6 Febbraio 2014, h. 00:00
Confartigianato riscopre “l’odore della tipografia”
Prima dei pixel, della comunicazione digitale, dei caratteri da scegliere in un menu a comparsa, la stampa era una vera e propria arte, di cui l’Italia, per molti secoli, è stata un punto d’eccellenza e di riferimento per tutto il vecchio continente. Oggi che quell’arte è chiamata a reinventarsi per affrontare la sfida del digitale, Confartigianato Comunicazione ha organizzato la prima giornata nazionale dei tipografi, il cui titolo, “L’odore della tipografia”, richiama immediatamente la magia che avvolge questo antico mestiere, chiamato oggi ad una nuova ed esaltante sfida. “Quando ci fu l’invenzione della stampa, gli amanuensi attaccarono questa invenzione accusandola di essere uno strumento del demonio, ci fu una vera e propria guerra alla stampa – ha raccontato Rinaldo Pellizzari, presidente di Confartigianato Comunicazione – Anche oggi è un po’ così. L’importante è mantenersi costantemente attenti a quello che il mercato chiede e adeguarsi sia da un punto di vista tecnico che culturale. Credo sia questo il futuro che possa avere qualsiasi professionista della comunicazione, a cominciare dai tipografi e dai fotografi”. Conoscere il passato e leggere il futuro, questo il doppio binario su cui si è sviluppato il dibattito della giornata del 24 gennaio. Da una parte il futuro della categoria e dall’altra un viaggio dritto al cuore della gloriosa tradizione italiana della stampa e della tipografia, in una cornice da favola, la “Tipoteca di Cornuda”, uno dei più importanti musei della stampa di tutto il mondo. “Tutto questo patrimonio di professionalità straordinarie che, in modo particolare, l’Italia ha avuto con i grandi stampatori veneziani, è destinato ad essere sovvertito dalle nuove tecnologie – ha sottolineato Silvio Antiga, presidente della fondazione “Tipoteca italiana” – L’avvento dei sistemi di stampa moderni e del computer determinano la fine di un’epoca”. Una lezione di storia della tipografia che, oltre alla Tipoteca di Cornuda, ha fatto visita al “Museo Remondini” di Bassano, ospitando, inoltre, i contributi del “Museo Bodoniano” di Parma. Storia ma non solo, perché grazie alla collaborazione con l’Istituto San Marco di Mestre e con Confartigianato Marca Trevigiana, gli imprenditori del settore si sono potuti confrontare sul futuro di un mestiere che ha radici solide e un futuro ancora tutto da scrivere. “La nostra categoria ha radici solide, molto solide. Speriamo che reagisca ai problemi della crisi e si sappia adeguare alle sfide del futuro, come abbiamo sempre fatto, d’altronde”, ha spiegato alla stampa Pamela Lerime, presidente dei tipografi di Confartigianato Marca Trevigiana.
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