12 Luglio 2006, h. 14:44
ENERGIA Meno fisco, mercato più libero, più spazio a microgenerazione e a fonti alternative rinnovabili Le proposte avanzate da Confartigianato durante l’Audizione presso l’Authority per l’energia
“Ridurre e riequilibrare la pressione fiscale nella bolletta energetica delle PMI, realizzare la vera liberalizzazione dei mercati dell’elettricità e del gas, accelerare l’ammodernamento e l’innovazione tecnologica delle infrastrutture energetiche, incentivare modelli di produzione, distribuzione e consumo dell’energia basati sul risparmio e l’efficienza, avvicinando il luogo di produzione dell’energia a quello del suo consumo”.
Sono le principali proposte che Ernesto Testa, Delegato della Presidenza di Confartigianato sulle materie energetiche, ha illustrato oggi nel corso dell’Audizione presso l’Autorità per l’energia elettrica e il gas.
In particolare, Testa – parlando anche a nome di Cna, Confagricoltura, Confapi, Confesercenti, Confcommercio – ha sollecitato “l’immediata riduzione della pressione fiscale sull’energia consumata dalle PMI. Oggi in Italia – ha fatto rilevare – il prelievo fiscale annuo per accise sui consumi di elettricità delle Pmi è di 1,99 miliardi euro, pari al 160,2% in più rispetto alla media europea”.
Secondo l’esponente di Confartigianato “occorre dunque abbassare l’aliquota dell’imposta erariale per le imprese con consumi mensili inferiori a 1.200.000 kwh e attraverso la rimodulazione dell’addizionale enti locali sui consumi di elettricità, che attualmente grava in gran parte sui piccoli consumatori non domestici (consumi mensili inferiori a 200.000 kwh) e pochissimo sui grandi consumatori energivori”.
Ernesto Testa ha poi chiesto “l’apertura dei mercati energetici alla vera concorrenza” ed ha criticato “le finte liberalizzazioni che finora hanno prodotto effetti negativi in termini di costi e qualità dei servizi energetici offerti alle piccole imprese e alle famiglie. Tanto che le Pmi continuano a pagare l’energia elettrica fino al 46% in più rispetto alla media europea”.
Il rappresentante di Confartigianato chiede inoltre “di riformare radice il nostro modello di produzione e di consumo di energia, basandolo sempre meno sulla mega-generazione e sempre più sulle micro-produzioni e sull’utilizzo razionale e consapevole delle fonti energetiche”.
A giudizio di Confartigianato “soltanto così sarà possibile perseguire anche nel nostro Paese una politica di sostenibilità energetica, in grado di conciliare gli obiettivi di sviluppo economico diffuso e di rilancio della competitività delle PMI con la tutela dell’ambiente e l’uso rispettoso del territorio, garantendo, inoltre, la sicurezza e l’economicità degli approvvigionamenti energetici”.
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