29 Maggio 2017, h. 15:38

STUDI – Dopo oltre 4 anni inflazione al 2% e nel primo trimestre 2017 bolletta energetica risale a 29,4 miliardi €, +11,6% da minimo

L’analisi del mercato del credito evidenzia il persistere degli effetti positivi della politica monetaria espansiva sul tasso di interesse pagato dalle imprese su nuove operazioni che a marzo 2017 è pari all’1,66%, in linea con la media Eurozona (1,65%), di 24 punti base più basso rispetto al valore di un anno prima e superiore di soli 16 punti base rispetto al 1,50% registrato a settembre 2016. Queste condizioni favorevoli, però, potrebbero non durare a lungo. Come è noto la politica della Bce cambierà intonazione al raggiungimento del target di inflazione del 2%. Ad aprile 2017 persiste una spinta verso l’alto dei prezzi che riporta all’1,9% l’inflazione nell’Eurozona – secondo l’indice armonizzato – dopo aver già toccato il 2,0% a febbraio. Dopo oltre quattro anni l’inflazione in Italia risale al 2,0%. E’ in salita anche la componente di fondo che ad aprile 2017 arriva all’ 1,2% in Eurozona (0,7% a marzo) e all’1,1% in Italia (0,7% a marzo). Se questo trend dei prezzi si rafforzasse, nella seconda metà del 2017 si potrebbe concretizzare un cambio di direzione della politica monetaria e i tassi di interesse tornerebbero a salire, con effetti negativi su investimenti, crescita e saldi di finanza pubblica.

In parallelo alla maggiore probabilità di una risalita dei tassi, sembra chiudersi il ciclo favorevole determinato dai bassi prezzi delle materie prime energetiche importate, che per una economia con una elevata dipendenze energetica dall’estero, ha determinato un forte contenimento della bolletta energetica. L’analisi degli ultimi dati del commercio estero al primo trimestre del 2017 – le dinamiche dell’export manifatturiero le abbiamo esaminate nei giorni scorsi – mostrano per le commodities energetiche una crescita dei prezzi e dei volumi importati ed esportati. Da un lato sale del 65,4% l’export di Energia, combinazione di un più accentuato aumento (+41,4%) dei valori medi unitari e di uno meno consistente (+17,1%) dei volumi. Sul fronte delle importazioni nel primo trimestre del 2017 l’Energia segna un aumento del 54,7%, trainato dall’aumento del 34,4% dei valori medi unitari che si associa ad una crescita del 15,3% dei volumi; nel dettaglio il valore dell’import sale del 98,1% per il Petrolio greggio, del 13,1% per il Gas naturale, del 55,6% per il Coke e prodotti petroliferi raffinati e del 16,3% per l’Energia elettrica e gas. La combinazione dei due flussi di commercio estero – dato annualizzato a marzo 2017 – portano la bolletta energetica a risalire a 29.410 milioni di euro (+11,6% rispetto al minimo di 26.363 milioni di ottobre 2016), e pari all’1,8% del PIL, due decimi di punto in più rispetto all’1,6% del PIL registrato nel 2016.

L’andamento della bolletta energetica sottende un trend di incremento dei prezzi delle importazioni energetiche in euro che sono in salita da inizio 2016 e cumulano a marzo 2017 un incremento del 27,1%; tale dinamica è pressochè interamente determinata dall’aumento dei prezzi internazionali delle commodities mentre il cambio, valutato in dollari per un euro, segna una riduzione limitata (-1,6%). In particolare l’euro, dopo una fase di forte deprezzamento tra marzo 2014 (1,39 dollari) ed aprile 2015 (1,08 dollari) si è mosso lateralmente attorno ad una media di 1,10 dollari.

 

 

 

Tasso inflazione in Italia ed Eurozona: 2015-2017

Gennaio 2015-aprile 2017. Tasso % – componente di fondo: al netto energia e alimentari freschi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

Saldo commercio estero Energia

1991-2017 (ultimi 12 mesi: aprile 2016-marzo 2017) – % del PIL (per 2017 stima II trim. 2016-I trim.2017) – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Commissione europea

 

 

Prezzi Import Energia 2005-2017 e tasso di cambio euro/dollaro livello e dinamica

Gennaio 2005-marzo 2017– Prezzi import Indice 2010=100 (scala sx); euro per 1 dollaro (scala dx) – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

rss