20 Febbraio 2009, h. 00:00

Chiara la distinzione tra estetiste e chirurghi estetici, ma non per l’informazione TV

«Non si può continuare a fare confusione tra trattamenti estetici e chirurgia estetica; la linea di demarcazione tra le due attività è netta, e non lascia spazio neppure alla più piccola possibilità di sovrapposizione o di ambiguità. Nei centri estetici non possono essere utilizzati farmaci quali i ‘filler’ che sono di totale competenza medica e non possono essere effettuati trattamenti sottocutanei con tecniche invasive o con l’impiego di siringhe. Chi fa informazione, quando parla dei pericoli legati agli interventi estetici, deve stare attento a tenere ben distinte le due discipline per evitare una confusione pericolosa per i consumatori e per i professionisti di entrambi i settori». Anna Parpagiolla, Presidente di Confartigianato Estetica che rappresenta circa 14.000 imprese artigiane che impiegano pressappoco 22.000 operatori, interviene sul tema dell’informazione giornalistica, segnalando il caso di una recente trasmissione televisiva che ha affrontato il delicato tema con un taglio teso a criminalizzare le imprese di estetica. “E’ un argomento che richiede di essere affrontato seriamente: recenti fatti di cronaca – spiega – Parapagiolla – come i problemi denunciati pubblicamente dall’onorevole Margherita Boniver a seguito di un intervento di chirurgia estetica, hanno acceso i riflettori su tali pratiche. Ed è un bene, bisogna fare chiarezza. Una chiarezza che è mancata nella puntata della trasmissione televisiva Rai “Porta a Porta” dello scorso 12 febbraio. Nel corso della trasmissione, dedicata alla chirurgia estetica, è stata lanciata una domanda provocatoria: “Siamo sicuri che le estetiste non fanno filler e punture?”. Pronta la risposta di una delle ospiti, rappresentante di una associazione dell’Estetica: “Quelle professionisti no”. Una risposta chiara e netta, che sottoscrivo pienamente. Poi la questione è stata riproposta nuovamente con il conduttore che ha dichiarato di conoscere estetiste che inoculano sostanze per ripianare rughe o per gonfiare le labbra. Nuova smentita da parte della stessa rappresentante. Ma ormai il dubbio era instillato”. «Invito il conduttore della trasmissione e tutti i consumatori che sono a conoscenza di casi di centri estetici che praticano tecniche di esclusiva competenza medica a denunciarli. Chi li esegue non è un professionista e va fermato. Per garantire la professionalità dei nostri servizi e per tutelare i consumatori, Confartigianato Estetica si è data un codice deontologico con cui certifica la qualità delle aziende di Estetica e il marchio “Estetiste di qualità” che garantiscono anche la durata e il costo dei trattamenti estetici, e che assicurano la professionalità degli imprenditori e la correttezza nei rapporti con i clienti». «Ci tengo a ricordare – conclude la Presidente di Confartigianato Estetica Anna Parpagiolla – la differenza che intercorre tra medicina estetica e trattamenti estetici. La legge che disciplina l’attività di estetista prevede la correzione di inestetismi con interventi realizzati esclusivamente sulla superficie cutanea. La chirurgia estetica, invece, può essere svolta soltanto da medici specializzati e consente la somministrazione di sostanze e l’uso dei bisturi, o di altri strumenti chirurgici, per operare in profondità. Ciò costituisce il confine invalicabile tra i due tipi di interventi e attività».

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