18 Maggio 2020, h. 17:40
STUDI – Covid -19 contagia la demografia d’impresa: a marzo-aprile 2020 va in negativo il saldo iscritte-cessate
Il lockdown reso necessario per fronteggiare l’emergenza sanitaria ha determinato una perdita di 6,9 punti di PIL, pari all’85% della caduta complessiva del prodotto interno lordo di 8,1 punti indicata nel Documento di economia e finanza 2020. Per contrastare in modo efficace la recessione da Covid-19, gli interventi di politica fiscale
contenuti nel decreto ‘aprile-maggio-rilancio’ in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, oltre a concentrare le risorse su lavoro e imprese, dovranno essere in grado di dipanare gli effetti sul sistema economico in modo efficace e in tempi rapidi. Considerando i precedenti dei decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sorge qualche dubbio sulla focalizzazione e la semplicità di accesso per interventi che, secondo le ultime bozze in circolazione del nuovo decreto, si distribuiscono in oltre 250 articoli. Vi è il rischio di ridurre l’efficacia degli interventi polverizzando le risorse disponibili. Tempistiche e incertezze si potrebbero amplificare pericolosamente per le misure che richiedono ulteriori decreti attuativi.
Il futuro del Paese è affidato alla capacità del sistema di proteggere il lavoro delle imprese e sostenere le aspettative degli imprenditori, un asset immateriale chiave su cui si basa la domanda di lavoro e quella per investimenti. Per quest’anno, lo ricordiamo, è prevista una caduta degli investimenti del 12,3%; non possiamo permetterci di deteriorare ulteriormente le aspettative degli imprenditori con interventi che aumentano il già elevato grado di incertezza indotto dalla crisi da coronavirus.
I segnali della crisi sulla demografia di impresa – Come già osservato in precedenti fasi recessive, la crisi Covid-19 associa al drastico calo degli investimenti una diminuzione del tasso di crescita delle imprese. Sulla base dei dati trimestrali di Movimprese di Unioncamere-Infocamere, il primo trimestre 2020 presenta un tasso di sviluppo per il totale delle imprese negativo, pari a -0,5%, in linea con i precedenti minimi del 2013 e del 2009. Per le imprese artigiane il saldo è negativo per 10.902 unità, con un tasso di -0,84%, sostanzialmente in linea con quello medio del triennio precedente (0,81%).
Tra i maggiori settori si osserva una tenuta per attività immobiliari (+0,28%) e un calo minore della media per Costruzioni (-0,26%) e Alloggio e ristorazione (-0,37%). Cali più accentuati per Altre attività di servizi (-0,61%), Attività manifatturiere (-0,67%) e Commercio (-1,06%).
Va ricordato che sulle dinamiche demografiche d’impresa influiscono, oltre ai fattori economici determinati dalla recessione in atto, le limitazioni delle attività produttive, l’accesso agli sportelli del Registro imprese e la posticipata chiusura di imprese in vista degli annunciati contributi per le perdite.
L’analisi degli open data disponibili su base mensile evidenzia che ad aprile 2020 lo stock delle imprese attive scende dello 0,3% su base tendenziale. I flussi di nati-mortalità delle imprese evidenziano gli effetti della crisi Covid-19: a marzo 2020 le iscrizioni scendono del 31,1% rispetto marzo 2019 e ad aprile il calo arriva al 61,5%; nel complesso del bimestre in esame la riduzione è del 45,1%.
Trend delle iscrizioni per territorio – L’analisi in chiave territoriale – nell’Appendice statistica sono disponibili i dati per regione e provincia, clicca qui per scaricarla – evidenzia che in Lombardia, la regione più colpita da Covid-19, si registra più ampio il calo delle iscrizioni, che arriva al -56,6%; iscrizioni più che dimezzate anche nelle Marche (-53,8%), Lazio (-51,5%) e Toscana (-50,2%). All’opposto le riduzioni meno ampie si osservano in quattro regioni del Mezzogiorno (Campania, Molise, Sicilia e Basilicata). In chiave provinciale le riduzioni più intense delle iscrizioni d’impresa si registrano a Piacenza con -65,2%, Bergamo con -64,6%, Fermo con -63,1%, Prato con -61,0% e Alessandria con -60,5%.
Anche le cessazioni d’impresa – comprese quelle d’ufficio – si riducono, seppur con minore intensità rispetto alle nuove imprese: a marzo 2020 le cessazioni scendono dell’11,7% rispetto un anno fa e ad aprile 2020 scendono del 44,7%; nel bimestre le cessate scendono del 27%. Gli effetti della crisi in corso sul saldo demografico (che sui dati mensili includono anche le eventuali cessazioni d’ufficio) sono significativi: a marzo 2020 il saldo per il totale dei settori è negativo per 41 unità a fronte del +8.299 di un anno prima, ampliandosi a -1.605 ad aprile a fronte del +6.994 di un anno prima; nel bimestre marzo-aprile la nati-mortalità di impresa passa da un contributo positivo di 15.293 imprese nel 2019 a un saldo negativo di 1.646 imprese nel 2020. In media nei precedenti dieci anni il saldo iscritte-cessate era stato positivo per 19.242 unità.
Il focus sulla demografia d’impresa nel settore energetico nella rubrica odierna ‘Imprese ed energia’ su QE-Quotidiano Energia.
Investimenti e demografia imprese
2009-2020, investimenti annui e I trimestre per tasso crescita imprese; var. % tendenziale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Unioncamere-Infocamere
Iscrizioni, cessazioni e saldo delle imprese totali (attive e non attive)
Totale marzo- aprile del 2020. Cessazioni al lordo di quelle d’ufficio – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese, Unioncamere-Infocamere
Demografia imprese artigiane: saldo e tasso di sviluppo nel I trimestre
I trimestre 2010-2020 Saldo iscritte-cessate non d’ufficio e tasso di sviluppo – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese, Unioncamere-Infocamere
Tasso crescita imprese per settore
I trim. 2020, % – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese, Unioncamere-Infocamere
Dinamica iscrizioni imprese totali nel bimestre marzo-aprile 2020
Var. % rispetto iscrizioni marzo- aprile del 2019 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese, di fonte Cciaa Marche
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