26 Giugno 2009, h. 00:00
Anap Confartigianato: “La sanità nazionale un colabrodo di spese”
Ottimizzare le risorse del servizio sanitario nazionale, razionalizzando i costi perché “evitando i tanti sprechi della sanità pubblica potremmo dirottare risorse su servizi più utili ai cittadini”. Fabio Menicacci, Segretario dell’Anap Confartigianato, ha lanciato la propria proposta nel corso della tavola rotonda “Quale politica per gli anziani disabili e a rischio di disabilità”, organizzata nel corso del IV Congresso nazionale della FIMeG, la Federazione Italiana Medicina Geriatrica. “Il Sistema Confartigianato ha già da tempo avviato un’analisi sul welfare nazionale, partendo dagli spunti di riflessione offerti dal Libro Bianco proposto dal Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi”, ha dichiarato Menicacci dal palco della sala convegni del Cnr di Roma. Se durante la tre giorni di lavori si è parlato di prevenzione, predizione e terapia delle problematiche sanitarie legate non soltanto alla terza età, il Segretario dell’ANAP nel corso del proprio intervento ha puntato l’indice contro le tante, troppe falle di un sistema sanitario chiamato a razionalizzare le risorse per offrire i migliori servizi ad una società, come quella italiana, che tende all’invecchiamento. I numeri degli sprechi sanitari, d’altronde, sono sotto gli occhi di tutti. “Nel 2004, il 37,8% delle nascite in Italia è avvenuto con il parto cesareo, laddove l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda una percentuale del 15% – ha detto Menicacci citando una ricerca redatta dall’Ufficio studi di Confartigianato – Il parto cesareo costa il 60,1% rispetto ad uno naturale. Se ci si attestasse sui numeri del Friuli Venezia Giulia, dove solo il 23,1% dei bambini nasce con il cesareo, il sistema sanitario nazionale risparmierebbe 73,7 milioni di euro”. “Soltanto nel 2006 – ha ripreso Menicacci – se le Aziende sanitarie avessero adottato la distribuzione diretta dei farmaci, come fatto dalla Asl 1 di Imperia, avremmo avuto un risparmio di 456 milioni di euro”. Un elenco interminabile di sprechi e risorse investite male. Come nel caso “delle residenze sanitarie assistite – ha aggiunto – che stanno diventando sempre più “parcheggi” per la lunga degenza e non luoghi di terapia, riabilitazione e reinserimento”. Per non parlare delle assurde contraddizioni di un sistema sanitario che chiede ad un “malato d’Alzheimer che chiede l’indennità di subire visite di verifica con cadenza annuale. Queste visite – ha detto il Segretario dell’Anap – sono costose ed inutili, perché l’Alzheimer non è una malattia che può regredire. Rivedere i malati, dunque, è uno spreco di denaro pubblico, oltre che un inutile impegno per chi soffre”. “A tutto questo – ha concluso Fabio Menicacci – si aggiunge la disfunzione di un paese in cui il 30% dei pensionati di vecchiaia ha meno di 65 anni. Per riequilibrare il sistema dovremmo coscientemente ragionare sull’età di accesso alla pensione tenendo presente i lavori realmente usuranti sia nel settore privato che in quello autonomo”.
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