici. Negli ultimi 3 anni è stato un continuo susseguirsi di cambiamenti, con un unico obiettivo: recuperare risorse per le casse delle Amministrazioni locali sempre più condizionate dalla riduzione dei trasferimenti statali e dai vincoli del Patto di stabilità. Dal 2012 ad oggi, la fantasia dei Governi che si sono succeduti alla guida del Paese ha dato vita ad una miriade di sigle e relativi tributi. Imu sugli immobili, Tarsu , Tia, Tares e TARI sui rifiuti, ancora Tares e Tasi sui cosiddetti servizi indivisibili. Da gennaio 2014 si cambia ancora. L’ultima novità si chiama IUC, l’Imposta Unica Comunale, varata con la legge di stabilità 2014, che però incorpora tre precedenti tributi come l’Imu sugli immobili, la Tari sui rifiuti, che spazza via Tarsu/TIA e Tares, e la Tasi sui cosiddetti servizi indivisibili. I cambiamenti non finiscono con l’introduzione della IUC. Infatti, con il decreto ‘Salva Roma’, approvato il 6 marzo, è stata prevista la possibilità per i Comuni di aumentare dello 0,8 per mille l’aliquota della componente Tasi che, quindi, per il 2014 potrà arrivare sino al 3,3 per mille. Insomma, nuovo tributo, vecchie incognite su quanto peserà sulle tasche dei contribuenti, i quali, a seconda dei Comuni, potranno vedersi applicate aliquote diverse della Tasi. Per quanto riguarda gli imprenditori si va da un’aliquota base dell’1 per mille fino ad una massima dell’1,9 per mille, considerato che l’aliquota IMU mediamente applicata è stata del 9,5 per mille e che la somma IMU/TASI non deve superare l’11,4 per mille. Secondo una simulazione d’impatto condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato, con l’applicazione dell’aliquota base si avrebbe un aumento del 5,7% del prelievo sulle imprese. Se invece, più realisticamente, venisse applicata un’aliquota intermedia dell’1,6 per mille, l’aumento si attesterebbe al 9,9%. Ad aliquota massima dell’1,9 per mille l’incremento raggiungerebbe il 12%. Ma, per conoscere il reale effetto della IUC, bisogna attendere le delibere comunali che, entro il 30 aprile, dovranno fissare le aliquote di Imu e Tasi. Nel frattempo Confartigianato e Rete Imprese Italia hanno messo in guardia sul rischio che il cambiamento di nome della nuova tassa finisca per mascherare un altro aumento della pressione fiscale sugli imprenditori. Ad oggi, cittadini e imprenditori sono quindi alle prese con il rebus di quanto e quando dovranno pagare. Perché, nonostante la nuova IUC, dal punto di vista della semplificazione non si può certo dire che siano stati fatti passi avanti, anzi. Rimangono incerti i tempi delle scadenze e le modalità di pagamento. Le nuove norme prevedono, ad esempio, che l’IMU si paghi in almeno due rate, ma non escludono la possibilità di un’unica rata il 16 giugno. Anche in questo caso decideranno i Comuni: ogni contribuente deve attendere l’emanazione della delibera per sapere “se, quando e quanto” dovrà pagare. L’unica cosa certa? Le modalità di versamento: con F24 o bollettino postale.
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