19 Dicembre 2018, h. 17:35
QUELLI DEL SI’ – Il Presidente Merletti: “Il Governo punti sullo sviluppo. Ascolti 4,4 milioni di piccole imprese con 10,8 milioni di addetti”
Il 13 dicembre, il Milano Convention Centre ha ospitato Quelli del Si, la manifestazione di Confartigianato per gli investimenti e le infrastrutture, per presentare proposte immediate e misure per la crescita di un Paese che ancora fa fatica a parlare della crisi al passato.
Quasi duemila gli artigiani e i piccoli imprenditori che da tutta Italia hanno raggiunto Milano per sostenere e rilanciare la denuncia di Confartigianato: negli ultimi otto anni, quelli della crisi più dura, gli investimenti pubblici in Italia sono diminuiti del 37,7%, 20 miliardi di euro persi che sarebbero stati un fondamentale volano di crescita per tanti territori italiani.
“Noi vogliamo opere grandi e piccole, manutenzione, tutto ciò che serve alla vita e al lavoro degli italiani – ha detto il Presidente di Confartigianato Imprese, Giorgio Merletti – Negli incontri degli ultimi giorni con il Governo, il vicepremier Di Maio ha detto una cosa giusta: in questo Paese manca un piano per le infrastrutture. Siamo d’accordo e lo viviamo come imprenditori tutti i giorni, ma l’Italia non può più permettersi di fermarsi in attesa di questo piano. Sono trenta anni che se ne parla, non possiamo bloccare tutto il sistema intermodale di trasporto, merci e persone, i collegamenti con porti e aeroporti. Se non c’è sviluppo per le piccole imprese, non c’è sviluppo per il Paese, non si creano lavoro, reddito e investimenti”. Confartigianato ha scelto otto grandi infrastrutture su cui investire immediatamente per innovare un sistema di trasporto vecchio più di 30 anni, dove i prodotti delle piccole imprese venete, solo per fare un esempio, viaggiano ad una media di 20 km/h.
Da Nord a Sud, da Est a Ovest, fino ai collegamenti con l’Europa e il resto del mondo, che continua a chiedere prodotti made in Italy: il TAV Torino – Lione, il Terzo Valico ligure, la Pedemontana lombarda e quella veneta, la galleria del Brennero, il Passante di Bologna, l’Alta Velocità Napoli – Bari e le reti siciliane.
Le otto infrastrutture scelte da Confartigianato sono investimenti sul territorio, sulla vita e sul lavoro di cittadini e piccoli imprenditori, “che meritano risorse e nuove opportunità di crescita e di sviluppo dopo aver resistito con lavoro e sacrificio a questi anni di dura crisi economica”, ha sottolineato il Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli dal palco di Quelli del Sì di Milano, dove si sono alternati i sei imprenditori dei territori coinvolti direttamente dalle opere scelte da Confartigianato.
“In primo luogo, Confartigianato è qui perché vuole stimolare, sensibilizzare e porre l’attenzione sul tema degli investimenti in infrastrutture nuove e moderne e sulla manutenzione dell’esistente,temi che l’Italia ha abbandonato da tempo – ha spiegato Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna – Noi ne abbiamo scelte otto, necessarie a sbloccare l’Italia e a rilanciare investimenti e occupazione. Del resto, rappresento una regione, l’Emilia Romagna, che è l’unica via di collegamento tra il Nord e il Sud, che vive un problema storico: il Passante di Bologna”.
Altri due nodi nevralgici da sciogliere sono quelli che coinvolgono direttamente l’Italia Nord Ovest: il Terzo valico in Liguria e la Pedemontana lombarda, un’opera progettata nel 1963, con inizio lavori nel 2010 e che ancora oggi non è stata completata.
“La Pedemontana lombarda collega la parte più produttiva della Lombardia: Brescia, Bergamo, Como, Lecco e Varese. Non è possibile che dopo 55 anni dalla progettazione, una strada del genere non sia ancora finita – ha denunciato Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia – È una strada, tra l’altro, che serve decine di migliaia di persone ogni giorno. Un altro problema annoso è quello del Terzo valico ligure, che creerebbe un’apertura verso il Nord per le merci che arrivano al porto di Genova da tutto il Mediterraneo. Il Terzo valico sarebbe un intervento straordinario anche perché permetterebbe di far transitare mezzi pesanti in regioni, come la Liguria, davvero difficili per il trasporto merci. Siamo molto bravi a produrre merci di ottima qualità – ha concluso Massetti – il problema è che quando usciamo dalle nostre aziende non abbiamo le infrastrutture adeguate per portare queste merci a destinazione, con una grande perdita di tempo e risorse economiche”.
Infrastrutture inadeguate per tutti gli italiani, che ogni giorno vivono le sofferenze di cantieri infiniti, di soluzioni temporanee che diventano eterne. A Milano sono arrivati da tutta Italia, dal Piemonte alla Puglia, dal Veneto alla Sicilia, portando la voce e le esperienze quotidiane di quegli italiani che, come Confartigianato, guardano al futuro con ottimismo e determinazione.
“Fermare queste opere non ha senso, soprattutto non ha senso fermarle quando sei a trequarti della realizzazione – ha detto Enrico Messa, imprenditore brianzolo, uno dei quasi duemila che hanno preso parte a Quelli del Sì – È come fermare il TAV dopo che hai bucato tutto il tunnel, soldi e tempo buttati. Troppo spesso noi italiani sprechiamo tempo per la mancanza di infrastrutture moderne. Stamattina, per esempio, per fare 14 chilometri ci ho messo un’ora e dieci. Quattordici chilometri in un’ora e dieci, questo è inaccettabile”.
Vita quotidiana, quindi, di donne, uomini e imprenditori che vogliono vivere in un Paese che investe, cresce e che resta connesso all’Europa.
Alla manifestazione Confartigianato ha presentato il rapporto realizzato dall’Ufficio studi ‘La caduta’ con gli spread di investimenti pubblici e infrastrutture.
>>>Clicca QUI per scaricare le slide presentate dal palco del MiCo.
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