20 Febbraio 2008, h. 00:00

Comunicazione unica, parte la fase sperimentale

Il 19 febbraio 2008 è partita la fase sperimentale della Comunicazione Unica per la nascita dell’impresa. Introdotta dalla legge 40/2007 firmata dal Ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, la procedura per la Comunicazione unica vivrà una prima fase transitoria di sei mesi in alcune città italiane, per poi marciare a regime dal 20 agosto 2008 su tutto il territorio nazionale. Una vera e propria rivoluzione burocratica, una semplificazione che permetterà di avviare una nuova impresa riunendo in un’unica comunicazione, per giunta telematica, tutti gli adempimenti necessari. Gli imprenditori italiani, paese classificato al 65° posto di una recente classifica mondiale per la snellezza dell’apparato burocratico, non dovranno più cimentarsi nella classica corsa a tappe tra sportelli pubblici e documenti vari, ma soltanto, per dirla in termini ciclistici, in un’unica tappa di velocità. Fino all’entrata in vigore della Comunicazione unica, chi voleva avviare un’impresa doveva affrontare un lungo, quanto dispendioso, percorso ad ostacoli. Prima tappa all’Agenzia delle Entrate per ottenere la partita Iva ed il codice fiscale, necessari per passare agli obblighi previdenziali ed assistenziali dell’Inps e dell’Inail. L’ultimo ostacolo era poi rappresentato dalla definitiva registrazione dell’impresa all’Albo della Camera di Commercio locale. Dal 19 febbraio, invece, saranno gli imprenditori di Venezia, Padova, Milano, Torino, Ravenna, Prato, Pescara, Napoli, Cagliari e Taranto a sperimentare per primi la novità della Comunicazione unica.. Essa, secondo le intenzioni del Ministero, “vale quale assolvimento di tutti gli adempimenti amministrativi previsti per l’iscrizione al registro delle imprese ed ha effetto, sussistendo i presupposti di legge, ai fini previdenziali, assistenziali, fiscali, nonché per l’ottenimento del codice fiscale e della partita IVA”. Tutto in un unico invio, dunque. Questa rivoluzione, però, seppur innovativa e conveniente in termini di tempo e denaro spesi dalle imprese, mostra dei punti scuri ancora da chiarire. A cominciare dai problemi di natura tecnica, con la fase sperimentale estesa soltanto ai Registri di alcune Camere di Commercio e soltanto per quanto riguarda l’inizio attività. In più, attualmente, soltanto le Camere di Commercio e l’Agenzia delle Entrate sono completamente operative, mentre l’Inail e l’Inps devono ancora perfezionare alcuni aspetti, soprattutto informatici. Soprattutto, però, la Comunicazione unica presenta problemi di natura giuridica, perché allo stato attuale le imprese artigiane sono state escluse dalla possibilità di avvalersi della semplificazione. Questo nonostante l’azione di rappresentanza svolta da Confartigianato durante l’iter legislativo della legge 40/2007. La Confederazione ha proposto emendamenti e ha partecipato attivamente ai tavoli tecnici del Ministero per lo Sviluppo economico e del Governo, arrivando anche alla Conferenza delle Regioni. Ma le soluzioni e gli emendamenti proposte da Confartigianato sono stati congelati con la caduta del Governo e la conseguente stasi legislativa. Si dovrà aspettare l’avvio dei lavori della prossima legislatura per vedere realizzate le proposte Confederali. Nel frattempo, lo scorso 6 febbraio, Confartigianato ha organizzato una giornata di approfondimento dedicata alle Associazioni del Sistema Confederale con i tecnici di Infocamere, i responsabili delle strutture informatiche delle Camere di Commercio, per un confronto sulla nuova procedura unica, individuando la reale convenienza per le imprese artigiane, non soltanto in termini economici. Intanto, la Comunicazione unica vivrà la fase sperimentale del progetto, dove verranno testati i limiti e i reali vantaggi che la semplificazione burocratica porterà a chi fa impresa in Italia.

rss