28 Maggio 2013, h. 00:00
Impossibile presentare nei termini la dichiarazione annuale dei gas fluorurati. Confartigianato chiede una proroga
Secondo round per la nuova normativa sui gas a effetto serra. Dopo i piccoli imprenditori dell’impiantistica e dell’autoriparazione, tocca ora a tutti i possessori di impianti di refrigerazione, condizionamento o pompe di calore fare i conti con un adempimento burocratico davvero difficile, se non addirittura impossibile, da rispettare. Entro il 31 maggio di ogni anno, a partire da questo, cittadini, pubbliche amministrazioni, enti ed imprese che possiedono o gestiscono un impianto contenente almeno tre chilogrammi di gas fluorurati dovranno comunicare all’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, le quantità di gas perdute, recuperate o smaltite, nell’anno precedente. Lo prevede il Decreto del Presidente della Repubblica 43/2012 che ha per obiettivo la mappatura degli impianti che contengono gas a effetto serra pericolosi per l’ambiente. La comunicazione riguarda centinaia di migliaia di soggetti in tutto il Paese e dovrà essere effettuata esclusivamente in formato digitale attraverso la piattaforma web dell’Ispra. Paradossalmente, anche chi non ha effettuato interventi di rabbocco o di smaltimento di gas, dovrà comunque compilare il documento, indicando alla voce ‘gas fluorurati emessi’ il valore zero. In caso di omessa comunicazione scattano pesanti sanzioni sino a 10.000 euro. La legge che ha introdotto l’obbligo è stata emanata all’inizio del 2012, ma con un inspiegabile ritardo, solo lo scorso 14 maggio il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato i moduli informatici indispensabili per la comunicazione. E al 21 maggio, dunque a ridosso del termine ultimo per invio del documento, non era ancora attiva la piattaforma digitale dell’ISPRA per l’invio. Se ai ritardi si aggiungono i problemi che la nuova normativa sta causando agli installatori di impianti, tra nuovi costi, adempimenti burocratici, e obblighi di formazione ecco che si profila un nuovo caso Sistri. Confartigianato e Rete imprese Italia sono intervenute presso il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando per sollecitare una congrua proroga dei termini ‘per impedire – si legge nella lettera – che gli effetti di tali disposizioni ricadano su cittadini e imprese”. Contro questo nuovo esempio di accanimento burocratico è scesa in campo tra gli altri Confartigianato Vicenza, con l’iniziativa: “Follia per gli Fgas! Ancora burocrazia e scadenze dal Ministero dell’Ambiente”. Confartigianato Vicenza ha chiesto al Ministero dell’Ambiente un cambio di rotta. “Più rispetto per gli imprenditori – scrive in una nota l’associazione – che devono essere messi nelle condizioni di osservare una normativa che, teoricamente, dovrebbe essere sensata e non inutilmente vessatoria”.
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