28 Maggio 2009, h. 00:00
Il Parlamento impegna il Governo a costruire un Paese a misura di piccole imprese
La Camera dei Deputati impegna il Governo a rendere il Paese più a misura delle piccole imprese strette tra una crisi senza precedenti e le rigidità di un sistema che non pensa “innanzitutto in piccolo”. Nel corso della seduta del 26 maggio, l’Aula della Camera ha approvato quattro mozioni, sostenute da un folto schieramento di deputati di maggioranza e opposizione, con iniziative a sostegno delle piccole imprese. Un impegno compatto quello della Camera: sulle quattro mozioni vi sono infatti le firme del Popolo delle Libertà, del Partito Democratico, dell’Unione di Centro, della Lega Nord Padania, dell’Italia dei Valori, del Movimento per l’Autonomia. Per Confartigianato si tratta di un segnale di attenzione estremamente importante: le iniziative che richiamano l’impegno dell’Esecutivo sono le stesse sollecitate da tempo dalla Confederazione. Ad iniziare dall’attuazione dello Small Business Act, il ‘pacchetto’ di iniziative e proposte di azioni politiche da applicare a livello europeo e negli Stati membri per valorizzare 23 milioni di piccole e medie imprese europee, di cui 6 milioni in Italia. Della sua importanza è convinta Confartigianato, ma anche l’Onorevole del PdL Raffaello Vignali che, intervenuto in Aula per la dichiarazione di voto sulle quattro mozioni, ha detto: “Chiediamo al Governo un ulteriore sforzo: l’impegno ad attuare lo Small Business Act, per riconoscere finalmente il valore delle nostre micro, piccole e medie imprese e per rendere la loro esistenza meno complicata”. “Noi – ha spiegato Vignali – non sottovalutiamo assolutamente la crisi, così come non l’ha sottovalutato il Governo, che fin dall’inizio si è mosso con intelligenza, efficacia e, non ultimo, con grande responsabilità. Ma neppure la ingigantiamo, ne’ cediamo al catastrofismo che spesso contraddistingue certi interventi”. Vignali ha poi aggiunto: ”Noi pensiamo che l’economia non sia appena un universo matematico e meccanico fatto di aggregati che si muovono indipendentemente dall’intervento statale. Noi pensiamo che il motore dell’economia siano le persone, siano la loro libertà e la loro responsabilità. Il motore dell’economia è la tensione ideale dei nostri micro, piccoli e medi imprenditori, che rischiano in proprio, che investono sulle persone, che non lasciano nulla di intentato pur di non licenziare”. Gli interventi che Palazzo Chigi è impegnato ad attuare spaziano dalla semplificazione amministrativa alla valorizzazione delle reti d’impresa, dalla tutela dei prodotti made in Italy del tessile-abbigliamento alle facilitazioni nell’accesso al credito, dalla riforma degli ammortizzatori sociali alla semplificazione degli strumenti per agevolare la riscossione dei crediti delle PMI nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Scendendo nel dettaglio delle singole mozioni, approvazione in toto per quella presentata dagli onorevoli Cicchitto (PdL), Cota (Lega Nord Padania), Iannaccone (Movimento per l’Autonomia) e altri. Il primo punto della mozione, che sancisce l’impegno storico di Confartigianato nella battaglia per trasformare l’Italia in un Paese a misura di piccole imprese, impegna il Governo a “recepire integralmente, per primo in Europa, le indicazioni suggerite agli Stati membri dall’Unione europea dallo Small Business Act”. Poi misure per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà (solo quelle consentite dagli orientamenti UE sugli aiuti di stato), per agevolare l’accesso al credito dei piccoli, per ridurre i costi dell’energia, per semplificare gli adempimenti amministrativi e per ridurre i carichi fiscali. Sollecitato anche il disco verde per l’emanazione del regolamento dell’ “Impresa in un giorno” e per la definizione del “piano casa”. Auspicata la possibilità di ridurre i premi Inail per le imprese artigiane. Tra le principali iniziative per consentire alle piccole imprese manifatturiere di uscire dall’attuale situazione di crisi, il Partito Democratico mette al primo posto quelle sul credito. Franceschini e gli altri firmatari della mozione sollecitano “la fruibilità effettiva dell’intervento del fondo centrale di garanzia” e la “promozione di accordi operativi col sistema creditizio volti a facilitare la rinegoziazione dei debiti delle piccole e micro imprese, in particolare per le aziende controterziste”. Richiesta inoltre “l’accelerazione del percorso di semplificazione amministrativa, secondo il principio di sussidiarietà” e l’introduzione di un sistema fiscale premiante (detassazione degli investimenti) per le imprese che investono nel rafforzamento del capitale societario, tecnologico e umano (occupazione). In testa alle proposte dell’Udc a firma Vietti, Formisano, Pezzotta e altri, il “potenziamento e la valorizzazione dei Confidi”, le politiche per favorire la “flessibilità e l’innovazione di prodotti e di processi produttivi” e la richiesta di interventi “più incisivi per ridurre il carico tributario che grava sulle aziende”. Tra le altre sollecitazioni dell’UdC che impegnano il Governo c’è anche la proposta di riforma degli ammortizzatori sociali, per consentire un’adeguata copertura anche dei settori che attualmente ne sono sprovvisti (sollecitata anche nella mozione del Pd), e la predisposizione di strumenti che rendano tempestiva la riscossione dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi nei confronti della PA. Una richiesta, quest’ultima, avanzata anche dall’Italia dei Valori. Restando all’IdV, nella mozione degli onorevoli Borghesi, Misti, Donadi e altri, sono sollecitati interventi a sostegno del manufatturiero mirati a favorire la crescita dimensionale delle imprese, sviluppare l’innovazione tecnologica, diminuire il peso della burocrazia, sostenere una politica fiscale ad hoc, garantire il credito alle piccole imprese.
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