29 Settembre 2024, h. 12:56

EDILIZIA – Anaepa Confartigianato e EBC a confronto con la Commissione Ue sulla finanza sostenibile

Il 24 settembre, Anaepa Confartigianato ed EBC (European Builders Confederation) sono stati invitati alla Commissione Europea per un confronto sul tema della transizione attraverso un quadro finanziario sostenibile.

Una ristretta delegazione guidata dal presidente dell’EBC Philip van Nieuwenhuizen e dal Responsabile del Credito e della Finanza di Confartigianato Emanuele Cecala, intervenuto in rappresentanza di Anaepa Confartigianato Edilizia, ha discusso con Michael Hager e Patricia Reilly, rispettivamente capo di gabinetto del vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis e della commissaria Mairéad McGuinness, su come rendere il quadro finanziario sostenibile più accessibile, efficiente e semplice per le Pmi.

L’incontro si è concentrato su diversi aspetti della finanza sostenibile, tra cui l’implementazione della direttiva Corporate Sustainability Reporting e dello standard di rendicontazione volontaria per le PMI (VSME, standard VSME (Voluntary Standard for non-listed Small- and Medium-sized Enterprises), nonché della tassonomia UE e dei criteri Do Not Significant Harm, ovviamente con particolare enfasi posta sugli impatti del quadro di finanza sostenibile per le PMI e per le microimprese.

La delegazione delle imprese ha rappresentato le difficoltà che le Pmi devono affrontare sul tema della sostenibilità se non si tiene conto delle tipicità che le caratterizzano e ha fornito una propria visione su come migliorare il quadro finanziario sostenibile per renderlo più comprensibile e accessibile. In particolare, è stata sottolineata la necessità che il VSME in fase di sviluppo da parte dell’EFRAG sia il più semplice e intuitivo possibile e che sia accettato dall’intera catena del valore e dalle istituzioni finanziarie. La proliferazione di diversi questionari e report di rendicontazione, in particolare da parte delle banche che anticipano i requisiti della CSRD e della tassonomia UE, rappresenta infatti una delle principali preoccupazioni per le mPMI, che vogliono partecipare al percorso di sostenibilità senza però esserne penalizzate.

 

 

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