12 Febbraio 2018, h. 17:12

EUROPA – Confartigianato e CESE alleati per un’Europa a misura di piccole imprese

Le piccole imprese europee, quelle che hanno fino a 50 addetti, sono oltre 23 milioni. In pratica, rappresentano il 99,4% di tutte le aziende del vecchio continente e danno lavoro al 70% del totale degli occupati. Eppure le istituzioni di Bruxelles e di Strasburgo sembrano non accorgersi di questo enorme esercito di artigiani, micro e piccole imprese che fa marciare l’economia europea. E le politiche dell’Ue finiscono per essere disegnate su misura per le grandi aziende, vale a dire appena lo 0,6%  del totale delle imprese.

Una situazione paradossale che va corretta: Confartigianato ne ha fatto la propria battaglia storica e ora ha dalla sua parte il CESE. Sigla che indica il Consiglio Economico e Sociale Europeo, organo consultivo dell’Unione europea formato dai rappresentanti degli imprenditori, dei lavoratori e delle categorie professionali. Insieme, l’8 febbraio, CESE e Confartigianato hanno organizzato a Roma un’audizione pubblica per raccogliere indicazioni finalizzate a migliorare le politiche a favore delle piccole imprese.

All’evento, svoltosi nella sede del Cnel, hanno preso parte esponenti del Parlamento e del Governo. Tutti d’accordo sulla necessità di ribaltare l’approccio culturale ed economico che penalizza i piccoli imprenditori, in Italia e in Europa.

Per il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, il principio che deve guidare le scelte delle istituzioni nazionali ed europee è uno soltanto: “Ciò che va bene per la micro e piccola impresa deve andare bene per l’Italia, ma soprattutto per l’Europa. Si tratta di un riconoscimento del loro ruolo di collante sociale ed economico”.

Pietro Francesco De Lotto, direttore generale di Confartigianato Vicenza, è componente del CESE con l’incarico di portavoce della categoria PMI. E spiega i prossimi impegni del Consiglio: “Affronteremo il tema della definizione delle piccole e medie imprese, il parametro con cui si viene considerati PMI. Altro argomento la programmazione del settennato post 2020. E ancora, all’ordine del giorno del CESE vi è il tema dell’accesso delle piccole imprese ai finanziamenti comunitari con modalità più semplici, immediate, meno burocratiche”.

Convinto sostenitore del ruolo delle piccole imprese anche l’On. Lorenzo Basso, componente della Commissione attività produttive della Camera e relatore del Piano Impresa 4.0: “In genere, si parla delle piccole e medie imprese come se fossero una particolarità. Invece, le Pmi sono l’impresa italiana. Poi, c’è la particolarità di alcune grandi imprese. Le piccole e medie imprese sono quelle che hanno i numeri più importanti sull’occupazione e l’impatto più significativo sul reddito, sulle persone, sulla famiglia”.

Nell’alleanza per porre le piccole imprese al centro dell’agenda politica ed economica si schiera anche il Presidente del Cnel Tiziano Treu: “Riteniamo debba essere rovesciata l’attuale impostazione. Non tutto sullo standard della grande impresa, con l’eccezione delle piccole imprese, ma differenziare le politiche per aiutare le piccole a beneficiare di tutte le opportunità. In concreto, il Cnel si è già proposto come sede di monitoraggio dell’effettiva attuazione delle politiche da realizzare insieme con le Organizzazioni imprenditoriali. Inoltre, con il CESE abbiamo concordato che ogni anno faremo un rapporto congiunto tra Cnel, Organizzazioni imprenditoriali e CESE per vedere come si procede su questa strada”.

 

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