13 Giugno 2008, h. 00:00

ASSEMBLEA 2008 – Guerrini raccoglie l’appoggio di Berlusconi e Sacconi

“Ci sono i presupposti per far tornare il Paese ad essere protagonista di un nuovo miracolo economico”. Per farlo, però, il Governo Berlusconi deve intervenire “con lo stesso coraggio e con lo stesso orgoglio degli imprenditori” su tutti quei freni che hanno portato l’Italia alla deriva e lontano dall’Europa. Fisco, contrattazione, liberalizzazioni mancate e prezzi energetici. In Italia “bisogna tornare alla cultura d’impresa”, per riaccendere i motori del Paese e per “permetterci di cancellare i 100 divari che ci dividono dall’Unione Europea”. Gli artigiani, rappresentati dai 1.200 imprenditori presenti all’Assemblea, sono pronti, a patto che si intervenga con decisione e fermezza. A cominciare dalla pressione fiscale, “che oggi è al 43,3% del Pil ed è divenuta insostenibile”, e dalla burocrazia, “che costa ai piccoli imprenditori italiani ben 11,4 miliardi di euro l’anno”. Due macigni che rischiano di far perdere definitivamente competitività alle microimprese italiane. Aziende piccole per dimensioni, ma non per l’apporto dato alla mondo produttivo nazionale. “Il 98% del sistema Italia”, come ha ricordato il Presidente Guerrini, “una risorsa essenziale del nostro sistema produttivo”, come ha scritto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato all’Assemblea, che ha poi riconosciuto come “Confartigianato rappresenta una parte significativa delle imprese italiane e trae dall’esperienza associativa una concreta capacità di analisi delle tendenze e dei problemi della realtà economica e sociale del nostro Paese”. Nonostante il fondamentale apporto offerto dalle micro e piccole imprese, però, il sistema Italia non sembra aiutarle. A cominciare dal prezzo dell’energia elettrica, considerato che non si capisce come, ha tuonato il Presidente di Confartigianato, “in Italia l’energia elettrica costi così tanto. Da noi il prezzo dell’elettricità è superiore addirittura del 38% rispetto alla media europea e, dal 2000 al 2007, è aumentato del 48,2% a fronte di un contemporaneo incremento medio europeo del 28,7%”. Per non parlare del fisco, dei costi di gestione delle grandi compagnie pubbliche di trasporti e delle infrastrutture, dei ritardi della giustizia italiana e delle perdite dovute alle mancate liberalizzazioni, dove “troppo poco si è fatto per abbassare gli oneri di tariffe e servizi essenziali e per liberare cittadini ed imprenditori dai pesanti costi derivanti dai mercati protetti e dalle rendite di posizione”, come ha denunciato Giorgio Guerrini dal palco dell’Assemblea citando i numeri del rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato presentato durante l’Assemblea. In un’Italia che stenta a ritrovare le coordinate della crescita, dell’innovazione e dello sviluppo, gli artigiani hanno continuato a fare la loro parte, dribblando di volta in volta gli ostacoli incontrati tutti i giorni per mantenere alta la competitività delle proprie imprese e per “riuscire a superare i concorrenti migliorando la qualità dei loro prodotti e servizi”. Confartigianato, secondo il Presidente, guarda positivamente al federalismo. Un chiaro sì, dunque, al federalismo fiscale, “che può contribuire a migliorare l’efficienza della spesa”, e a quello contrattuale, considerato che “il contratto ‘a taglia unica’ non è più adatto per un Paese così diversificato e, di fatto, frena lo sviluppo territoriale, tanto al Nord quanto al Sud, convinti che nessuno stia pensando di abbandonare il Mezzogiorno al proprio destino”. All’indomani dell’ennesima strage sul lavoro, la morte di sei operai caduti in Sicilia, vittime che il Presidente ha ricordato in apertura del proprio discorso, Guerrini, approfittando della presenza di imprenditori, politici e rappresentanti delle forze economiche e sociali, ha richiamato “le istituzioni, gli imprenditori ed i lavoratori a fare tutto il possibile, e anche di più” per evitare il ripetersi di tragedie simili. Critiche e attacchi, ma anche esempi dell’impegno imprenditoriale e proposte per uscire dalla stallo economico del Paese. Come la ricerca di 162mila addetti che le imprese artigiane cercavano lo scorso anno, di cui oltre la metà “sono risultati introvabili”. Di posti di lavoro sicuri e non precari l’artigianato ne offre parecchi, rompendo la convinzione che trovare un posto di lavoro in Italia sia davvero un’impresa. Guerrini, a nome di tutti gli imprenditori associati a Confartigianato, ha detto ai nuovi componenti del Governo di “essere pronti a fare la nostra parte, ben consapevoli ed orgogliosi del patrimonio economico e sociale rappresentato dai nostri imprenditori, con le loro aziende e le loro famiglie. Da chi guida il paese ci aspettiamo il coraggio e l’orgoglio delle decisioni”. Aspettative confermate in primo luogo dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, intervenuto sul palco dell’Assemblea 2008. L’obiettivo di superare i tanti ostacoli che bloccano l’impresa è parte integrante dell’agenda politica del nuovo Ministro del lavoro. L’intenzione, infatti, è quella di liberare “l’impresa ed il lavoro – ha rassicurato Sacconi – dai tanti vincoli atavici accumulati, soprattutto nell’ultimo biennio, per quella cultura del sospetto che denunciavate prima”. Anche la semplificazione, parola d’ordine dell’Assemblea 2008, sarà obiettivo primario dell’attuale Governo. In particolare, il Ministro Sacconi ha annunciato che si interverrà in “cinque aree di deregulation burocratica e fiscale”, riconoscendo che “quello che va bene per le micro e piccole imprese va bene anche per tutto il Paese”. L’Assemblea si è chiusa con l’intervento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, salito sul palco per portare “il saluto del Governo a Confartigianato”. Il premier ha confermato che “le affinità di intenti riscontrate durante il nostro incontro in campagna elettorale restano immutate. Anzi, riprendo il vostro slogan per dire che anche il nostro Governo chiede di essere lasciato libero di lavorare”.

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