3 Aprile 2019, h. 18:14
STUDI – Corea del Sud al top per dinamica made in Italy nei settori di MPI: +11,2% quasi doppio del totale export (+6%). Italia al 1° posto tra i Paesi UE per export di moda, arredamento e prodotti in metallo.
Le prospettive economiche della Corea del Sud sono positive. Il Fondo Monetario Internazionale stima che per il 2019 il PIL della Corea raggiunga 1,7 miliardi di dollari e cresca in volume del 2,6%, arrivando a contribuire per l’1,9% al PIL mondiale. L’economia sud coreana presenta una elevata quota di investimenti, pari al 31,1% del PIL oltre dieci punti superiore al 18,4% in Italia.
Con una popolazione di 51,9 milioni di individui, l’economia della Corea del Sud presenta un basso tasso di disoccupazione, pari al 3,7% della forza lavoro, meno ampio del tasso italiano stimato al 10,5%. Più contenuta la presenza pubblica nell’economia coreana, con un peso di entrate e spesa pubblica dimezzato rispetto a quello dell’Italia. Contenuto è anche il rapporto debito/PIL che è pari al 40,4%, grazie anche al surplus di bilancio dell’1,5% del PIL.
Per quanto riguarda il commercio estero – al netto dei servizi – si prevede per quest’anno un aumento del 3% delle importazioni della Corea del Sud, crescita contenuta se confrontata con la dinamica delle economie più avanzate (+4,3%) e con quella italiana (+3,6%); la crescita delle esportazioni è stimata al 3,4%. Il saldo commerciale è positivo – grazie ad una crescita dell’export verso la Corea del Sud che raggiunge lo 0,26% del PIL – pur segnando una decrescita negli ultimi quattro anni.
L’Italia si posiziona al 21° posto nel Mondo per quanto riguarda le esportazioni dirette alla Corea del Sud, è il 5° fornitore europeo con il 9,9% delle esportazioni UE. L’Italia sale al 1° posto nell’Unione se si considerano i settori di micro e piccola impresa (MPI) – alimentare, moda con gioielleria e occhialeria, arredamento e prodotti in metallo – con il 27,5% delle esportazioni dell’Unione verso il mercato coreano, seguita a distanza dalla Germania con il 19,4%, dalla Francia con il 12,2%, dalla Spagna con il 9,0%, l’Olanda con il 7,1% e il Regno Unito con il 4,3%.
Nel 2018 il valore delle esportazioni italiane verso la Corea del Sud ammonta a 4.569 milioni di euro il cui 43,8% è rappresentato dal settore MPI (2.003 milioni di euro). Osservando i principali venti settori, l’export maggiore si rileva per i Macchinari con 967 milioni (21,2%), la Pelletteria con 752 milioni (16,5%), l’Abbigliamento con 554 milioni (12,1%), gli Autoveicoli con 279 milioni (6,1%), la Chimica con 261 milioni (5,7%) e la Farmaceutica con 240 milioni (5,3%).
Nei settori MPI i beni più esportati sono prodotti della moda, eccellenza del made in Italy: la Pelletteria e l’Abbigliamento partecipano per quasi due terzi (65,2%) al totale delle vendite dei prodotti di MPI. L’importanza delle vendite sul mercato coreano dei prodotti di MPI è evidenziata anche dalla sua crescita che, nel 2018, è pari all’11,2% – il mercato più dinamico tra i top 30 – e più accentuata rispetto alle vendite totali sul mercato della Corea del Sud (+6%); in particolare trainano l’Abbigliamento (+17,4 milioni di euro), la Pelletteria (+13,2 milioni di euro), i Mobili (+11,9 milioni di euro); seguono le Altre manifatture (+6,4 milioni di euro), i Prodotti in metallo (+4,3 milioni di euro), il Tessile (+3 milioni di euro) e l’Alimentare (+1,2 milioni di euro).
Il grado di esposizione regionale del settore Manifatturiero – rapporto tra export verso la Corea del Sud e valore aggiunto territoriale – segnala che la Toscana (0,49%), la Lombardia (0,48%), il Piemonte (0,42%), l’Emilia-Romagna (0,39%) e il Veneto (0,38%) sono le regioni maggiormente esposte. L’analisi dei dati di dettaglio provinciale evidenzia ai primi posti Massa-Carrara (1,20% del valore aggiunto), Biella (1,11%), Vercelli (1,11%), Frosinone (0,83%), Belluno (0,77%), Piacenza (0,75%), Prato (0,74%), Alessandria (0,73%), Firenze (0,71%) e Arezzo (0,63%).
L’analisi nel report dell’Ufficio Studi ‘Le piccole imprese italiane e il made in Italy in Corea del Sud. Le sfide della digitalizzazione e dell’economia circolare’. Clicca qui per scaricarlo.
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