14 Dicembre 2010, h. 00:00

Sistri troppo complicato: Confartigianato chiede il rinvio dell’entrata in vigore

A pochi giorni dal fatidico primo gennaio 2011, data di entrata in vigore, il Sistri ancora non funziona. Soprattutto non funzionano i dispositivi elettronici come le chiavette Usb e le black box che sono alla base della rivoluzione telematica voluta dal Ministero dell’Ambiente per tracciare il percorso dei rifiuti prodotti dalle aziende. Rivoluzione condivisibile nel principio di combattere il traffico illegale di rifiuti ma, almeno per ora, troppo complessa e costosa nell’attuazione, al punto da far rimpiangere agli imprenditori i vecchi moduli cartacei. Per le 500.000 imprese che da gennaio dovranno adeguarsi al Sistri è una via crucis di problemi: molte non hanno ancora ricevuto le apparecchiature indispensabili per tracciare i rifiuti. Ma chi già dispone di chiavi Usb e black box deve fare i conti con difetti del software e dell’hardware che li rendono inutilizzabili. Se ne sono accorti anche i tecnici del Ministero dell’Ambiente che hanno ritirato molti dei dispositivi distribuiti. Insomma, una corsa con troppi ostacoli verso quel primo gennaio 2011 che dovrebbe segnare l’inizio dell’era Sistri. In queste condizioni, Confartigianato ritiene che l’unica soluzione per evitare agli imprenditori le salatissime sanzioni che da gennaio scatteranno per chi non si adegua al Sistri consiste nel rinviare l’applicazione del sistema. Il Presidente Guerrini ha sollecitato il differimento in una lettera al Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo ma anche ai suoi colleghi Brunetta e Calderoli e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Perché il Sistri, se non verrà modificato, aumenta i costi e complica di molto gli adempimenti che i Ministri Brunetta e Calderoli hanno promesso di alleggerire per semplificare la vita ai piccoli imprenditori. “La buona volontà delle imprese e delle Associazioni che le assistono – scrive il Presidente Guerrini ai rappresentanti del Governo – nulla può contro i ritardi e i malfunzionamenti di un sistema che, peraltro, impone gli stessi obblighi e gli stessi costi a un parrucchiere che smaltisce pochi grammi di lamette e ad una multinazionale chimica”. Ora non resta che confidare in una rapida risposta di buon senso da parte del Governo.

rss