4 Novembre 2013, h. 00:00

Da Varese l’appello dei piccoli imprenditori di Confartigianato al Governo: “Non costringeteci ad emigrare”

malpensafiereBasta promesse. Fate finalmente qualcosa per non obbligarci ad abbandonare l’Italia e trasferire le aziende all’estero. Lo hanno gridato oltre 1.000 artigiani e piccoli imprenditori di Confartigianato al Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, durante un faccia a faccia svoltosi il 28 ottobre a Malpensafiere, in provincia di Varese. Sul palco, a rappresentare Confartigianato, il Presidente Giorgio Merletti. L’iniziativa – promossa dalla Confederazione insieme con Confartigianato Varese e con il Corriere della Sera – aveva il titolo ‘Meglio in Svizzera?’, una domanda provocatoria che nasconde una tentazione forte per gli imprenditori che non ce la fanno più a subire costi e ostacoli all’attività produttiva. Perché da molte province del Nord Italia basta fare poche decine di chilometri per superare il confine e trovarsi in un altro mondo. E la Svizzera è il simbolo di quei tanti Paesi europei in cui fare impresa non è una battaglia quotidiana contro i troppi problemi e vincoli italiani, che sommati alla crisi, rischiano di far chiudere le aziende. Nelle testimonianze di molti imprenditori, raccolte durante l’iniziativa dal giornalista del Corriere della Sera, Dario Di Vico, andare all’estero appare una scelta obbligata e, talvolta, disperata, per non dover lottare ogni giorno contro il peso oppressivo del fisco, il mostro della burocrazia, le inefficienze dei servizi pubblici, il credito scarso e costoso. Insomma contro tutto ciò che congiura a danno del fare impresa. La domanda al Governo arrivata dal Presidente Merletti e dagli imprenditori che hanno affollato i padiglioni di Malpensafiere è stata quindi: cosa aspettate a cambiare? Cosa aspettate a creare in Italia le stesse condizioni che esistono negli altri Paesi europei? La lista delle cose da fare è lunga: il Presidente Merletti ha snocciolato i tanti problemi sui quali gli artigiani e i piccoli imprenditori chiedono all’Esecutivo di passare dalle parole ai fatti. Meno fisco e meno burocrazia, certo, ma anche abbassare il costo del lavoro a carico degli artigiani riducendo i premi delle tariffe Inail, come previsto da una legge del 2000. E far rispettare le norme contro i ritardi di pagamento, e ancora, cambiare il Sistri, e diminuire l’Irap a partire dalle imprese più piccole, alzando la franchigia di imposizione. Incalzato dagli imprenditori, il Ministro Zanonato ha ricordato i vincoli di finanza pubblica che bloccano molte iniziative, ma ha anche ribadito l’impegno del Governo per sostenere la ripresa, con alcuni recenti provvedimenti come gli incentivi fiscali in edilizia, la riedizione della legge Sabatini per rilanciare gli investimenti delle piccole imprese e il fondo di garanzia per le Pmi. Parole di cauto ottimismo, insomma, dalle quali però gli imprenditori ora attendono che scaturiscano finalmente fatti concreti.

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