13 Luglio 2015, h. 18:42
Le conseguenze sulle piccole imprese di un’eventuale uscita della Grecia dall’Eurozona
La crisi greca sta catalizzando l’attenzione di tutte le economie mondiali. Eurozona e non solo, perché una eventuale crisi dell’Euro avrebbe ripercussioni dirette su tanti altri mercati internazionali.
L’Italia, un paese da sempre vicino alla cultura e all’economia greca, non può che seguire con particolare attenzione questa vicenda.
Alla vigilia del referendum greco del 5 luglio scorso, Rete Imprese Italia aveva posto l’attenzione sulla necessità di offrire risposte politiche, ancor prima che economiche, a questo difficile momento per l’Unione europea. Con un’eventuale uscita dall’Euro della Grecia, infatti, a risentirne sarebbe tutta l’Eurozona, con conseguenze pesanti anche per la nostra economia.
Servono pochi numeri per dimostrare il legame tra la nostra economia e quella di Atene. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato, infatti, l’Italia è il quarto esportatore in Grecia, il primo se si considerano esclusivamente le piccole imprese, seguita da Germania, Olanda, Francia e Cina. Lo scorso anno, le esportazioni del settore manifatturiero verso il Pireo hanno raggiunto i 3,6 miliardi di euro, il 2,4% delle esportazioni italiane nell’Eurozona.
Oltre a questi dati che riguardano l’economia reale dei due paesi, un’eventuale uscita della Grecia dall’Euro metterebbe a rischio anche i mercati finanziari, con rischi seri per i tassi d’interesse e per i debiti sovrani degli Stati.
La situazione è difficile e complessa, coinvolge la finanza, l’economia e la vita quotidiana dei cittadini europei. Offrire una risposta in primo luogo politica, come suggerito da Rete Imprese Italia, potrebbe agevolare e rilanciare la timida ripresa economica fatta registrare negli ultimi tempi.
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