12 Giugno 2017, h. 17:23

WELFARE – Fondi sanitari integrativi, via obbligata per soddisfare la domanda di salute di imprenditori e lavoratori

Il sistema sanitario pubblico è sempre più in crisi e, tra ritardi e inefficienze, aumenta il numero degli italiani che non riescono ad utilizzare i servizi di ambulatori, asl e ospedali. E così la sanità è negata per oltre 12 milioni di cittadini che nell’ultimo anno sono stati costretti a rinunciare a curarsi.

L’allarme è contenuto nel Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute presentato il 7 giugno a Roma al ‘Welfare Day 2017’.

L’iniziativa ha fatto il punto sulla situazione della sanità italiana mettendo a confronto esponenti politici e rappresentanti di imprese e sindacati. Già, perché la risposta alla crisi dei servizi pubblici arriva da quel secondo pilastro di sanità integrativa che è stato costruito dalle parti sociali. Dario Bruni, Delegato alle relazioni sindacali di Confartigianato, intervenuto al Welfare Day, non ha dubbi in proposito: “La ricetta di Confartigianato riguarda il potenziamento del secondo pilastro ovvero di un sistema integrativo di prestazioni sanitarie che vale come diritto contrattuale per i nostri lavoratori ma che, grazie a una spinta nostra e degli altri partner datoriali, siamo riusciti ad allargare anche alla platea dei titolari d’impresa e dei loro familiari. Se confrontiamo i dati della spesa sanitaria nazionale che supera i 114 miliardi, tenendo conto dei 30 miliardi che i cittadini sostengono di tasca propria, ci rendiamo conto che il sistema sta collassando. Se poi consideriamo i dati dell’invecchiamento della popolazione e il dato dell’utilizzo della sanità rispetto a 10 anni fa, ci accorgiamo che il sistema sanitario pubblico va assolutamente integrato con forme di welfare aziendale o contrattuale. Questa è la soluzione che Confartigianato, insieme con le altre parti sociali, ha condiviso e realizzato attraverso l’istituzione di Sanarti”.

Ma il ruolo del secondo pilastro della sanità integrativa deve essere regolamentato e sostenuto per poter svolgere al meglio la funzione di alternativa al sistema sanitario pubblico e garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute. E’ ancora il Presidente Bruni a chiedere una scelta precisa in tal senso. “Non sempre il Governo tiene in debita considerazione il sistema privato di integrazione sanitaria. Non ritiene utile agevolarlo sotto il profilo della deducibilità fiscale. Questo è, invece, un tema quanto mai opportuno da chiarire con il Governo e con l’Amministrazione finanziaria perché non chiediamo nulla in più, anzi, integriamo i servizi che il sistema pubblico non riesce più ad erogare”.

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