5 Febbraio 2008, h. 00:00
Autotrasporto: le nuove regole per l’accesso
Gettata dalla finestra, rientra dalla porta. La proposta della Consulta Generale dell’autotrasporto per riformare l’accesso al mercato del settore, bocciata a novembre dal Ministro dei Trasporti Bianchi, è stata ripescata all’ultimo minuto dal Governo che l’ha inserita a fine dicembre nel corpo della manovra Finanziaria 2008. Il testo, contenuto in poco più di dieci righe, fissa la data del 1° gennaio 2008 per l’entrata in vigore delle nuove regole. Vista la stringatezza dell’articolo (numero 2, comma 227 della legge 24 dicembre 2007n. 244), il testo di riferimento a cui guardare per avere il quadro completo della nuova disciplina è l’esaustiva circolare del Ministero dei Trasporti del 29 gennaio 2008, che detta le disposizioni applicative. Le imprese da ora potranno accedere al mercato dell’autotrasporto in tre modi. Il primo deriva da quello attuale e prevede il subentro ad un’azienda di autotrasporto che termini l’attività. Il secondo modo è quello di acquisire l’intero parco veicolare di un’altra impresa che esce dal mercato. In questo caso il Ministero dei Trasporti fissa un preciso paletto: i veicoli della flotta acquistata non possono essere di categoria inferiore a Euro 3, di conseguenza recenti. Il terzo modo rappresenta la vera novità, infatti introduce la possibilità di entrare direttamente sul mercato, cosa che in precedenza non era possibile. I paletti in questo caso aumentano di numero, così come l’impegno economico richiesto all’imprenditore, che dovrà dimostrare di aver acquistato in ‘disponibilità’ (proprietà, leasing, usufrutto, patto riservato di dominio) ed immatricolato autoveicoli o complessi veicolari per il trasporto di cose, di categoria non inferiore a Euro 3, per una massa complessiva totale non inferiore a 80 tonnellate. ‘In regola con la circolazione’ specifica la norma. In sostanza due autotreni di grandi dimensioni oppure una decina di veicoli più piccoli, o una combinazione tra le due formule. Quest’ultimo punto, che di fatto penalizzerebbe i trasportatori artigiani impedendone l’accesso diretto al mercato, contiene un’ulteriore disposizione che rappresenta una sorta di clausola di salvaguardia. E’ previsto, infatti, che la massa complessiva di 80 tonnellate, il parametro “taglia piccoli”, possa essere raggiunta in forma associata, tramite un raggruppamento di imprese. In questa ipotesi, le imprese associate possono accedere al mercato prescindendo dal tonnellaggio della singola impresa, purché il consorzio, o la cooperativa di appartenenza, abbia in disponibilità veicoli di massa complessiva non inferiore a 80 tonnellate. “Su questo e sugli altri punti – spiega Francesco Del Boca, Presidente di Confartigianato Trasporti – abbiamo condotto una lunga mediazione, sia all’interno della categoria, sia nei confronti del Ministero dei Trasporti. Se la prima era divisa tra chi voleva l’accesso libero al di sotto dei 35 quintali e chi lo voleva regolamentato (alla fine si è deciso di regolamentarlo dai 15 quintali in su, ma con la possibilità per i “piccoli” di acquisire il ramo di azienda o il parco veicolare di un’impresa che cessa l’attività), il secondo, il Ministero, era deciso a sbarrare la strada a tutti gli imprenditori con un solo veicolo, accusati di “uccidere” il mercato. La trattativa, partita a maggio, è proseguita a giugno, e a ottobre è stato raggiunto l’accordo. A novembre – prosegue Del Boca – la doccia fredda, quando abbiamo visto che la proposta era stata inserita nel Collegato al Trasporto completamente stravolta, con la previsione del limite minimo delle 80 tonnellate di massa complessiva per accedere al mercato. Una norma che a noi non poteva star bene: per questo è entrata a far parte del pacchetto di rivendicazioni che hanno portato al blocco dell’autotrasporto di metà dicembre”, conclude il Presidente di Confartigianato Trasporti.
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