19 Febbraio 2018, h. 15:59
EDILIZIA – Dalle imprese delle costruzioni un manifesto per rimettere il settore al centro dell’agenda politica
Un manifesto in 10 punti per chiedere alle forze politiche di porre il settore delle costruzioni al centro degli interventi economici. Lo hanno presentato alla stampa, lo scorso 13 febbraio, 10 sigle che rappresentano la filiera dell’edilizia, a cominciare da Anaepa Confartigianato.
L’appello è stato lanciato ai candidati alle elezioni del 4 marzo con un messaggio molto chiaro: basta con le promesse, bisogna passare ai fatti perché il settore delle costruzioni rappresenta il motore dell’economia italiana, ma è ancora in forte affanno. Come dire che, se non ripartono le imprese dell’edilizia, non riparte il Paese.
Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato Edilizia, ha sottolineato le difficoltà in cui versa il settore: “Ci sono ancora forti criticità e noi chiediamo alle forze politiche di rimettere il sistema delle costruzioni al centro dell’agenda economica e dello sviluppo”.
L’elenco delle cose da fare è lungo, con proposte a tutto campo: dalla rimozione degli ostacoli per realizzare le opere pubbliche alla semplificazione delle procedure amministrative fino agli strumenti per una rigenerazione della casa, delle città e del territorio.
Al centro delle richieste, il Presidente Redaelli ha posto il capitolo più importante: il nuovo Codice degli appalti pubblici che tanti problemi sta creando ai piccoli imprenditori: “Poteva essere lo strumento utile per consentire alle micro e piccole imprese di inserirsi in un contesto da cui sono sempre state emarginate. Noi chiedevamo il Km 0 ma non è stato incluso. Chiediamo fortemente che l’importo degli appalti venga frazionato per permettere l’accesso alle nostre piccole imprese. Purtroppo l’esperienza di queste ultime settimane dimostra che gli appalti vengono affidati con importi che vanno dai 20 milioni in su”.
Nel Manifesto firmato da Anaepa Confartigianato Edilizia non mancano le richieste di rendere subito operativo il piano statale di 140 miliardi di investimenti per i prossimi 15 anni, la revisione del ruolo del Cipe, agevolazioni per riconvertire il patrimonio edilizio esistente. Ma si parla anche di un’edilizia 4.0, con la richiesta di adottare un piano specifico per le costruzioni, con l’obiettivo di creare una piattaforma digitale pubblica del settore.
Strategica, poi, è la leva fiscale per favorire l’investimento immobiliare con un tetto massimo di prelievo. Le imprese chiedono anche di eliminare l’Imu sulle aree edificabili e la Tasi su tutto il magazzino delle imprese edili, di riformare il catasto senza aumento del prelievo e di premiare gli edifici ad alta efficienza energetica e sicurezza.
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