18 Marzo 2011, h. 00:00
Green economy, le imprese finiscono nel caos di una riforma mancata
Quando il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha presentato le nuove linee guida del sistema agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in molti hanno storto la bocca. Banche, imprenditori, associazioni di categoria e consorzi energetici. Il mercato delle energie rinnovabili finisce in un blackout fatto di incertezze e di investimenti impossibili da programmare. Scongiurato il pericolo del tetto degli 8mila megawatt, minaccia comparsa alla vigilia dell’approvazione dei decreti e che ha fatto sollevare un coro unanime di polemiche, la denuncia degli imprenditori non è tanto nel merito delle novità che entreranno in vigore il prossimo primo giugno, quanto piuttosto per il metodo scelto. Volendo introdurre un principio di flessibilità e di sostenibilità degli incentivi, dopo un periodo di interventi economici massicci da parte dello Stato, il ministero dello sviluppo economico ha pensato ad un sistema annuale di definizione della potenza annuale incentivata. Un limite flessibile, tanto, troppo per permettere agli imprenditori del settore di mettere in atto politiche di investimenti a lungo termine. Un’incertezza che si somma ad una revisione del Conto Energia che arriva appena due mesi dopo la sua più recente modifica. Se le condizioni restano così incerte, suscettibili a modifiche repentine e all’incertezza per gli investimenti futuri, per gli imprenditori sarà impossibile “programmare investimenti di lunga durata, non conoscendo i parametri economici incentivanti”, come ha denunciato il presidente di Confartigianato e di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini. Fare ordine in un mercato che esce da un boom vertiginoso ma senza tagliare le gambe agli imprenditori. Bloccare le speculazioni dei grandi impianti ma senza strozzare gli investimenti degli imprenditori, soprattutto dei piccoli imprenditori. Queste le speranze di chi ha investito in un mercato che, inevitabilmente, rappresenta uno dei settori più vitali dell’economia italiana.
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