27 Febbraio 2025, h. 14:45 Studi
STUDI – In Italia innovative il 60,3% delle piccole imprese vs 47,2% di Ue 27, meglio di Germania (58,5%) e Francia (53,0%)
Una elevata propensione all’innovazione da parte delle imprese genera diversi effetti positivi sull’economia. L’innovazione di processo determina metodi di produzione più efficienti e un aumento della produttività. L’introduzione di nuovi prodotti e servizi stimola e amplia la domanda, sia interna che sui mercati internazionali. Le imprese che innovano differenziano la gamma produttiva e migliorano la posizione competitiva. Le modifiche dei processi produttivi possono generare nuove opportunità occupazionali, soprattutto in segmenti ad elevata qualificazione. Le imprese innovative sono più attraenti per gli investitori, attivando un flusso di capitali che può stimolare processi di crescita e ulteriori innovazioni. Nuovi prodotti e processi innovativi nei settori della sanità, della tecnologia digitale e dei trasporti portano a miglioramenti nella qualità della vita dei cittadini, riducendo i costi di famiglie e imprese. Le imprese orientate all’innovazione effettuano interventi e pratiche più sostenibili. L’innovazione può spingere alla creazione di nuove filiere produttive, favorendo una maggiore diversificazione dell’offerta, più orientata a prodotti innovativi, e riducendo la dipendenza da comparti più tradizionali. Sui driver di nuova imprenditorialità si veda una nostra analisi su Spirito artigiano. Un sistema di imprese orientato all’innovazione ha un più rapido adattamento ai cambiamenti del mercato e risulta più resiliente nelle fasi cicliche recessive.
Cambia la narrazione su innovazione e dimensione d’impresa – Talune analisi sul sistema imprenditoriale associano una ridotta propensione ad innovare alla diffusa presenza di piccole imprese, ma l’elaborazione dei dati dell’indagine europea sull’innovazione (CIS) recentemente pubblicati impongono spunti per una diversa narrazione.
Nel confronto internazionale su dati Eurostat si delinea, infatti, una elevata performance innovativa delle piccole imprese italiane. Poco meno della metà delle imprese nei paesi dell’UE ha svolto attività di innovazione (47,2%) durante il periodo di riferimento 2020-2022, con una quota più elevata di 13,1 punti per le piccole imprese italiane che nel 60,3% dei casi hanno svolto attività di innovazione. L’Italia si colloca al terzo posto nel ranking dei 27 paesi dell’Unione, posizionandosi davanti a Germania (58,5%) e Francia (53,0%) e alle più distanziata Spagna (30,0%).
Nel dettaglio il 30,9% delle piccole imprese ha introdotto almeno un’innovazione di prodotto nel mentre è più diffusa l’innovazione di processo, rilevata nel 50,2% dei casi.
L’attività di ricerca e di innovazione delle imprese determina un aumento della qualità intrinseca dei prodotti del made in Italy, fenomeno caratterizzato da un migliore design, una più alta qualità delle materie prime e l’introduzione di nuove funzionalità (si veda l’analisi a pagina 68 del 19° Rapporto annuale di Confartigianato ‘Italia, la grande officina delle piccole imprese’).
Le piccole imprese attente all’ambiente nei percorsi innovativi – Vi è una diffusa conciliazione tra innovazione e salvaguardia dell’ambiente. Il 37,9% delle piccole imprese che hanno innovato hanno intrapreso azioni a basso impatto ambientale. Nel 33,8% delle piccole imprese l’implementazione di innovazioni si è tradotta in effetti ambientali positivi in fase di produzione e nel 27,1% in benefici ottenuti nella fase di consumo e utilizzazione dei beni e servizi. Gli interventi più frequenti hanno riguardato il minor consumo di energia e la riduzione delle emissioni di CO2. A seguire si collocano la sostituzione di materiali tradizionali con materiali meno inquinanti o pericolosi, la riduzione dell’inquinamento atmosferico, idrico, sonoro e del suolo, riciclaggio dei materiali e dei rifiuti, riciclo dell’acqua e dei prodotti a fine vita. Più limitato è l’impegno nella tutela della biodiversità.
In chiave territoriale – i dati regionali più recenti relativi alle imprese con almeno 10 addetti sono contenuti nel Rapporto Bes pubblicato dall’Istat nel 2024 – la maggiore propensione all’innovazione di prodotto o di processo delle imprese si osserva nelle Marche con 59,0%, seguita, con valori superiori alla media, da Piemonte con 58,3%, Liguria con 54,8%, Veneto con 52,3%, Friuli-Venezia Giulia con 52,2%, Emilia-Romagna con 52%, Abruzzo – prima regione del Mezzogiorno – con 51,9% e Umbria con 51,6%.
Propensione all’innovazione delle piccole imprese nei paesi Ue 27
2020-2022, % imprese 10-49 addetti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Innovazione del sistema produttivo per regione
% imprese con 10 addetti e oltre che hanno svolto attività innovative di prodotto o di processo nel triennio 2018-2020 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
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