Gli orafi di Confartigianato all’Antitrust: “Indagare su distribuzione selettiva dei ricambi di orologi attuata dai grandi marchi” Il Presidente Luciano Bigazzi chiede l’apertura di un fascicolo di indagine per limitazione della libertà di concorrenza

Il 98% dei marchi produttori di orologi vende i ricambi esclusivamente ai concessionari, eludendo e negando la distribuzione dei pezzi di ricambio ai riparatori indipendenti.

E’ quanto segnala il Presidente di Confartigianato Orafi Luciano Bigazzi che ha sollecitato al Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Antonio Catricalà l’apertura di un fascicolo di indagine per verificare l’eventuale sussistenza di un indebito accordo tra produttori di orologi per restringere la concorrenza nel mercato italiano.

L’iniziativa nei confronti dellAntitrust fa seguito ad una serie di denunce già presentate dalla Confederazione degli artigiani nelle sedi competenti.

“I riparatori indipendenti di orologi -si legge nella lettera inviata dal Presidente di Confartigianato Orafi Luciano Bigazzi al Presidente Catricalà – vengono riforniti di materiali di sostituzione in una quantità insufficiente rispetto alla richiesta dei consumatori. Questi ultimi sono quindi costretti a rivolgersi a centri autorizzati, spesso in luoghi molto distanti, o addirittura devono inviare per la riparazione l’orologio danneggiato direttamente alla casa produttrice”.

Bigazzi sottolinea quanto “tale condotta dei produttori di orologi limiti gravemente la concorrenza, determini un danno economico senza pari alla categoria artigiana dei riparatori, negando ai consumatori la libertà di scegliere a chi affidare con fiducia la manutenzione dei propri orologi”.

Di qui la richiesta di Confartigianato Orafi che auspica “una rapida azione dell’Autorità nei confronti delle grandi marche produttrici di orologi che attuano la distribuzione selettiva dei pezzi di ricambio, al fine di arginare il crescente fenomeno della chiusura dei laboratori artigiani di orologeria”.

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