28 Aprile 2025, h. 17:14 Comunicati stampa
MADE IN ITALY – “Artigianato, futuro del made in Italy”: Confartigianato promuove la campagna di comunicazione con Mimit e Symbola
Nell’ambito delle iniziative della Giornata Nazionale del Made in Italy, oggi è stata presentata la campagna di comunicazione “Artigianato, futuro del made in Italy” presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, promossa da Confartigianato, Cna, Casartigiani insieme a Fondazione Symbola e con il patrocinio del MiMit.
Hanno partecipato all’evento Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy; Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola; Marco Granelli, presidente di Confartigianato; Dario Costantini, presidente di Cna, Mauro Sangalli, vicepresidente di Casartigiani.
“Artigianato, futuro del made in Italy” rende visibile l’importanza dell’artigianato italiano per la nostra economia, ma anche per la nostra qualità della vita. In Italia, oltre un milione di imprese sono artigiane, una cifra pari a circa un quarto di tutto il sistema imprenditoriale italiano.
L’artigianato rappresenta il cuore pulsante della manifattura italiana e, di conseguenza, del Made in Italy. Sebbene le imprese artigiane costituiscano il 21,3% del totale delle attività produttive, la loro incidenza è particolarmente significativa nel settore manifatturiero – dove raggiunge il 58,5% del totale delle imprese – e in particolare in alcuni comparti chiave come il legno, l’alimentare, l’abbigliamento, la meccanica.
‘Sin dall’inizio della legislatura – ha sottolineato il Ministro Adolfo Urso – come ministero abbiamo svolto un’attività intensa e abbiamo lavorato per dare valenza alle pmi e alle imprese artigiane. Inizia il suo percorso la legge annuale sulle pmi per creare un contesto legislativo sempre più confacente alle pmi’. Secondo il ministro questo progetto ‘valorizza il saper fare degli artigiani italiani che è storia, identità, unicità del nostro Paese ma anche innovazione e ricerca continua. E’ importante che tutti siano consapevoli del valore di ogni microattività realizzata nel nostro Paese. Credo che questa specificità vada tutelata”.
“L’artigianato – ha sottolineato Marco Granelli, presidente di Confartigianato – è dinamico, in piena evoluzione, capace di integrare tradizione manifatturiera e nuove tecnologie, di generare occupazione dipendente e autonoma. Nel 2024, infatti, sono nate 83.586 imprese artigiane, al ritmo di 321 al giorno, e negli ultimi sei anni, 502mila giovani under 30 sono stati formati e avviati al lavoro con il contratto di apprendistato nelle imprese artigiane. Con la campagna ‘Artigianato, futuro del made in Italy, mostriamo che è un ‘motore’ di sviluppo per l’economia e per la società e rappresenta una grande opportunità per le nuove generazioni. In un’azienda artigiana i giovani possono allenare ed esprimere la loro creatività, acquisire competenze e abilità al passo con le nuove sfide tecnologiche, costruirsi un futuro scommettendo sulle loro passioni e inclinazioni”.
Confrontando i quinquenni 2015-2019 e 2019-2023 si evidenzia una crescita della quota di micro e piccole imprese che hanno effettuato investimenti green, rispettivamente +23,2% e +45,9%. Queste imprese sono oltre mezzo milione (503.258): il 67% opera nei servizi, il 33% nell’industria, il 18% nell’industria manifatturiera, il 14% nelle costruzioni, solo l’1% nelle public utilities. Nel 2024 il 61,3% delle entrate di green jobs programmate in Italia sono relative a micro e piccole imprese.
Le micro e piccole imprese in Italia svolgono un ruolo centrale nella diffusione delle tecnologie legate all’Intelligenza artificiale (IA): infatti il 93% delle imprese pioniere nell’utilizzo di queste soluzioni sono micro e piccole imprese. In chiave settoriale, la quota di micro e piccole imprese utilizzatrici di sistemi di IA è più elevata nel manifatturiero (14,6%), seguito dai servizi (12,2%) e dalle costruzioni (11,5%). Mentre si stima che il 53,6% delle micro e piccole imprese prevedono di adottare nei propri processi produttivi soluzioni di intelligenza artificiale
L’Italia, grazie anche alla forza del comparto artigiano, si conferma come il secondo Paese manifatturiero in Europa. L’artigianato è presente non solo nei settori tradizionali del Made in Italy, ma anche in quelli ad alta intensità di capitale e strategici per l’export. Infatti l’89,1% delle imprese esportatrici sono micro e piccole (MPI): esportano per il 68% in Europa e per oltre il 30% nel resto del mondo. Queste imprese hanno un peso rilevante sul valore delle esportazioni della filiera legno e del tessile. L’Italia si conferma leader nell’Unione europea per vendite all’estero realizzate dalle micro e piccole imprese manifatturiere, con il 27,8% del totale UE, seguita da Germania (14%) e Spagna (9,6%). Si registra, inoltre, una incidenza sul PIL delle esportazioni delle MPI italiane pari al 3,3%, il doppio della media UE (1,6%).
Il successo del made in Italy è legato alla capacità delle imprese italiane, soprattutto micro e piccole, di collaborare in filiere, distretti e reti d’impresa. Lo dimostra la quota di contratti di rete con capofila una micro o una piccola impresa, pari all’89% delle reti attivate dal 2010 al 2024.
Dal punto di vista occupazionale, la forza del sistema artigiano italiano è legata anche alla sua capacità di valorizzare le diversità e integrare culture. Il 99,7% delle imprese femminili è di micro o piccola dimensione. Nelle micro e piccole imprese lavora il 57% dei lavoratori dipendenti stranieri residenti in Italia. Il 99,8% delle imprese straniere in Italia sono micro e piccole imprese. Un’impresa giovanile italiana su quattro è artigiana, e circa il 40% degli under 35 è attratto dall’artigianato o intraprenderebbe una professione artigiana.
Micro e piccole imprese sono il motore della cultura e della creatività italiana. Guardando ai settori culturali e creativi, queste rappresentano il 99,7% degli operatori. Un dato medio che va dai settori del software e videogames dove la quota di operatori attivi nelle micro e piccole imprese rappresenta il 98,4%.
L’artigianato non è solo una colonna portante della produzione, ma anche un motore di sviluppo economico e benessere territoriale. Le micro e piccole imprese rappresentano, in molti territori, l’unico presidio sociale ed economico. Nei piccoli comuni (meno di 5.000 abitanti) le micro e piccole imprese rappresentano il 99,4% delle imprese extra-agricole presenti nel territorio. Andando ad analizzare la distribuzione delle micro e piccole imprese per area geografica, i piccoli comuni del Nord-ovest concentrano la quota maggiore (38,7%), seguiti da Mezzogiorno (29,5%), Nord-est (19,6%) e Centro (12,2%).
L’integrazione delle tecnologie digitali e dell’Intelligenza Artificiale nell’artigianato sta ridefinendo i confini della produzione, migliorando la qualità e la personalizzazione dei prodotti. L’uso di software avanzati, piattaforme digitali e automazione consente alle imprese artigiane di essere più competitive, di ottimizzare i processi produttivi e di offrire soluzioni su misura per un mercato in evoluzione. La capacità di fare rete è un elemento essenziale per accrescere la competitività delle imprese artigiane. Attraverso collaborazioni territoriali o di filiera, le aziende possono condividere risorse, know-how e strategie, rafforzando la loro presenza sul mercato e aumentando la qualità dei prodotti e dei servizi offerti. La diffusione di robot nelle piccole imprese manifatturiere è pari al 19,1%, una quota superiore alla media UE (17,6%) e alla Germania (15,9%) – prima manifattura europea. Sono oltre 10 mila gli addetti che operano nelle imprese italiane della robotica, di cui circa il 40% è impiegato in micro e piccole imprese
“Parlando di piccole imprese e artigianato alcuni pensano ad un punto di debolezza della nostra economia. Non è così. La propensione delle imprese artigiane – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – a collaborare accompagna la nostra capacità di creare coesione e innovazione. L’artigianato è un’anima del Made in Italy. Questo report comunica attraverso i numeri il valore di questo sistema che alimenta la capacità di affrontare le sfide del futuro legate all’innovazione e alla sostenibilità. La foto che emerge conferma che il Paese può affrontare le sfide che abbiamo avanti chiamando a raccolta i nostri talenti senza lasciare indietro nessuno. E che come scritto nel Manifesto di Assisi non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia. Come ha detto Papa Francesco ‘Siamo chiamati ad essere creativi, come gli artigiani, forgiando percorsi nuovi ed originali per il bene comune’”.
“Artigianato futuro del made in Italy intende ribadire – dichiara Dario Costantini, presidente CNA – che le nostre imprese, custodi di produzioni di eccellenza con radici profonde nel territorio, hanno forte capacità di reinventarsi e di intercettare i gusti dei consumatori. I mercati più evoluti chiedono qualità, unicità, personalizzazione. Ma soprattutto, chiedono prodotti che possiedano un’anima, che corrispondano ad un’idea avanzata del mondo, anche in termini di sostenibilità. Prodotti che esprimono storia e identità. Prodotti non solo “belli e ben fatti”, che durano nel tempo, che provengono da filiere corte, ma che contengono un racconto e si prestano ad essere raccontati. Anche per questo siamo convinti che il futuro del made in Italy e quello dell’artigianato italiano siano indissolubilmente legati”.
“Il marchio Made in Italy rappresenta non solo un prodotto italiano, ma un modo di vivere, uno stile di vita tutto nostro, che si diffonde sempre di più nel mondo. Creazioni quindi che identificano il nostro Paese, consentono di tenere aperto un legame con esso, e testimoniano la considerazione e l’appartenenza alla sua cultura ed ai suoi valori” – evidenzia Giacomo Basso, presidente di CASARTIGIANI. “I dati contenuti nei report statistici presentati oggi confermano che il tessuto produttivo dell’artigianato e delle micro e piccole imprese costituisce un asset strategico imprescindibile per salvaguardare e diffondere tale patrimonio in tutto il mondo. È necessario, però, che gli interventi, dettati dalla politica a supporto del Made in Italy, siano calibrati e funzionali al sostegno e all’affiancamento di questo straordinario modello imprenditoriale italiano _quale realmente è_ e non _quale si vorrebbe che fosse_ perché lì sta il nostro tesoro”.
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