I restauratori artigiani vincono la battaglia per il riconoscimento della qualifica professionale

Un altro risultato storico per la categoria dei restauratori artigiani. Grazie agli interventi di Confartigianato è stato rimosso l’ultimo ostacolo al riconoscimento della qualificazione professionale degli operatori. La legge 112 dello scorso 7 ottobre chiarisce finalmente i criteri con i quali attribuire la qualifica di restauratore nelle procedure di selezione pubblica. La nuova legge prevede che, per conseguire la qualifica di restauratore, l’esperienza professionale consente l’iscrizione in un apposito elenco, suddiviso in 12 settori, relativamente al settore di competenza al quale si riferiscono le attività di restauro svolte in via prevalente. Inoltre, sarà possibile iscriversi in altri settori ai quali si riferiscono attività di restauro svolte per almeno due anni. La novità normativa viene salutata come una svolta decisiva dal Presidente di Confartigianato Restauro Vincenzo Basiglio, che ricorda i 19 anni di battaglie condotte da Confartigianato per modificare quanto previsto dal Codice del Restauro. “Con la legge 112, un restauratore con 8 anni di attività – sottolinea il Presidente Basiglio – ha l’abilitazione per il livello prevalente, ma con 2 anni di attività documentata, in rapporto continuato con una Sovrintendenza, può accedere agli ulteriori altri livelli. In questo modo si sono salvate sostanzialmente molte botteghe storiche di restauro. Un risultato estremamente importante, perché abbiamo difeso il ruolo fondamentale delle attività artigiane storiche. Siamo consapevoli che l’alta formazione è fondamentale per il futuro del restauro, ma non può prescindere dal sapere delle botteghe di tradizione. Proprio a questo proposito, occorrerà creare collegamenti sempre più stretti tra le scuole di alta formazione e le botteghe. Perchè i giovani che studiano e vogliono avvicinarsi a questa attività devono entrare nelle realtà delle botteghe, capire come funzionano e ‘metterci le mani’”.

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