12 Febbraio 2009, h. 00:00

Allarme sulla 488, saldo delle agevolazioni a passo di lumaca

Rischiano di trasformarsi in un boomerang le agevolazioni previste dalla legge 488/92 a causa dei ritardi con cui la pubblica amministrazione provvede all’erogazione dei saldi dovuti alle imprese che hanno completato e collaudato le opere realizzate con i contributi della legge. L’ennesimo caso di ritardo dei pagamenti da parte dello Stato nei confronti degli imprenditori è stato denunciato dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini in una lettera indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Guerrini, tra l’altro, scrive: “Nell’attuale situazione di congiuntura negativa, la chiusura delle pratiche con, finalmente, l’erogazione del saldo di un contributo per cui sono stati sostenuti e conclusi da anni i relativi investimenti, costituirebbe, per le imprese beneficiarie, un elemento di certezza di entrata utile a fronteggiare contingenti crisi di liquidità”. Secondo una stima di Confartigianato sono circa 20.000 le imprese in attesa di ricevere l’ultima tranche delle risorse già assegnate e impiegate per finanziare programmi di investimento, come l’acquisto di macchinari e la costruzione di immobili, per l’ampliamento e l’ammodernamento dell’impresa. Ritardi che si trascinano da anni, nei casi più gravi oltre quattro. Notizie incerte, invece, per quanto attiene agli importi che complessivamente devono incassare le imprese che, secondo una stima per difetto, non dovrebbero essere inferiori a un miliardo di euro. A tenere bloccate le risorse, un iter burocratico lungo e tortuoso e la mancata emanazione di un apposito decreto ministeriale che avrebbe permesso di chiudere in poche battute la questione. In effetti il decreto è pronto, manca solo il passaggio della Corte dei Conti. Che però potrebbe richiedere ancora del tempo visto che il testo è stato sottoposto solo di recente al vaglio della magistratura contabile. Una volta che per il provvedimento sarà scattato il disco verde, le banche che hanno gestito le istruttorie di richiesta di contributo potranno certificare la fine dei lavori dando così via libera all’erogazione dei fondi. In effetti, buona parte delle criticità che impediscono alle imprese di ottenere quanto dovuto ruotano attorno a chi deve certificare la fine dei lavori, perché attualmente la legge non indica nessuno in particolare. Il Decreto in via di emanazione identifica tale soggetto negli istituti di credito. Ma anche in questo caso si rischia di incappare in una burocrazia – comunque più leggera di quella dello Stato – ma sempre una burocrazia. Con tutti i rischi connessi di maggiori costi e ulteriori ritardi. Nella lettera inviata dal Presidente di Confartigianato al Ministro Scajola, Guerrini suggerisce una via alternativa a burocrazia zero: “consentire alle imprese di autocertificare la fine lavori, magari mediante asseverazione delle opere da parte di un professionista abilitate”. L’invito rivolto a Scajola è comunque quello di adottare “ogni utile provvedimento teso a velocizzare la chiusura istruttoria delle situazioni tuttora pendenti”. Ma la questione dei ritardi nel pagamento dei saldi delle agevolazioni, dipendenti o meno, dall’attuale mancanza del validatore delle istruttorie, non è l’unico aspetto critico della legge 488/92. Un preoccupante capitolo l’ha scritto, infatti, la Finanziaria 2008 che ha dato un giro di vite sulla cosiddetta “perenzione amministrativa” facendo scendere da sette a tre anni il periodo di conservazione dei residui delle spese in conto capitale. Con la conseguenza che le spese relative agli stanziamenti iscritti in bilancio nel 2004 e negli anni precedenti, concesse ai progetti “non cofinanziati” che avevano diritto ai contributi a fondo perduto sono state “congelate” nello status di prescrizione anticipata.

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