18 Ottobre 2011, h. 00:00
DONNE IMPRESA CONVENTION 2011 – Le imprenditrici si ritrovano a Roma, tutto pronto per la Convention annuale
Uomini o donne non fa differenza, l’Italia è sempre il paese europeo a maggior vocazione artigiana. Un esercito di imprenditrici, il più numeroso. Ogni mattina, un milione e mezzo di imprenditrici va a lavorare nella propria azienda. Le italiane che fanno impresa sono più delle tedesche e delle inglesi, quasi il doppio rispetto alle francesi. Il quadro europeo non ammette repliche. L’Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che in Italia lavorano 1.531.200 di lavoratrici indipendenti, 1.383.500 in Germania, 1.176.500 in Gran Bretagna, 1.035.200 in Polonia, 912.500 in Spagna e 827.200 in Francia. Nonostante questo, il nostro sistema stenta ad offrire il giusto supporto. Servizi scarsi e poco efficienti e troppi ostacoli nell’accesso al mondo del lavoro, dove, una volta entrate, è davvero difficile far conciliare il lavoro con la famiglia. Per affrontare queste problematiche, economiche e sociali, le imprenditrici di Confartigianato si sono date appuntamento a Roma, il 20 e 21 ottobre, per la XIII convention annuale di Donne Impresa. “Riprendiamo nuovamente lo schema classico, con la prima giornata dedicata all’economia e la seconda dedicata al welfare”, ha spiegato la presidente di Donne Impresa di Confartigianato, Edgarda Fiorini. Tematiche che accomunano le imprenditrici di tutta Italia, senza alcuna distinzione territoriale. Se è vero che il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e l’Umbria sono le regioni che offrono alle donne le condizioni migliori per fare impresa, come ha dimostrato l’Ufficio studi di Confartigianato, che durante la convention presenterà l’VIII Osservatorio sull’imprenditoria femminile, è anche vero che gli ostacoli sono gli stessi, a Milano come a Napoli, a Genova come a Venezia. “Con la convention di quest’anno vogliamo dimostrare che l’Italia, geograficamente parlando, sarà anche molto lunga, ma in realtà è molto piccola, se si considerano i problemi che riguardano le imprenditrici italiane – ha ripreso la Fiorini – Non è più una questione di campanili, ma un problema strutturale dello Stato”. Quello stato che ha promesso tanto, ma che ancora non riesce a supportare a sufficienza le proprie imprenditrici. La convention di Roma, quindi, sarà l’occasione giusta per parlarne, per confrontarsi e per fare il punto della situazione di un anno di rappresentanza al femminile.
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