16 Febbraio 2009, h. 00:00

Un forum per una nuova morale dell’economia

L’attuale crisi economica e sociale è il frutto di una degenerazione dei valori che ha stravolto il rapporto tra i mezzi, rappresentati dalla finanza e dai mercati, e i fini, cioè il benessere concreto e diffuso delle persone. Per questa ragione le straordinarie opportunità rappresentate dalle nuove conoscenze, dalle tecnologie, dalle risorse finanziarie non sono riuscite a generare ancora uno sviluppo economico equo e sostenibile. Per contrastare questa pericolosa deriva bisogna ridare centralità alla persona, intesa come lavoratore, consumatore, contribuente. Solo così si potranno creare le basi per un diverso ciclo di sviluppo questa volta realmente sostenibile, più aperto e solidale. Con l’imperativo di sostenere la ‘democrazia economica’, si è tenuto a Roma il ‘Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro’, costituito da Confartigianato, Cdo (Compagnia delle Opere), Cisl, Confcooperative e Mcl (Movimento Cristiano Lavoratori). Hanno presentato l’iniziativa, il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, il presidente di Confcooperative Luigi Marino, e Natale Forlani, presidente di Italia Lavoro e portavoce del Forum. In particolare il Forum ha indicato due priorità: intervenire per salvaguardare e potenziare il patrimonio di risorse umane e produttive del mondo del lavoro e predisporre interventi a favore delle famiglie, come premessa di una nuova domanda di servizi e occupazione. “Abbiamo colto – ha spiegato il portavoce del Forum Natale Forlani – l’appello di Papa Benedetto XVI alla classe dirigente, che si ispira alla Dottrina Sociale della Chiesa. Questo perché sia a livello personale che collettivo si renda visibile l’impegno di ciascuno di noi per la rinascita morale e socio economica del Paese. Il Forum ha il proposito di generare non solo vantaggi per i soggetti rappresentati, ma anche e soprattutto per quelli che non sono rappresentati. Siamo convinti che sia necessario aprire una nuova stagione di concertazione, dove le riforme della politica e del lavoro e dello stato sociale siano veramente rivolte a sostenere i soggetti che hanno più difficoltà in questa situazione di crisi”. Se la crisi mondiale nasce dalle degenerazioni della finanza creativa e dell’economia di carta, che hanno avuto vita facile in una società sempre meno attenta ai valori del lavoro e della persona, la risposta – dice il Forum – è una fase di nuovo dialogo tra parti sociali e istituzioni che deve ripartire dalla riscoperta e dalla valorizzazione dei fondamentali dell’economia. Una valorizzazione e un rilancio che si traducono prioritariamente in interventi a sostegno degli interessi diffusi tra cui quelli dei piccoli imprenditori. Ma da soli tali interventi non bastano: è necessario che il Paese, la politica, le istituzioni, le banche, riconoscano il ruolo fondamentale svolto dalle piccole imprese. Lo ha detto il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini sottolineando che “bisogna ricomporre la frattura che si è creata tra gli interessi diffusi, come quelli rappresentati dalla piccola impresa e la classe dirigente del Paese, altrimenti l’Italia è spacciata”. Guerrini ha proseguito ricordando come “nel 2008 le piccole e medie imprese hanno garantito la tenuta dell’occupazione con una crescita dello 0,5%. Ma le misure del Governo non hanno tenuto conto delle Pmi. Gli unici beneficiati dalle misure del Governo sono stati i gruppi industriali, tra cui la Fiat”. Collaborazione tra capitale e lavoro, superando gli antagonismi del ‘900, perché “oggi vale la capacità di saper coniugare gli interessi, saperli ricondurre anche a molti elementi presenti nella dottrina sociale”. Questo il pensiero del Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni che osserva: “questa crisi fa venire i nodi al pettine di un capitalismo non costruito sull’uomo e che si dimostra un fallimento Bisogna ricostruire da queste macerie una nuova convinzione che parta dall’intelligenza del lavoro, dalla collaborazione tra capitale e lavoro”. Un no deciso alla finanza creativa è venuto dal presidente di Confcooperative Luigi Marino, che, tra l’altro, ha dichiarato: “Non siamo contro qualcuno, o contro qualcosa: questa iniziativa nasce per dare un contributo completo, attraverso la formula della partecipazione, del confronto democratico, per provare a tirare fuori il Paese dalla crisi in cui si trova”. Il prossimo appuntamento promosso dal Forum si terrà nel mese di Marzo con un’iniziativa pubblica sul tema “Lavoro e Famiglia”, per evidenziare che nel contesto italiano la marginalità degli interventi pubblici dedicati alle famiglie determina non solo profonde disuguaglianze sociali, ma anche una compressione della quantità e della qualità dei servizi alle persone e della partecipazione femminile al mondo del lavoro.

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