16 Gennaio 2017, h. 12:03
AUTOTRASPORTO – La burocrazia blocca i trasporti eccezionali
Anno nuovo, problemi nuovi per i nostri autotrasportatori. Stavolta tocca agli imprenditori che effettuano trasporti eccezionali e che dal 1° gennaio non possono lavorare. A bloccarli è il passaggio di competenze dalle Province all’Anas della gestione delle strade e del conseguente rilascio delle autorizzazioni al transito di questo tipo di veicoli. In pratica, le province non danno più il nulla osta perché le strade non sono più di loro proprietà, e l’Anas non dà il via libera perché non ha ancora preso in carico questa competenza. Risultato: camion fermi sui piazzali delle aziende e danni gravissimi agli autotrasportatori.
Una situazione assurda che ha visto l’immediato intervento di Confartigianato Trasporti. Il Presidente Amedeo Genedani ha preso carta e penna e, a nome di Unatras, ha chiesto un incontro urgente al Sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari alla quale ha denunciato la paralisi del trasporto eccezionale tra le questioni da affrontare subito insieme con gli problemi irrisolti del dossier autotrasporto.
Il blocco dei trasporti eccezionali è particolarmente sentito nelle Marche e Confartigianato Trasporti regionale ha fatto sentire subito la sua voce nei confronti del Prefetto di Ancona, dei parlamentari marchigiani, della Regione, dell’Anas e dell’Unione province delle Marche.
Gilberto Gasparoni, Segretario di Confartigianato Trasporti Marche, descrive una situazione che è resa ancor più drammatica dal fatto che i mezzi eccezionali sono indispensabili per gli interventi nelle zone colpite dal terremoto. “Oggi – sottolinea Gasparoni – stimiamo che, nelle province delle Marche, ci sono oltre 300 permessi che non sono stati rilasciati e che corrispondo ad altrettanti veicoli. Parliamo di 300 mezzi adibiti a trasporto eccezionale che hanno chiesto l’autorizzazione da ben 12 giorni e ancora non ce l’hanno. Sono fermi e non sappiamo quando li avranno”.
Come se non bastasse ci si mette pure la società Autostrade. “In questa situazione – spiega Gilberto Gasparoni – ‘Autostrade per l’Italia’, poichè deve autorizzare il passaggio sui ponti e sui sopravia, pretende di essere pagata. E così ha introdotto una tassa per ogni ponte per il quale deve autorizzato il transito. Si va da un minimo di 250 euro a 1.000 euro a ponte. Questo diventa un ulteriore onere rispetto a quanto già pagano le imprese con il pedaggio di usura e i costi delle autorizzazioni. Ogni occasione è buona per aggiungere nuove tasse, nuove imposte e contributi. E’ una situazione che non possiamo accettare”.
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