12 Dicembre 2008, h. 00:00
IL TAGLIO DEL BONUS ENERGIA FRENA UN’INDUSTRIA DA 6 MILIARDI DI EURO
Almeno sulla retroattività della norma, il Governo ci ha ripensato. Gli interventi realizzati nel corso del 2008 per ridurre il consumo di energia e per aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni – pannelli solari, coibentazione, caldaie a condensazione, serramenti a elevate prestazioni etc. – fruiranno del previsto sconto fiscale del 55% in tre anni. Nessuna misura retroattiva, dunque: il Parlamento rivedrà la norma. Quelle che rischiano di restare, invece, sono le forti limitazioni di spesa previste dal Governo per i prossimi anni per la riconversione energetica degli stabili: un magro plafond predeterminato (si parla di 82,7 milioni di euro) al posto dell’attuale rimborso a piè di lista. Esaurito il budget niente più bonus. Il rischio concreto, nell’attuale fase di forte crisi economica, è che al sostanziale depennamento degli ecoincentivi faccia riscontro un’analoga cancellazione degli interventi di «ecoristrutturazione» programmati dai cittadini per i prossimi anni. Il Governo sforbicia gli impegni di spesa – «basta con i crediti d’imposta utilizzati come Bancomat» ha affermato negli scorsi giorni il Ministro Tremonti – e lo stesso potrebbero fare i proprietari di immobili, non più incentivati a investire sul risparmio energetico. Il risultato di un provvedimento che fa a pugni con le esigenze di avanzamento dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, principi che faticosamente hanno iniziato a farsi strada anche nel nostro Paese proprio sotto la spinta degli incentivi statali, può essere così riassunto: meno risparmio energetico = più inquinamento; meno interventi di ristrutturazione = meno imprese e occupati, e più lavoro nero. L’equazione, lineare in modo preoccupante, è stata definita da Confartigianato che ha sollecitato il Governo a ripensare alla cancellazione di “uno dei pochi provvedimenti a carattere strutturale – ha dichiarato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – che vanno mantenuti soprattutto in questa fase di crisi”. A sostegno della tesi, Confartigianato porta una serie di dati che confermano la necessità che il Governo faccia marcia indietro sulla cancellazione del bonus. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato elaborate su fonti Istat, Enea, Agenzia delle Entrate, Eurostat, Mef-Confservizi, il danno che riceverebbe il ‘sistema casa” dalla mancata conferma degli sgravi fiscali è così grave da meritare una più attenta valutazione da parte dell’Esecutivo: cancellati 92.700 interventi di riqualificazione, a rischio i posti di lavoro di 11.067 addetti di un settore che, nel suo insieme, è composto da 609.972 imprese di cui il 98,4% con meno di 20 addetti, che occupano 1.963.869 addetti, e che realizzano in valore aggiunto di 66,9 miliardi di euro. Un comparto già colpito da una profonda crisi congiunturale, destabilizzato dal lavoro nero (circa 283.700 operatori irregolari), in forte sofferenza anche a seguito dello scoppio delle bolle immobiliari negli USA e in Spagna. Nel periodo gennaio-agosto 2008 l’export italiano di prodotti in legno e di falegnameria per l’edilizia, piastrelle e rivestimenti, mattone e tegole, porte e finestre, radiatori e caldaie è crollato del 3,1%, a fronte di una tenuta dell’export complessivo italiano del 4,6%. Un rimedio per rimettere in carreggiata il ‘sistema casa’, e per sostenere la regolarità e la qualità degli interventi, è rappresentato proprio dagli ecoincentivi che negli ultimi due anni hanno generato oltre 240.000 domande che hanno prodotto un volume di 3,4 miliardi di investimenti in ristrutturazioni ed isolamento di edifici, in installazione di pannelli solari, di caldaie a condensazione e di impianti a maggiore efficienza. L’analisi di lungo corso conferma la bontà dello strumento: nel decennio 1998-2007, in cui era vigente l’incentivo del 36% per le ristrutturazioni degli immobili, l’occupazione nel comparto costruzioni (edilizia e installazioni impianti) è cresciuta di 492.000 unità, con un incremento del 29,5%, a fronte di una crescita del 12,9% negli altri settori dell’economia (agricoltura, manifatturiero e servizi). Tra il 1998 e il 2007 sono state effettuate 3.226.307 richieste di agevolazione per le ristrutturazioni in edilizia, L’utilizzo degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni ha visto nel primo periodo di applicazione 1998-2002 un trend di costante crescita, cui è seguita una flessione nel 2003 recuperata nel 2006. Le ristrutturazioni in edilizia hanno raggiunto le 402.811 unità nel 2007, anno del boom di richieste di agevolazioni dopo 10 anni dall’introduzione. Significativo anche il contributo alla tutela ambientale che si può ottenere attraverso le misure di risparmio energetico finanziate attraverso il ‘bonus energia’: il 12,2% delle emissioni in atmosfera, pari a 62 milioni di tonnellate di CO2, provengono, infatti, dal riscaldamento delle abitazioni. Tra il 1995 e il 2005 le emissioni da riscaldamento delle abitazioni sono cresciute del 15,8%, ad un tasso superiore a quello delle emissioni globali, salite dell’11,7% nello stesso periodo.
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