6 Marzo 2009, h. 14:48

Marco Colombo, Presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato: “Imprese strangolate da 26,5 miliardi di oneri. Giovani imprenditori pronti a sfidare la crisi, ma servono politiche di sostegno per i 4 milioni di piccole imprese”

26,5 miliardi di costi tra burocrazia, scarsa concorrenza del mercato, lentezze della giustizia civile e ritardi di pagamento della P.A; 12,5 miliardi di oneri a causa della crisi del credito; oltre 50.000 potenziali dipendenti introvabili sul mercato del lavoro.

E’ un atto d’accusa pieno di cifre allarmanti quello che Marco Colombo, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, ha lanciato oggi contro gli oneri e i vincoli che strangolano gli oltre 4 milioni di micro e piccole imprese italiane con meno di 20 dipendenti le quali rappresentano il 98,2% delle aziende del Paese.

Nell’intervento di apertura dei lavori dell’Assemblea dei Giovani Imprenditori di Confartigianato che si svolge a Firenze il 6 e il 7 marzo, Colombo ha detto: “I giovani imprenditori di Confartigianato sono pronti a sfidare la crisi . Ma non vogliamo essere trattati da imprenditori di serie B o che ci si ricordi della piccola impresa come risorsa del Paese solo in campagna elettorale. Aspettiamo fiduciosi che, dopo numerosi provvedimenti anticrisi, dopo le banche, dopo l’Alitalia, dopo la Fiat arrivi anche il momento delle piccole imprese. E non possiamo accontentarci di un Tavolo per le PMI – annunciato dal Ministro Scajola il 25 settembre dello scorso anno e che sarà convocato solo il prossimo 18 marzo”.

“A strangolare le imprese non è soltanto il costo del denaro ma anche i troppi vincoli burocratici, una tassazione non equa, un sistema di regole troppo limitativo dell’iniziativa privata. In questa situazione in cui competere è divenuto più difficile ed in cui la grande impresa risulta più vulnerabile – ha detto Colombo – la piccola impresa resta un modello ancora valido. Sono gli oltre 4 milioni di micro e piccole imprese che costituiscono la base produttiva ed occupazionale del sistema Italia. Un sistema che deve trovare una valorizzazione più forte”.

“La crisi può e deve rappresentare un’opportunità – ha spiegato – ma sempre più imprese saranno costrette ad uscire dal mercato se non verranno messe in atto politiche di sostegno per la piccola impresa ed in primis una più attenta e coraggiosa politica creditizia. Abbiamo bisogno di misure che favoriscano l’accesso al credito sia per l’imprenditore che vuole investire ed innovare, sia per il giovane che ha una buona idea imprenditoriale ma che non dispone di garanzie reali per avviare l’attività”.
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“Negli ultimi 3 mesi – ha sottolineato il leader dei Giovani di Confartigianato– il 31 % dei giovani imprenditori ha riscontrato maggiori difficoltà nei rapporti con le banche. Difficoltà che si manifestano soprattutto con richieste ingiustificate di rientro anticipato degli affidamenti, con l’aumento dello spread sui tassi di interesse, con richieste di maggiori garanzie, con l’allungamento dei tempi delle procedure burocratiche. Tutto questo è inaccettabile”.

“Il sistema delle banche – ha aggiunto – continua ad avere poco coraggio e poca lungimiranza e rimane arroccato sul sistema delle garanzie. Sono ben 12,5 miliardi di euro i costi bancari ricaduti sulle nostre imprese, sia piccole che grandi, con l’aggiunta che le restrizioni alla grande impresa si ripercuotono sulle imprese più piccole con preoccupanti allungamenti dei tempi di pagamento. Alla voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa delle nostre imprese non corrisponde un atteggiamento altrettanto coraggioso da parte degli istituti bancari”.

“Piccolo è bello – ha rimarcato il Presidente dei Giovani di Confartigianato – ma vorremo capire perché gli aiuti messi in campo sono sempre rivolti ai soliti noti. Abbiamo bisogno di dare forza ad un sistema delle piccole imprese attraverso l’occupazione e contribuire alla sua crescita liberandolo da vincoli impropri. In primo luogo abbiamo bisogno di ridare valore sociale e dignità al ‘saper fare’. Anche per dare una risposta all’’emergenza manodopera’ nelle nostre imprese. Sono molte, infatti le piccole imprese che non trovano personale, soprattutto specializzato”.

“Nell’artigianato le opportunità di lavoro non mancano – ha osservato Colombo – e sono proprio le micro e le piccole imprese ad aver creato nel 2008 più dell’80% dei nuovi posti di lavoro. Nel 2008 il fabbisogno occupazionale delle aziende è stato di 158.350 persone. Ma oltre un terzo dei potenziali nuovi dipendenti nell’artigianato, ben 54.760 risultano introvabili. Anche l’Osservatorio sull’Imprenditoria giovanile di quest’anno conferma, pur in un momento di crisi, la difficoltà di reperire un addetto su tre”.

“Bisogna colmare – ha detto ancora Colombo – la distanza che oggi divide il sapere dal saper fare, la conoscenza teorica dalle competenze tecniche e pratiche. Per questo chiediamo di innalzare la qualità della formazione e di prevedere efficaci forme di alternanza scuola-lavoro. Allo stesso tempo sarà necessario potenziare un contratto di lavoro a peculiare contenuto formativo quale è l’apprendistato”.
Per informazioni: Ufficio stampa Confartigianato, tel. 06/70374411 – 339/7577225
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