17 Febbraio 2020, h. 13:42
VICENZA – Tre giorni dedicati alla new space economy e alle applicazioni per le Pmi
Confartigianato Vicenza ha dedicato tre giorni alla new space economy e alle sue applicazioni in particolare per le Pmi. Il 14 febbraio, con il convegno dal titolo “Digital and space economy for Smes” sono state approfondite le enormi potenzialità della new space economy, l’epocale evoluzione della catena del valore che, dall’ideazione di satelliti, sonde e lanciatori, arriva alla produzione di servizi e applicazioni ricavati sulla terra a partire dai dispositivi spaziali. Un fenomeno che è parte della rivoluzione digitale già in corso e che nessuno può ignorare: né gli enti pubblici, né il mondo produttivo. Che si tratti di studiare materiali nuovi, di proporre servizi di alto livello, di ottimizzare il processo di produzione, o di sviluppare la propria clientela, non c’è dubbio che il “sapere digitale” oggi rappresenta per l’artigianato e le piccole imprese l’altro aspetto della propria unicità. Il tutto in un’ottica di maggiore competitività. Ne hanno parlato ospiti internazionali e di alto profilo, che hanno portato a Vicenza non solo le loro conoscenze e le loro competenze, ma anche le loro concrete esperienze. Dopo i saluti di Giorgio Merletti, Presidente Confartigianato Imprese, e Agostino Bonomo, Presidente Confartigianato Imprese Vicenza, sono intervenuti Jacek Krawczyk, del Comitato Economico e Sociale Europeo, e Pietro Francesco De Lotto, direttore generale di Confartigianato Imprese Vicenza. A seguire il contributo di Mauro Facchini, Capo dell’Unità Copernicus presso la Commissione Europea.
Il 15 e il 16 febbraio sono stati dedicati all’unica tappa italiana per 2020 del Copernicus Hackathon. La singolare gara si è svolta presso il Digital Innovation Hub di Confartigianato Imprese Vicenza e ha visto impegnati, per 36 ore consecutive, quasi un centinaio tra ricercatori universitari, ingegneri, startup italiani e non, suddivisi in squadre multidisciplinari. Obiettivo: elaborare idee imprenditoriali innovative basate sull’utilizzo degli Open Data geo spaziali.
E dopo 36 ore di lavoro per dar vita a idee imprenditoriali innovative basate sull’utilizzo degli Open Data geo spaziali, è stato il progetto “S^3” realizzato da gruppo composto da Sara Mazzucato, Jacopo De Luca, Federico Bollotta, Sibilla Ferroni, Silvia Biandrate, Stefan Fishes (Germania) e Louis Morais (Portogallo), ad aggiudicarsi il primo posto del Copernicus Hackathon. La loro idea Smart Built Enviroment si è focalizzata sui principali problemi discomfort outdoor e si sono usati, quindi, i dati climatici rilevati da Copernicus per due scopi: comunicazione delle previsioni ai cittadini per restare in allerta e verificare la veridicità dei dati in una casistica universale; attivazione di smart devices; in pratica si è ipotizzato uno scenario in cui si misurano temperatura della superficie e parametri d’inquinamento dell’aria per sensibilizzare i cittadini e attivare componenti innovative per stimolare gli utenti finali a interagire con il sistema e migliorarlo. E sono stati proprio questi aspetti, l’attenzione all’utente e un utilizzo concreto dei dati, oltre al punteggio dato nel corso delle presentazioni ai vari progetti, a convincere la giuria.
Secondo classificato Copenibees, al terzo posto Flat Earthers. Menzione speciale Interplanet sui temi della ciber sicurity invece per la squadra Sure Defence (composta Markos Karasamanis e Charalambos Papa provenienti da Grecia e Cipro) che si è aggiudicata un premio di mille euro.
Il Copernicus Hackathon ha avuto il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’ESA, di Ispra, della Regione Veneto e del Competence Center Artes 4.0 ed è tra le 30 iniziative supportate dal Ministero dell’Innovazione Tecnologia e la digitalizzazione nell’ambito del progetto Repubblica Digitale.
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