19 Marzo 2007, h. 17:52

ENERGIA – Confartigianato calcola oneri per disservizi e inefficienze: black out e call center costano alle imprese 744 milioni euro/anno. La ‘classifica’ regionale: record negativo per Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Veneto

Oltre ai costi in bolletta, le imprese italiane pagano altri oneri a causa della mancata liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica e del gas. 

L’Ufficio studi di Confartigianato ha infatti calcolato gli effetti delle inefficienze del sistema distributivo dell’energia derivanti dalla scarsa concorrenza.

Ed ha scoperto che, nel 2006, gli imprenditori hanno subito interruzioni di energia elettrica per oltre 15 milioni di ore e hanno perso più di 10 milioni di ore per ottenere informazioni dai call center delle aziende di distribuzione di energia.

Risultato: uno spreco di 744 milioni di euro per il totale delle aziende italiane, una cifra pari allo 0,6% del costo del lavoro del settore manifatturiero.

Nel dettaglio, le interruzioni lunghe di energia elettrica sono costate al sistema delle imprese 564 milioni di euro per mancati ricavi a causa della sospensione della produzione.

A questi oneri si sommano i 179,9 milioni di costi relativi al tempo perso al telefono in attesa di informazioni dai call center. Ciascuna telefonata dura in media 7,2 minuti, metà dei quali vengono sprecati alla ricerca dell’operatore in grado di fornire le risposte desiderate. In pratica, le risorse ‘bruciate’ al telefono da parte delle imprese equivalgono al lavoro di un anno di 5.579 persone.

Ma non basta: per le piccole imprese si aggiunge il contributo ai 366,4 milioni di euro pagati in bolletta per remunerare la ‘interrompibilità’ programmata di energia di 166 grandi imprese. Quindi, è un po’come se le piccole imprese pagassero due volte le interruzioni di energia elettrica, per loro stesse e per le grandi imprese.

Il record negativo dei costi appartiene al Mezzogiorno dove, nel 2006, le imprese hanno pagato per questi disservizi ed inefficienze ben 353,2 milioni. A seguire le imprese settentrionali con 237,5 milioni di oneri e quelle del Centro Italia con 147 milioni.

A livello regionale, la ‘maglia nera’ appartiene alla Campania dove lo scorso anno gli imprenditori hanno ‘bruciato’ in black out e attese telefoniche 98,9 milioni di euro.

Al secondo posto vi è la Sicilia, con 91 milioni di euro, seguita dal Lazio con 65,6 milioni, dalla Lombardia con 63,1 milioni e dal Veneto con 57,9 milioni di euro.

“I dati che abbiamo elaborato – sottolinea Daniela Rader, Delegata della Presidenza di Confartigianato al settore Ambiente ed Energia – dimostrano che la scarsa concorrenza nel mercato dell’energia determina pesanti costi extra-bolletta per gli imprenditori. E’ quindi indispensabile che la completa liberalizzazione del mercato dell’energia, che scatterà dal 1° luglio, sia l’occasione non soltanto per ridurre i prezzi di elettricità e gas che sono i più alti d’Europa, ma anche per migliorare gli standard di qualità del servizio offerto dalle aziende distributrici e per interventi di ammodernamento della rete”.

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