17 Settembre 2008, h. 00:00
Riforma contratti, Confartigianato in audizione parlamentare
“Con i sindacati intendiamo costruire in tempi rapidi un modello di relazioni e di contrattazione ispirato ai principi della sussidiarietà, del federalismo, della bilateralità e della partecipazione”. E’ questo, in sintesi, l’obiettivo che le sigle dell’artigianato si sono poste nella verifica del sistema di contrattazione. Una via che l’artigianato, oltre all’industria, ha intrapreso prima di altri settori produttivi e che, stando alle intenzioni espresse da Cesare Fumagalli ai parlamentari della XI Commissione alla Camera, “consentirà di migliorare la competitività e la produttività delle imprese artigiane e delle piccole imprese, di motivare i lavoratori, migliorare i salari, introdurre formazione e innovazione, aiutare a superare le difficoltà di aree e settori specifici”. In sostanza sono quattro le aree in cui, già dal primo incontro di luglio tra Confederazioni artigiane e Cgil, Cisl e Uil, si sta articolando la trattativa. A ricordarle, è ancora una volta il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli. “Gli obiettivi che ci siamo posti sono, in sintesi, la piena attuazione del modello contrattuale decentrato su base territoriale per realizzare e distribuire produttività dove si genera e dare risposte all’emergenza salariale, potenziamento degli organismi bilaterali, semplificazione dell’attuale sistema di contrattazione dell’artigianato articolato in 16 contratti nazionali di lavoro per arrivare ad un unico contratto nazionale dell’artigianato”. Quello a cui pensano le sigle dell’artigianato in audizione parlamentare, Confartigianato, Cna e Casartigiani, è un federalismo contrattuale che, come ha ricordato Cesare Fumagalli, “dovrà necessariamente trasferirsi a livello territoriale, dove si misurano la competitività, la produttività, la dinamica del mercato del lavoro, le esigenze di flessibilità delle imprese e le condizioni sociali ed economiche dei lavoratori e dove è possibile interpretare al meglio le esigenze di sviluppo locale”. Semplificare, decentrare e rispondere all’emergenza salariale, dunque. Ma anche bilateralità e sussidiarietà. Indirizzi, questi, che avevano già visto d’accordo Confartigianato ed il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, il quale, in occasione dell’Assemblea confederale 2008, disse che “dove c’è bilateralità c’è un cono di luce delle parti sociali, c’è controllo sociale. Allora se c’è bilateralità possiamo pensare a un passo indietro delle amministrazioni pubbliche in termini di adempimenti formali e di relativi controlli, proprio perché c’è qualcosa di più: le parti, quando si incontrano e collaborano, non lo fanno per adempimenti formali ma per obiettivi sostanziali. Quindi c’è più di una ragione per poter dire che la bilateralità deve essere incentivata nel senso di consentire che lì, soprattutto lì, si riducano gli adempimenti e i controlli”. Parole sante per gli artigiani italiani.
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