23 Giugno 2016, h. 13:04

STUDI – Mercati top made in Italy: positivi e in miglioramento Spagna (+6,2%), Paesi Bassi (+5,4%), Francia (4,0%), Giappone (+3,4%), Austria (+3,1%). Focus su Regno Unito (+1,1%) in frenata rispetto 9%

Ad aprile 2016 l’export sale del 2,7% rispetto a un mese prima, con i Paesi dell’Unione Europea in aumento dell’1,8% e quelli extra UE del 3,9%, mentre su base tendenziale si osserva un calo dell’1,0% rispetto ad aprile 2015, influenzato dell’ampio flessione (-3,6%) della domanda dei Paesi extra UE mentre tiene (+1,2%) l’export verso i paesi dell’Unione. Il bilancio dei primi quattro mesi del 2016 conferma questo andamento: a fronte di una diminuzione tendenziale dell’export totale dello 0,5%, i mercati extra Ue segnano un calo del 4,8% mentre quelli dei Paesi Ue sono in aumento del 2,9%.

L’analisi delle vendite del made in Italy tra gennaio ed aprile 2016 nei 17 principali mercati monitorati nel report mensile dell’Istat – che rappresentano il 72,1% dell’export totale – evidenzia che in 11 Paesi registrano un aumento dell’export, di cui 7 sono in miglioramento rispetto all’andamento di un anno prima mentre gli altri 4 Paesi, pur rimanendo in positivo, peggiorano la performance del primo quadrimestre dello scorso anno. Altri 6 mercati segnano un arretramento delle vendite di made in Italy, di cui in 5 in peggioramento rispetto la performance di un anno prima.

La maggiora crescita delle vendite delle imprese italiane la registriamo in Repubblica ceca (+6,5%), ma il trend è in attenuazione di oltre tre punti rispetto al crescita registrata lo scorso anno (+9,7%).

Segnano una crescita e un miglioramento le vendite in Spagna (+6,2%), Paesi Bassi (+5,4%), Francia (4,0%), Giappone (+3,4%), Austria (+3,1%), Belgio (2,1%) e Germania (+1,7%).

Frena la crescita dell’export negli Usa (+1,6%, a fronte del tumultuoso +38,6% dello scorso anno), in Polonia (+1,4%% era 8,0%) e nel Regno Unito (+1,1% era +9,0% un anno prima; vedi Focus successivo).

Si osserva l’export in diminuzione e in controtendenza rispetto all’anno precedente in Romania (-1,3%), Cina (-3,4%), Turchia (-4,0%), Svizzera (-5,0%), India (-5,9%). La peggiore perfomance rimane quella in Russia che segna un calo del 12,7%, in attenuazione rispetto al tracollo del 29,4% di un anno prima, ma il cumularsi del ‘segno meno’ riporta l’export in Russia degli ultimi dodici mesi a 6.845 milioni di euro, di poco superiore al livello del 2009.

 

 

FOCUS SUL MADE IN ITALY NEL REGNO UNITO NEL GIORNO DEL “LEAVE OR REMAIN”

Nell’analisi dei mercati esteri dedichiamo un focus sul Regno Unito che, a seguito del referendum di oggi, potrebbe scivolare fuori dell’Ue, con effetti pesanti anche sul made in Italy nei settori di MPI. A tal proposito si segnala che il quadro statistico dell’export di MPI nel Regno Unito e l’esposizione per regione e provincia è contenuto nell’Appendice “Esposizione sul mercato del Regno Unito per export di MPI”. Clicca qui per scaricarla.

La forte frenata dell’export verso il Regno Unito – come abbiamo visto le vendite passano dal +9% nel 2015 al +1,1% del 2016 – è associata ad una svalutazione della sterlina, sostenuta dall’incertezza sull’esito del referendum di oggi: nei primi quattro mesi del 2016 la valuta inglese si è deprezzata del 5,1% rispetto all’euro mentre nello stesso arco di tempo il dollaro statunitense si è leggermente rivalutato (-0,4%).

L’analisi per settori evidenzia che il comparto che nel primo quadrimestre 2016 registra la migliore performance sul mercato inglese è quello dei Prodotti delle altre attività manifatturiere con +6,7%, che fanno meglio anche del +4,4% dei Mezzi di trasporto, comparto trainato dalle vendite di Autoveicoli. Mantengono un segno positivo Macchinari ed apparecchi con +4,1%, Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi con +3,5%, Prodotti tessili con 2,1%, Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) con +1,7% e Prodotti alimentari, bevande e tabacco con +1,2%.

In arretramento, invece, le vendite nel Regno Unito di Articoli in pelle e simili (-0,5%), Metalli di base e prodotti in metallo (-0,8%), Sostanze e prodotti chimici (-2,2%), Apparecchi elettrici (-3,3%), Carta e prodotti di carta (-4,2%). Cali più ampi per Articoli in gomma e materie plastiche (-6,0%), Computer, apparecchi elettronici e ottici (-6,6%), e Articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (-12,7%).

 

 

Dinamica made in Italy in 17 top market

(I quadrim. 2015 e I quadrim. 2016, var. % tendenziali – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

PRIMI QUATTRO MESI 2016

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UN ANNO PRIMA: PRIMI QUATTRO MESI 2015

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Made in Italy in Russia: 2000-2016

(Totale export 2000-2015; per 2016 ultimi dodici mesi: apr.2015-mar.2016)

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Tasso di cambio euro/dollaro e euro/sterlina

(Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat – 2 gennaio 2015- 21 giugno 2016; Dollari per 1 euro; sterline per 1 euro – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia)

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