4 Febbraio 2019, h. 16:27
INIZIATIVE – Confartigianato celebra le categorie artigiane, a Roma con le imprese “Nell’occhio del ciclone”
Due giorni di lavoro, dibattiti e confronti per aiutare le piccole imprese italiane a uscire dalla crisi e da quel ciclone economico che ha stravolto mercati e sistemi produttivi. “Nell’occhio del ciclone”, appunto, è stato il titolo della Convention delle Categorie 2019 di Confartigianato, che ha riunito a Roma 200 imprenditori del variopinto mondo dell’artigianato italiano.
Con il supporto del team di Nois3, Confartigianato ha accompagnato artigiani e imprenditori in un viaggio per decifrare i difficili equilibri economici con cui devono confrontarsi ogni giorno le piccole imprese italiane, dal mercato globale alla loro anima local, dalle regole comunitarie ai cambiamenti degli scenari internazionali.
“E’ ovvio che le piccole imprese siano quelle più a rischio in occasione di un ciclone – ha spiegato Giovanni Battista Donati, delegato di Confartigianato alle categorie – Le nostre associazioni devono dar loro delle risposte efficaci per muoversi sui mercati e per reggere alle difficoltà di questi anni. Soprattutto, però, che risposte e soluzioni che siano la base per un futuro sviluppo, che non è soltanto delle nostre aziende ma di tutta l’economia italiana”, ha poi concluso Donati.
La situazione per il nostro tessuto produttivo è difficile. Questi ultimi anni di crisi economica hanno imposto cambiamenti di rotta, riposizionamenti e ristrutturazioni aziendali, nuove strategie di commercializzazione e di conquista di nuovi mercati, magari esteri, dove i prodotti made in Italy non hanno mai smesso di piacere a decine di milioni di persone. Una fotografia della piccola impresa italiana scattata da Enrico Quintavalle, che alla platea della Convention delle Categorie ha presentato il rapporto sui cambiamenti dell’economia italiana nella globalizzazione. “L’analisi che abbiamo illustrato oggi ci mostra come le imprese artigiane si siano profondamente trasformate in questo lungo ciclo economico, lungo ormai dieci anni. Sono state capaci di adattarsi al mercato globale che a quello locale. Nel primo caso – ha aggiunto Quintavalle – hanno scelto la maggior competitività e, di conseguenza, la crescita della produttività. Abbiamo mostrato come anche i settori più rilevanti della piccola impresa manifatturiera hanno incrementato la produttività, aumentando la capacità competitiva sui mercati esteri. Non solo, il rapporto mette in evidenza come la relazione con gli acquirenti esteri è stata basata fortemente su una competizione di qualità, più che su una competizione di prezzo. Abbiamo rilevato, infine, come sia aumentato del 10% il valore intrinseco delle esportazioni del made in Italy”, ha concluso Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di via di San Giovanni in Laterano.
Confartigianato ha analizzato le tensioni cui sono sottoposte le piccole imprese grazie al contributo di tanti ospiti, docenti universitari, giornalisti ed esperti di green e sharing economy. Interventi per chiarire gli scenari economici e aiutare a capire la rotta da seguire. A cominciare dal mercato europeo, croce e delizia dell’economia italiana. “Il mercato unico europeo è il mercato più ricco del mondo – ha detto il giornalista Roberto Sommella – Noi europei siamo il 7% della popolazione mondiale ma in Europa si produce il 25% del PIL mondiale e il 50% di tutte le spese in welfare state. E’ il mercato dove devono stare le nostre imprese, le micro e piccole imprese, la catena di trasmissione dell’economia italiana. Però, queste imprese si confrontano con un’Europa a due velocità: chi ha l’Euro cresce la metà dei paesi che invece non hanno adottato la moneta unica. Questo è un dato statistico su cui dobbiamo confrontarci – ha concluso Sommella – La moneta unica non può diventare una gabbia per gli stati e le imprese comunitarie. Bisogna fare riforme, dare potere alla moneta unica, fare debito comune per dare finalmente vita agli Stati federali d’Europa”.
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