5 Maggio 2006, h. 15:23
Al via progetti di sviluppo tra imprese italiane e tunisine Siglato accordo di cooperazione economica tra Confartigianato e UTICA
Le piccole imprese italiane e le aziende tunisine si alleano per diventare protagoniste di progetti di collaborazione economica tra le due sponde del Mediterraneo.
Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato, la Confederazione dell’artigianato e delle piccole imprese italiane, e Hédi Djilani, Presidente di UTICA, Unione Tunisina dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, hanno firmato oggi ad Hammamet un Accordo di cooperazione finalizzato a rafforzare i rapporti economici tra i due Paesi.
Alla firma dell’Accordo era presente l’Ambasciatore d’Italia a Tunisi Arturo Olivieri.
L’intesa prevede una stretta collaborazione tra le due Organizzazioni per lo scambio di informazioni circa la realtà e le prospettive di sviluppo imprenditoriale dell’Italia e della Tunisia e le opportunità di investimento nei due Paesi.
I programmi di cooperazione che scaturiranno dall’accordo potranno essere inseriti nel quadro degli accordi bilaterali italo-tunisini.
Il supporto operativo per la gestione dell’accordo verrà offerto da APREIME, Agenzia di cooperazione Italo-Mediterranea con sede a Tunisi.
“Con questa intesa – ha sottolineato il Presidente Guerrini – intendiamo offrire nuove occasioni di sviluppo alle piccole imprese che in Italia e in Tunisia costituiscono un tessuto produttivo di grande importanza. Ci impegniamo a concretizzare iniziative congiunte italo-tunisine all’interno di più ampie aggregazioni di impresa, come i consorzi export e i consorzi di filiera”.
Tra le opportunità offerte dall’accordo, il Presidente Guerrini ha indicato: lo scambio di informazioni sulle migliori opportunità di mercato per realizzare progetti in Tunisia, in Italia o in altri Paesi; l’assistenza alle imprese tunisine che vogliano avviare società miste con aziende italiane; il coinvolgimento di UTICA nei rapporti di collaborazione con le Organizzazioni imprenditoriali di altri Paesi anche in vista della partecipazione a gare e appalti comunitari.
I rapporti economici Italia – Tunisia
La dipendenza dell’economia tunisina dagli scambi con l’estero è notevole in quanto le esportazioni e le importazioni rappresentano rispettivamente il 30% e il 40% del PIL; l’80% dell’interscambio è realizzato con l’Unione Europea, con la quale a partire dal 2001 è stata avviata la fase di abbattimento tariffario prevista dall’Accordo di Associazione.
L’Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia, e si colloca nella graduatoria dei clienti e fornitori subito dopo la Francia, con quote che nel 2004 sono state pari al 25,3% delle importazioni e al 19% delle esportazioni complessive del Paese. Nei primi cinque mesi del 2005 la posizione italiana è rimasta invariata, anche se la quota delle esportazioni tunisine in Italia è scesa al 22,4%, mentre l’incidenza delle importazioni dall’Italia è salita al 23,3%.
Circa il 27% del nostro export è basato sui prodotti petroliferi raffinati. Seguono i tessuti (12,9%), gli articoli di abbigliamento in tessuto e accessori (4,9%) e le altre macchine per impieghi speciali (4,3%).
Per quanto riguarda le importazioni italiane dalla Tunisia, il 31,8% è costituito da articoli di abbigliamento in tessuto e accessori, seguiti da oli e grassi vegetali e animali (13,4%), dalle calzature (8,5%) e dal petrolio greggio e gas naturale (7,7%).
Regione capolista nel commercio con la Tunisia la Lombardia, con il 23% sul totale nazionale, per un valore di 949.324.644 euro.
Circa il 27% dell’export italiano in Tunisia proviene dalla Sicilia; seguono la Lombardia e il Veneto con quote pari rispettivamente al 21,7% e al 12,6%. La principale regione importatrice dalla Tunisia è la Lombardia (23,7%) seguita dal Veneto (19,6%) e dalla Toscana(13,6%).
Il settore in cui sono maggiormente concentrati gli investimenti italiani è quello del tessile e abbigliamento (circa la metà degli Investimenti diretti esteri italiani in Tunisia), dove operano circa 265 imprese piccole e medie.
In Tunisia operano circa 600 imprese italiane, che impiegano 45 mila persone.
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