6 Settembre 2006, h. 10:00
Confartigianato: “Lotta al sommerso eliminando le cause”. In Italia 5.315.000 lavoratori in nero. 570.000 sono imprenditori abusivi. Dal sommerso evasione fiscale per 97,4 miliardi €
“La battaglia contro il lavoro sommerso ed irregolare deve essere una priorità per il nostro Paese. Anche perché sono proprio le imprese artigiane e le piccole e medie imprese a subire gli effetti più gravi della concorrenza sleale posta in essere da chi fa impresa senza rispettare le leggi e sottraendo gettito alle casse dello Stato”.
Questa la posizione espressa dal Vice Presidente di Confartigianato Gianmaria Rizzi nel corso della riunione sul sommerso convocata dal Ministro del Lavoro Cesare Damiano, presente anche il Ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro,
Rizzi ha apprezzato all’iniziativa del Ministro Damiano di attivare un tavolo di concertazione con le parti sociali finalizzato alla definizione di un avviso comune sulla materia.
A giudizio del rappresentante di Confartigianato “è necessario un rinnovato impegno per contrastare il fenomeno del sommerso, puntando maggiormente, rispetto al passato, sull’individuazione e la rimozione delle cause che lo determinano, piuttosto che su interventi spot genericamente finalizzati a favorire l’emersione”.
Secondo Rizzi, tra le principali cause che favoriscono il lavoro nero vi sono: il carico fiscale e contributivo troppo elevato, l’eccesso di burocrazia, le difficoltà a reperire aree per ingrandire le aziende, la mancanza di una politica chiara in materia di immigrazione, un sistema di ammortizzatori sociali che di fatto favoriscono il lavoro nero, la carenza della cultura della legalità. Confartigianato ha quindi anticipato che presenterà al tavolo di concertazione alcune proposte operative finalizzate, anche attraverso l’attivo coinvolgimento delle parti sociali, a smantellare in maniera strutturale l’economia sommersa.
Confartigianato ha calcolato, sulla base dei dati di Istat e Censis, che i lavoratori in nero in Italia sono 5.315.000. Una parte di essi sono dipendenti che svolgono doppio lavoro. L’economia sommersa genera un’evasione fiscale complessiva pari a 96,4 miliardi di €.
Una rilevante quota dell’evasione fiscale proviene da imprese abusive. Secondo Confartigianato gli imprenditori ‘fantasma’ in Italia sono infatti 570.000 e danno lavoro a 1.373.837 persone. L’evasione fiscale e contributiva di questi finti imprenditori è pari a 18,3 miliardi di € così suddivisi: 10,2 miliardi di € di evasione di contributi sociali, 4,7 miliardi di € di Irpef, 2,7 miliardi di € di Iva e altre imposte indirette.
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