10 Luglio 2008, h. 00:00

Rosa Gentile: “Non possiamo continuare ad accettare le discriminazioni”

“Confartigianato è un sistema forte grazie alle proprie componenti. Donne Impresa è per Confartigianato uno straordinario punto di forza”. Un’indicazione chiara quella espressa dal Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, intervenuto ad aprire la seconda giornata di lavori della Convention annuale di Donne Impresa. L’Italia non può riprendere il percorso di crescita della produttività senza l’apporto delle donne, imprenditrici, titolari o socie di azienda. “L’Italia – ha aggiunto Fumagalli – deve riprendere il proprio percorso virtuoso di crescita. Il detto mal comune mezzo gaudio non può valere per un Paese come l’Italia che deve confrontarsi con altri cento paesi che fanno registrare tassi di crescita del 5%. Abbiamo calcolato che se l’Italia riuscisse a raggiungere il tasso d’occupazione femminile della media europea, si registrerebbe un incremento dell’occupazione pari a 2,2 milioni di nuovi posti di lavoro, con un aumento del Pil di 150 miliardi di euro”. Il Segretario Fumagalli ha concluso sottolineando come “la crescita italiana, dunque, passa per 1.590.000 imprenditrici italiane che permettono al nostro Paese di farsi vanto del più alto tasso di imprenditorialità femminile dell’Unione Europea”. L’applauso che ha accompagnato il discorso del Segretario generale lascia pensare che le imprenditrici di Confartigianato abbiamo la voglia, l’intraprendenza e la giusta determinazione per diventare parte integrante del processo di rilancio dell’economia del nostro Paese. Mariella Zezza, giornalista televisiva e conduttrice dei lavori del 10 luglio, ha poi introdotto il Premio Sole d’Argento 2008, giunto quest’anno alla quarta edizione. Sul palco è salita la Presidente di Donne Impresa, Rosa Gentile, per premiare il professor Umberto Veronesi, oncologo di fama mondiale. Un premio assegnato “per l’inestimabile contributo dato nella sua vita di medico e di ricercatore alla lotta contro il cancro e per aver diffuso, in special modo fra le donne, la cultura della prevenzione come scelta di vita contro la cultura della incurabilità e della resa”. Un ringraziamento profondo che le duecento imprenditrici riunite al Teatro Capranica di Roma hanno voluto manifestare con un lungo applauso ed una standing ovation cui è seguito il ringraziamento di uno dei più illustri rappresentanti delle medicina oncologica mondiale. “Non ho parole per ringraziarvi – ha debuttato Veronesi – per aver voluto assegnare a me questo prestigioso riconoscimento. Nella mia carriera ho ricevuto tantissimi premi, comprese 10 lauree honoris causa, ma quelli che amo di più sono quelli che ho ricevuto dal mondo femminile. Conosco bene l’animo femminile nella sofferenza, quando una donna è pura, libera, priva di incrostazioni. La donna, a differenza dell’uomo, non ha paura delle grandi difficoltà, degli ostacoli della vita. Li affronta e li combatte con una forza d’animo incredibile. Oggi – ha concluso Veronesi – le donne hanno conquistato posti e traguardi che nell’immediato dopoguerra neanche si pensava fossero raggiungibili. Ma voi, donne e imprenditrici, avete ancora tanto da fare”. La battuta finale del discorso di Umberto Veronesi si è trasformato in un assist perfetto per Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, salito sul palco del Capranica per presentare il V Osservatorio sull’imprenditoria femminile artigiana 2007. Se è vero, infatti, che tra il 2006 ed il 2007 il numero di artigiane è salito dello 0,8%, arrivando a toccare quota 363.185 imprenditrici, è altrettanto vero che il loro più grande problema resta quello di riuscire a conciliare il lavoro e la famiglia, un problema che nasce dalla carenza di servizi pubblici a disposizione delle famiglie italiane. “Nel nostro Paese – ha sottolineato Quintavalle – soltanto il 13,5% delle imprenditrici utilizza un asilo nido pubblico. Nel Sud la percentuale scende al 5,4%”. Dati che diventano ancora più allarmanti se si considera “l’offerta di posti negli asili nido pubblici: in Italia soltanto l’11,2% dei bambini fino ai due anni frequenta un asilo nido pubblico, mentre la media Ocse è del 22,2%”, ha poi aggiunto, prima di sottolineare come “in Italia la spesa sociale destinata alle famiglie è appena del 4,4%, rispetto alla media europea dell’8%”. Dopo la relazione di Enrico Quintavalle, è intervenuta sul palco la Senatrice Laura Bianconi, portando con sé buone notizie per le imprenditrici italiane. “La volontà del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, è quella di apportare importanti modifiche ad una legge, la 53/2000, che allo stato attuale ha fallito il proprio obiettivo. In particolare, vogliamo rivedere gli articoli 9 e 10, quelli su maternità, paternità, famiglie con portatori di handicap ed anziani”. Un messaggio accolto con ancor maggiore soddisfazione quando la Senatrice ha confermato “la volontà del Ministro di offrire pari dignità ed opportunità a tutte le lavoratrici in maternità, eliminando qualsiasi discriminazione tra lavoratrici autonome e dipendenti”, ha concluso la Bianconi. Alla seconda giornata dell’Assemblea Donne Impresa è intervenuta la professoressa Fiorella Kostoris, docente dell’Università la Sapienza di Roma, che ha confermato il quadro non esaltante rilevato da Enrico Quintavalle. “Stando alla situazione attuale, posso affermare con una certa sicurezza che l’Italia non soltanto non raggiungerà gli obiettivi fissati dall’agenda di Lisbona per quanto riguarda l’occupazione femminile, ma ne resterà anche molto lontana. Ad oggi, infatti, in Italia il tasso d’occupazione femminile si attesta sul 47%, ciò vuol dire che nel nostro Paese neanche una donna su due riesce a lavorare. Una percentuale inferiore di 11 punti rispetto alla media europea”. La professoressa Kostoris ha poi passato in rassegna le discriminazioni che penalizzano le donne, come “le difficoltà di entrare nel mercato del lavoro, il diverso trattamento riservato alle lavoratrici ed il differenziale retributivo, per cui, a parità di lavoro, la donna guadagna meno”, consigliando un approccio diffidente ai dati che accolgono favorevolmente l’alto tasso d’occupazione delle giovani lavoratrici. “E’ sbagliato sostenere che oggi va meglio del passato. Le giovani donne, fin dagli anni settanta, hanno sempre avuto un’alta percentuale di occupazione, percentuale che si abbatte regolarmente, oggi come ieri, con l’invecchiamento delle lavoratrici”. La Kostoris ha concluso il proprio intervento proponendo un modello di pari opportunità simile a quello attualmente usato nelle Università americane. “Dove – sottolinea – si controllano le assunzioni dei professori, con i capi dipartimento chiamati ad offrire spiegazioni sulle eventuali discriminazioni di assunzione tra uomini e donne. Un modello di controllo soffice, a trecentosessanta gradi e particolarmente efficace. Il problema del nostro Paese – ha concluso – è che se in Italia le donne non lavorano, è perché nessuno le ha cercate”. La seconda parte della mattinata è stata dedicata alla tavola rotonda “L’economia e il mercato globale: nuove sfide ed opportunità per le donne”, moderata dalla giornalista televisiva Mariella Zezza. Al dibattito hanno partecipato l’imprenditrice Anna Carrer, la professoressa Fiorella Kostoris, il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, ed il sottosegretario al Lavoro, alla Salute e alle Politiche Sociali, Pasquale Viespoli. Urso ha sottolineato come, in rapporto ai flussi della globalizzazione, “la donna sembra essere molto più attiva dell’uomo nel processo di globalizzazione. Un recente studio, ad esempio, ha dimostrato come le donne musulmane siano molto più propense all’integrazione culturale rispetto agli uomini. O come le donne di diverse aree del cosiddetto Terzo Mondo siano più abili e attive nell’accedere al microcredito”. Una visione positiva dell’imprenditoria femminile che il sottosegretario allo Sviluppo Economico ha confermato quando gli è stato chiesto quali s

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