16 Settembre 2008, h. 00:00
“Maison et objet”, quando l’artigianato diventa arte
Le micro e piccole imprese italiane si battono per affrontare un mercato sempre più vasto e globalizzato. Una battaglia tanto più impegnativa per le micro imprese operanti in un settore produttivo, come quello dell’artigianato artistico, che “ha un’enorme rilevanza culturale, ma una debole realtà normativa, di rappresentanza e di tutela del fare impresa”. Con questa presa di coscienza, GiovanMaria Rizzi, Vice presidente di Confartigianato con delega all’internazionalizzazione, è intervenuto alla conferenza “Verso una rete europea dell’artigianato artistico” organizzata durante la recente fiera “Maison et objet” di Parigi, una tra le più importanti manifestazioni mondiali dell’artigianato artistico. Forti dell’accordo stretto nell’aprile scorso, Confartigianato, Cna e l’Ateliers d’Art de France proprio al “Maison et objet” hanno iniziato a tracciare la rotta di quel processo che dovrebbe portare alla creazione di una rete europea dell’artigianato artistico, attraverso “azioni di promozione, valorizzazione e tutela dell’artigianato artistico e dei mestieri d’arte, con particolare attenzione al livello europeo”. “L’artigianato artistico europeo è un segmento con significativi problemi – ha denunciato Rizzi – a cominciare dalla scarsa percezione del settore presso il grande pubblico. Ci sono evidenti problemi di tutela delle produzioni e della trasmissione d’impresa, oltre ad una fondamentale necessità di politiche specifiche volte alla promozione, all’internazionalizzazione, allo sviluppo, alla tutela e all’innovazione”, ha poi aggiunto il Vice presidente di Confartigianato. Problemi trasversali, che non conoscono frontiere e che sono stati confermati dagli altri invitati al dibattito. A cominciare da Andrea Benassi, Segretario generale dell’Ueapme, che ha confermato “la disponibilità dell’Organizzazione delle piccole imprese artigiane europee ad accogliere una rete comunitaria dell’artigianato artistico, un obiettivo realizzabile ma lontano, considerati i diffusi problemi di rappresentanza europea”. Positivo anche l’intervento di Catherine Dumas, senatrice francese e consigliera di Parigi, che ha confermato “l’appoggio politico francese per creare una rappresentanza europea dell’artigianato artistico”, capace di intercettare i bisogni comuni di artigiani italiani e transalpini. Un’alleanza europea, dunque, che sia capace di “aiutare le piccole imprese a superare lo scoglio dell’internazionalizzazione e che possa incidere come rappresentanza europea, dando un contributo concreto per l’adozione di normative più vicine all’artigianato artistico”, ha rilanciato GiovanMaria Rizzi. Ma, in un processo simile, “non bisogna rompere quello stretto legame tra produzione artigiana e territori che rappresenta – ha concluso Rizzi – il valore aggiunto dell’artigianato”. I tempi, in tal senso, sembrano maturi, considerata la volontà dell’Unione europea di tendere sempre più alla micro e piccola impresa. Volontà tradotta nel recente “Small Business Act”, una serie di direttive comunitarie volte a porre le necessità dell’artigianato e della piccola impresa al centro dell’agenda politica dei Paesi membri. Intanto, in attesa della definitiva creazione di una rete europea dell’artigianato artistico, Confartigianato ha partecipato alla collettiva italiana del “Maison et objet” di Parigi, una manifestazione da 101.000 mq che ha accolto 2.800 espositori, tra cui le 20 aziende italiane della collettiva italiana, organizzata dall’Istituto per il Commercio Estero e da Artex, che ha curato l’allestimento del padiglione, presentando i migliori prodotti del Made in Italy artigiano. Alla rassegna hanno partecipato anche due tra le imprese artigiane italiane più attive sui mercati esteri, l’Ars Vivendi di Giuliano Meliori e l’AnnaMaria Alois, entrambe associate a Confartigianato. Due moderni Davide che provano a combattere Golia grazie a processi di internazionalizzazione, alla partecipazione a fiere mondiali e, soprattutto, continuando a puntare sulla qualità che solo un oggetto di fattura artigiana può assicurare. ARS VIVENDI – Attiva dal 1986, l’Ars Vivendi ha iniziato la propria attività producendo tavoli per arredamento con un brevetto sul coccio policromo intarsiato, prima di ampliare la propria gamma di prodotti a tutta la casa, dai pavimenti ai bagni. Utilizzando un’antica tecnica romana, ha poi aperto al mercato del coccio pesto, realizzato dai residui di lavorazione del cotto. L’esportazione rappresenta il 60% del fatturato, soprattutto sul mercato tedesco, svizzero, giapponese, sudafricano e russo. “Fino all’anno scorso – spiega il titolare Giuliano Meliori – intrattenevo i rapporti con la Francia grazie alla partecipazione alla Fiera “Abitare l’arte”di Verona. Sono venuto per la prima volta a “Maison et objet” un anno fa, per presentare i nostri prodotti al padiglione “objets contemporains/design”, convinto dalle opportunità offerte dalla collettiva italiana. Per le piccole imprese, infatti, è davvero difficile poter partecipare da sole ad una fiera tanto ambiziosa ed impegnativa. Grazie al progetto artistico unitario – pensato e realizzato da Artex – la partecipazione dei piccoli imprenditori è resa possibile dal risparmio sui costi d’allestimento e dalla disponibilità di architetti e professionisti ad esaltare la qualità e la creatività delle produzioni esposte. In più – ha concluso il titolare dell’Ars Vivendi – grazie ad un progetto unitario, le piccole imprese possono contare su una maggiore visibilità, appannaggio, solitamente, dei grandi marchi dell’industria italiana”. ANNAMARIA ALOIS – Da due secoli l’azienda di famiglia rappresenta una delle migliori realtà italiane nella produzione di tessuti. Con il tempo, l’impresa di Annamaria Alois si è specializzata nei tessuti per la casa ed il complemento di arredo. Per la prima volta, dopo tre esperienze nel padiglione del tessile nello spazio allestito esclusivamente dall’ICE, l’azienda del casertano è stata scelta per rappresentare i propri prodotti nella collettiva italiana del padiglione “objets d’art/artigianato”. “Nello spazio curato dall’ICE senza la collaborazione delle Confederazioni dell’artigianato – spiega l’artigiana – c’è una grande differenza, una diversa qualità nell’allestimento degli spazi espositivi e una scarsa capacità di turn over delle aziende partecipanti che, da anni, sono sempre le stesse. Un’impresa interamente al femminile, con dieci addetti ed altrettante donne, e capace di conquistare il mercato canadese e quello russo, quello giapponese e quello arabo dove, recentemente, ha curato l’arredamento dello sceicco arabo Al Maktoum. In totale, all’estero finisce il 60% della produzione totale. “La partecipazione a fiere mondiali è ancora un’attività fondamentale per potersi radicare all’estero – ha aggiunto Annamaria Alois – Una manifestazione come “Maison et objet” è l’occasione giusta per acquisire rapporti con la Francia, con i paesi europei e più in generale con i principali operatori di tutto il mondo”.
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