29 Novembre 2024, h. 12:42 Notizie

MEDIA – Su Spirito Artigiano la creatività innovativa delle imprese per costruire il futuro dell’Italia

Il nuovo numero di Spirito Artigiano, edizione speciale per l’Assemblea di Confartigianato svoltasi il 27 novembre, offre uno sguardo profondo sul ruolo cruciale dell’artigianato nell’economia e nella società italiana, mettendo in luce sia i suoi valori tradizionali che la sua capacità di innovazione.

Tra i contenuti principali dell’edizione, spiccano gli interventi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente di Confartigianato Marco Granelli all’Assemblea, e i contributi del professor Giulio Sapelli e della Fondazione Germozzi, che esplorano il valore delle piccole imprese artigiane e la loro resilienza in tempi difficili.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha esaltato l’artigianato come uno dei pilastri fondamentali della storia e della cultura italiana. Con parole che sottolineano la centralità dell’artigianato nel tessuto economico e sociale, Mattarella ha evidenziato come le imprese artigiane, rappresentando oltre il 20% del tessuto imprenditoriale e il 15% degli occupati, siano un motore di sviluppo vitale. L’artigianato, per il Capo dello Stato, non è solo un’eredità storica, ma un fattore di innovazione e di coesione sociale, in grado di affrontare le sfide contemporanee come il cambiamento demografico e le difficoltà economiche derivanti dalle tensioni internazionali. Mattarella ha richiamato l’attenzione sull’importanza di un dialogo costruttivo tra istituzioni e parti sociali, sottolineando che le sfide globali possono essere affrontate solo attraverso una forte cooperazione e una visione condivisa per il futuro. In conclusione, ha espresso fiducia nel futuro delle imprese artigiane italiane e nel loro continuo contributo alla crescita e alla ricchezza del Paese.

Marco Granelli, Presidente di Confartigianato, ha aperto i lavori dell’Assemblea sottolineando le difficoltà economiche che le piccole imprese devono affrontare, tra cui l’impatto del conflitto russo-ucraino e l’aumento dei costi energetici. Granelli ha lanciato un forte allarme sulla situazione demografica e occupazionale, evidenziando il preoccupante tasso di inattività giovanile, il più alto in Europa, e la “glaciazione demografica” prevista nei prossimi dieci anni, che potrebbe ridurre il numero di lavoratori di 2,2 milioni. Granelli ha quindi sottolineato l’urgenza di creare un ambiente favorevole per le piccole imprese, attraverso politiche di semplificazione burocratica e una tassazione equa, affinché i giovani possano intraprendere con fiducia nuove attività imprenditoriali e contribuire al futuro del “Made in Italy”. L’intervento ha posto in evidenza anche il valore costituzionale dell’artigianato, richiamando l’articolo 45 della Costituzione, che riconosce l’importanza di queste realtà nel rafforzare l’identità economica e sociale del Paese.

Il contributo della Fondazione Germozzi si concentra sull’importanza di trasmettere ai giovani il valore della passione e della manualità nell’artigianato, in un contesto che sta rapidamente evolvendo verso la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale. In un’epoca in cui le tecnologie stanno rimodellando il mondo del lavoro, l’artigianato continua a resistere e rinnovarsi, mantenendo viva la tradizione ma affrontando con coraggio le sfide moderne. La Fondazione sottolinea come ogni gesto artigiano sia una sintesi perfetta tra tradizione e innovazione, un atto creativo che dà forma a un futuro che non distrugge le proprie radici, ma le reinventa.

Il professor Giulio Sapelli, Presidente della Fondazione Germozzi, esplora il concetto di generosità come uno degli aspetti essenziali per il successo e la sopravvivenza delle piccole imprese artigiane. In un contesto segnato da guerre e crisi economiche globali, Sapelli evidenzia come l’artigianato rappresenti una forza di resilienza e innovazione, capace di superare le difficoltà e di mantenere il funzionamento della società. Contrapponendo l’approccio delle grandi imprese, che spesso falliscono nel garantire la continuità a causa della centralizzazione e della burocrazia, Sapelli celebra le piccole imprese, fondate su relazioni umane e sulla solidarietà reciproca, che continuano a generare nuove opportunità e a contribuire al benessere collettivo.

Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, evidenzia come, in un contesto di crisi economica e rallentamento delle filiere globali, le piccole imprese locali rappresentino il vero motore della domanda interna, un pilastro fondamentale per la stabilità dell’economia italiana. Mentre la grande impresa italiana è sempre più orientata verso l’export, le piccole aziende, soprattutto quelle artigiane, restano fortemente ancorate ai mercati locali, con il 64,9% delle imprese tra 3 e 49 addetti che operano nello stesso comune. La crescita della spesa delle famiglie e l’aumento dell’occupazione sono segni di una resilienza che si riflette anche nei numeri: tra il 2021 e il 2024, l’occupazione giovanile in Italia è aumentata a un ritmo doppio rispetto alla media europea, con le piccole imprese che hanno giocato un ruolo centrale in questo dinamico processo. La generosità delle piccole imprese, come descritto da Sapelli, emerge dal loro legame profondo con la famiglia, la personalizzazione dei prodotti e l’attenzione alle tematiche sociali e ambientali. Un dato significativo è che l’80,9% delle imprese con almeno 3 addetti sono a conduzione familiare, e sempre più piccole imprese adottano politiche di responsabilità sociale ed ambientale. Le piccole imprese sono anche protagoniste nella creazione di opportunità di lavoro per i giovani, con una crescita del 9,2% dell’occupazione under 35 in Italia, un tasso nettamente superiore alla media europea. Questa dinamica è particolarmente forte nelle piccole e micro imprese, che costituiscono il 61,5% degli occupati in Italia, un dato che mette in evidenza la centralità di questo segmento per la crescita del mercato del lavoro.

Spirito Artigiano dedica uno spazio importante anche all’Expo 2025 di Osaka, dove l’artigianato italiano sarà protagonista. Mario Vattani, Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, descrive il Padiglione Italia, progettato dall’architetto Mario Cucinella, che sarà il palcoscenico ideale per esporre il connubio tra tradizione e innovazione, con l’artigianato italiano come fulcro di un messaggio globale. Come sottolineato da Mario Vattani, l’arte del “saper fare” diventa emblema di un’Italia che non solo conserva, ma rinnova il proprio patrimonio culturale attraverso l’innovazione tecnologica.
Un protocollo d’intesa tra Confartigianato e il Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 prevede una serie di eventi, workshop e mostre che mirano a rafforzare i legami culturali e commerciali tra Italia e Giappone. Un’opportunità unica per gli artigiani italiani di entrare nel mercato asiatico, sfruttando la forza di un settore che, pur radicato nelle tradizioni, è sempre più proiettato verso la sostenibilità e le nuove tecnologie. Expo 2025 rappresenta, quindi, anche una sfida per attrarre le nuove generazioni verso il settore artigiano, mostrando loro che l’artigianato è sinonimo di creatività, sostenibilità e innovazione. In Italia, si prevede che nei settori come la moda, il design e le alte tecnologie ci sarà bisogno di circa 300.000 nuovi lavoratori entro il 2028, e l’esposizione giapponese offre una vetrina ideale per stimolare l’interesse dei giovani verso queste professioni.

Il concetto di “cambio di paradigma”, originariamente usato in ambito scientifico da Thomas Kuhn, viene applicato dal professor Mauro Magatti, docente di sociologia all’Università Cattolica di Milano, per descrivere il profondo mutamento che stiamo vivendo a livello sociale, economico e politico. Secondo Magatti, viviamo un momento di rottura che ci interroga sul nostro futuro e sull’identità collettiva. Dopo la crisi del 2008, il sistema neoliberista che aveva promesso crescita infinita attraverso il consumo e l’indebitamento ha mostrato segni di cedimento. Il mondo sembra aver perso i suoi punti di riferimento, come la religione e la politica, che sono sempre più incapaci di offrire risposte concrete. Questo vuoto di significato è stato occupato dalla tecnoscienza e da un individualismo estremo, che hanno trovato espressione nel modello finanziario-consumerista. La crisi attuale richiede una nuova visione sociale, economica e politica, basata su un modello sostenibile-contributivo che si opponga alla logica della crescita infinita e della deregolamentazione.

Paolo Manfredi, consulente per la Trasformazione digitale di Confartigianato, presenta storie di individui che, pur provenendo da esperienze professionali molto diverse, hanno scelto di dedicarsi al lavoro artigiano. Manfredi suggerisce che il lavoro artigiano, lungi dall’essere una forma di retrocessione rispetto ai lavori più intellettuali, può rappresentare una forma di realizzazione e di libertà. Le storie di Cesare Bonelli (un ex-manager che è diventato fornaio), Pietro Castellini (un ingegnere che ha scelto di fare il meccanico di biciclette), Sara Bosatelli (che ha aperto una gelateria), e Gabriela Giovanardi (che racconta il mondo dell’artigianato attraverso i social media) testimoniano come il lavoro artigiano possa essere scelto non per necessità, ma per passione. Queste scelte riflettono un desiderio di trovare un senso nel lavoro, che non si limita alla sicurezza economica, ma include la libertà e la creatività. Manfredi, inoltre, sottolinea l’importanza della comunicazione e della formazione per diffondere e valorizzare il lavoro artigiano. Non si tratta solo di promuovere il mestiere tra chi è già vicino a questo mondo, ma di renderlo attraente per una più ampia fascia di giovani, incluse persone che, pur avendo un’educazione accademica, potrebbero vedere nell’artigianato una via per realizzare sé stesse. Il messaggio che emerge è che l’artigianato non è solo una tradizione, ma una risorsa per il futuro, un modo per rispondere alle sfide della modernità e della globalizzazione.

Giovanni Boccia, direttore della Fondazione Germozzi, riflette sul delicato equilibrio tra la crescente presenza della tecnologia, in particolare dell’Intelligenza Artificiale, e il valore della manualità nell’educazione e nella vita quotidiana. Boccia propone un ritorno alla “manualità intelligente”, quella che chiama “Intelligenza Artigiana”, come antidoto alla potenziale alienazione tecnologica. Secondo Boccia, solo attraverso il recupero del fare manuale, che integra pensiero e azione, possiamo preservare la nostra umanità nell’era digitale. Il contributo invita a valorizzare la manualità nelle scuole, non per formare artigiani, ma per educare le nuove generazioni alla creatività, alla consapevolezza e alla libertà d’uso della tecnologia, senza esserne schiavi.

Giorgio Menichelli, Segretario di Confartigianato Macerata, Ascoli Piceno. Fermo, esplora l’evoluzione del turismo, da esperienza di crescita personale e scoperta a mera consumazione di luoghi e momenti. Il turismo di massa, incentrato sulla velocità e sul consumo immediato, ha trasformato il viaggio in un atto superficiale, lontano dalle radici autentiche delle comunità ospitanti. Menichelli propone una nuova filosofia, il “nudge” positivo, per spingere i turisti verso destinazioni meno conosciute, promuovendo un turismo lento e rispettoso che vada oltre il consumo. Questo approccio, che valorizza esperienze autentiche e sostenibili, potrebbe rappresentare una risposta alla frenesia del turismo di massa, innescando un cambiamento che aiuti a preservare il patrimonio culturale e a rafforzare le comunità locali.

Infine, il numero celebra la passione come motore dell’artigianato, sottolineando come la tradizione e l’innovazione si intrecciano per creare una forza economica e sociale unica. Marco Fortis, economista e vicepresidente della Fondazione Edison, intervistato da Federico Di Bisceglie, evidenzia l’importanza dell’imprenditorialità artigiana in Italia, una caratteristica distintiva che arricchisce il nostro sistema economico. La passione per il proprio lavoro, trasmessa di generazione in generazione, è ciò che permette alle piccole imprese di prosperare e di affrontare le sfide della competitività globale, garantendo al contempo coesione sociale nei territori.


Sfoglia il nuovo numero di Spirito Artigiano

 

 

rss