22 Marzo 2016, h. 14:57
STUDI – Contraffazione: concorrenza sleale per 63 mila imprese artigiane, il 19,8% dell’artigianato manifatturiero. Triplica la contraffazione on line
Mentre nel corso di due cicli recessivi (2008-2014) che hanno messo a dura prove le imprese italiane il Pil calava di 19,1 miliardi di euro, sono stati effettuati dalle autorità italiane 115 mila sequestri relativi a 337 milioni di beni contraffatti, per un valore stimato di 4,4 miliardi di euro: mediamente in un anno vengono sequestrati 23.122.367 articoli di abbigliamento e accessori, calzature e occhiali, al ritmo di 2.640 articoli all’ora. La Cina è il principale paese di origine dei prodotti contraffatti con il 80,1% dei prodotti sequestrati nell’Unione europea, a cui si aggiunge un 8,0% proveniente da Hong Kong.
L’impatto economico della contraffazione sui settori del comparto moda – composto da abbigliamento, accessori e calzature, gioielleria e orologi, borse e valigie – è rilevante, determinando minori vendite per le imprese italiane pari a 9.888 milioni di euro e una perdita di 88.467 posti di lavoro.
Nei settori esposti alla contraffazione si determina una forte concorrenza sleale su un mercato in cui, a fine 2015, operano 63.025 imprese artigiane, pari al 19,8% dell’artigianato manifatturiero italiano che danno lavoro a 188.901 addetti pari al 19,2% degli occupati del settore manifatturiero.
La pressione dalla contraffazione aggrava le già difficili condizioni congiunturali delle imprese manifatturiere: nel complesso dei comparti esposti nell’ultimo anno si è registrata una flessione di imprese artigiane registrate pari all’1,4%.
In particolare in quattro grandi regioni manifatturiere si rileva una quota di artigianato esposto alla contraffazione superiore alle media: in particolare la Toscana mostra una incidenza più che doppia e pari al 42,9%; seguono le Marche con un terzo (35,0%) del Manifatturiero artigiano, l’Umbria con un quarto (25,5%) ed il Veneto con un quinto (21,5%). In tre province l’artigianato esposto alla contraffazione rappresenta la metà ed oltre del manifatturiero artigiano del territorio: a Prato si tratta di otto imprese su dieci (79,0%), a Fermo dei due terzi (66,6%) ed a Firenze della metà esatta.
Cresce anche la contraffazione on-line: triplica la quota di sequestri di merci trasportate con corriere espresso e posta, i vettori tipici dell’e-commerce, che passa dal 5,7% del 2010 al 16,3% del 2014. In Italia sono potenzialmente esposti al rischio di acquistare on-line prodotti contraffatti 3.125.000 utenti Internet, il 37,9% del totale, che ha acquistato on-line abbigliamento e abiti e articoli sportivi e 2.734.000, pari al 33,2% del totale, che ha acquistato prodotti di informatica e attrezzature elettroniche.
L’analisi con i dati per regione e provincia sull’artigianato esposto alla concorrenza sleale della contraffazione nell’Elaborazione Flash “Contraffazione: le imprese regolari perdono 9,9 miliardi € di vendite e 88mila posti di lavoro”. Clicca qui per scaricala.
Alcuni dati del rapporto sono stati oggetto nei giorni scorsi dell’articolo “La contraffazione ci costa 88 mila disoccupati in più” pubblicato su ‘Il Fatto Quotidiano’.
Artigianato: incidenza delle imprese esposte alla contraffazione* sul Manifatturiero per regione
(2015-% manifatturiero artigiano – *Voci Ateco 2007: 13, 14.1, 14.2, 14.3, 15.1, 15.2, 32.1, 32.4, 20.42 e 32.50.40 e 32.50.50, tutti comprensivi dei livelli inferiori – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Unioncamere-Infocamere)
Le 27 province con incid. imprese artigiane esposte alla contraffazione* sul Manifatturiero artigiano superiore alla media
(2015-% manifatturiero artigiano – *Ateco 2007: 13, 14.1, 14.2, 14.3, 15.1, 15.2, 32.1, 32.4, 20.42 e 32.50.40 e 32.50.50 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Unioncamere-Infocamere)
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